Ho passato i successivi due giorni chiusa in camera, senza neanche far entrare un minimo di luce.
Mia madre ad ogni pasto entrava in camera portandomi un vassoio con il cibo, ma quando tornava a riprenderlo era tale e quale. Non veniva minimamente toccato.
Sono due giorni che non dormo, non ci riesco. Ogni volta che provo a chiudere gli occhi ho l'immagine di Sarah e John B sommersi dall'acqua che chiedono aiuto.
Sono stata due giorni a piangere, sorprendendomi di avere ancora lacrime, non ho avuto neanche la forza di alzarmi per lavarmi.
Sono arrabbiata con me stessa, per averla aiutata, per averle permesso tutto ciò. Tra pochi giorni ho l'aereo per tornare in Spagna, e questo mi da conforto. Odio l'isola, l'ho sempre odiata.
Penso a mia madre, dovrei darle delle spiegazioni, ma so per certo che capirà.
Penso a Rafe, chissà come sta. Non lo vedo da quel giorno e non ho avuto il coraggio di scrivergli. Devo parlare anche con lui.
Mi alzo dal letto e vado in bagno, mi guardo allo specchio e mi spavento da sola. Capelli unti, faccia stanca e occhiaie grandi quanto casa mia.
Devo decisamente darmi una sistemata.
Entro in doccia, con l'acqua bollente che mi accarezza il corpo. Decisamente l'ustione del mio corpo non è niente a ciò che sento. Mi insapono i capelli e poi passo al corpo. Anche dopo aver finito rimango sotto l'acqua calda. Continuo a spostare la maniglia su caldo, ogni volta che l'acqua si inizia a raffreddare. Finché non noto lo scaldabagno senza più acqua calda, così mi decido ad uscire.
Applico le varie creme e maschere, poi mi asciugo i capelli e passo la piastra, per averli ancora più lisci. Finito del bagno torno in camera e mi trucco, devo obbligatoriamente fare qualcosa per la mia faccia.
Finito anche del trucco scendo in cucina, dove trovo mia madre al cellulare. Non appena mi vede salta giù dalla sedia e chiude velocemente la chiamata.
«Bambina mia» mi abbraccia subito. «Vuoi mangiare qualcosa?» annuisco in risposta. «Ti cucino quello che vuoi»
«Ho fame si, ma non molta» le spiego, mi avvicino al frigo ed esco una mela.
«Solo una mela?» mi chiede.
«Si» mormoro.
Inizio a mangiare sotto il suo sguardo, so benissimo che vuole parlare, vuole chiedermi qualcosa, ma c'è qualcosa che la blocca.
Quando finisco sono già sazia, sotto il suo sguardo contrariato e attento.
Si avvicina a me e mi da un bacio in testa.
«Come stai?» mi chiede cautamente.«Male, senza Sarah niente è come prima» mormoro, sentendo un groppo formarsi in gola e gli occhi tornare a diventare lucidi.. «Sento la sua voce, la sua risata, vedo il suo sorriso. Non posso chiudere gli occhi perché altrimenti ho l'immagine di loro due in mare. La cosa peggiore è che credo di poter andare avanti senza di lei, ma non è così. Con chi farò tutte le cose che facevo con lei?» inizio a piangere e vedo che le sono diventati gli occhi lucidi. «Non le ho ricordato quanto le voglio bene, quanto è importante per me... adesso è tardi»
«Shh amore» mi culla tra le sue braccia, finché non mi stacco di scatto e mi alzo asciugandomi le lacrime.
«Devo andare» sussurro.
«Dove vai?» mi chiede ma non le rispondo.
Ciò di cui ho più bisogno in quel momento è Rafe.
Avevo già scelto il mio lato della bilancia da quel giorno nel garage, e non importa se fosse quello sbagliato. Ho preso la mia decisione e non torno indietro.
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Amici di letto
FanfictionJasmine Davis vive una vita normale e privilegiata a Figure Eight con la madre, contando i giorni per andare in una prestigiosa università e trascorrendo il tempo con i suoi amici. È una delle ragazze più conosciute delle Outer Banks, con una bellez...