Sarah ed io finimmo per dormire nella sua barca, l'unico posto con l'aria condizionata.
Il mio sonno era disturbato, giuro che a Sarah e Wheezie le uccido se non la smettono.
«Ti ho detto di abbassare la voce prima che la svegli» sento dire da Sarah.
Le uccido ho deciso.«Sono già sveglia, ma che vi prende?» dico abbastanza irritata, per poi trovarmi John B davanti con delle bombole in mano.
«Perché sei qui?» gli chiedo irritandomi ancora di più.
«Dovevo caricare le bombole ma non c'è corrente, quindi il compressore non va»
«Ti intrufoli nella nostra barca, alle cinque di mattina, con le bombole vuote?» dice Sarah.
Lui non risponde, si limita a guardarla.
«Lo riferirò a Ward» continua lei, mentre io mi sdraio nuovamente cercando di riaddormentarmi. Li sento parlare per un po' finché non mi addormento del tutto.
Mi sveglio in tarda mattinata, vedo Sarah ancora nel mondo dei sogni. Entro a casa Cameron intenzionata a bere del caffè, ma intravedo Rafe. Scappo letteralmente fuori da quella casa, andando alla fine al Wreck.
Si, continuerò ad evitarlo.
Una volta arrivata mi siedo, aspettando qualcuno che mi prende le ordinazioni.
«Ciao Jas» mi saluta calorosamente Anna, la mamma di Kiara.
Beh, con Kiara non ci parliamo più ma con i suoi genitori ho continuato ad avere un ottimo rapporto.«Anna, come stai?» le domando gentilmente, con un sorriso.
«A parte il lavoro che stressa tutto bene, tu?»
«Bene dai»
«La mamma?»
«Al lavoro»
«Sai, dovrei passare da casa vostra qualche volta, e fare una bella colazione tutte insieme, come ai vecchi tempi»
Se c'è una cosa che mi irrita è che tenta di nominare il passato ogni volta.«Certo, quando vuoi» annuisco.
«Allora, cosa vuoi ordinare?» mi chiede.
«Un caffè» dico osservando una cosa in particolare, che lei sembra notare perché ride.
«Vuoi anche la cheesecake?»
«Due fette!»
«Arrivano» mi dice, la vedo sparire dietro il bancone. Torna poco dopo con il mio amato caffè e le cheesecake, pago, la saluto e vado dritta a casa.
Ero sdraiata a letto, intenta a mangiare patatine e guardare Teen Wolf, quando sento il campanello. Mi alzo controvoglia andando ad aprire e mi trovo Rafe davanti.
Ma che ci fa qua?«Rafe?» chiedo confusa. «Che ci fai qui?»
«Volevo, ehm volevo...» si guarda intorno.
«Volevi?»
«Volevo sapere che stessi facendo»
«Sei venuto qui per sapere che stessi facendo?» mi sembra assurda questa situazione.
«Si. Quindi che facevi?»
«Prima che piombavi a casa mia guardavo Teen Wolf»
«Vuoi compagnia?» mi stava chiedendo di restare con me?
«Ehm, sì ok» lo porto in camera mia, per continuare la serie.
«C'è l'hai ancora?» mi chiede sorridendo, vedendo la foto incorniciata sulla scrivania.
«Certo, è stato uno dei giorni più belli» sorrido al ricordo di quella giornata.
Nella foto c'eravamo io, Sarah, Rafe, Topper e Kalce, sorridenti, tutti ammassati su un lettino gonfiabile. Eravamo in vacanza alle Bahamas, la nostra prima vacanza tutti insieme, sono stati giorni incredibili.
«Dovremmo rifarlo qualche volta» sorride anche lui, al ricordo di quella giornata.
«Finita l'estate torni in Spagna?» mi chiede d'improvviso.
«Voglio finire la scuola lì»
«Perché?»
«Mi piace e mi sono trovata bene»
«Qui non ti trovi bene?»
«Scapperei il prima possibile da quest'isola» gli dico sinceramente.
«Vederti sarà ancora più difficile» sussurra distogliendo lo sguardo e tornando a guardare la TV.
«Vuoi vedermi?»
«Solo... non sparire»
«Non sparisco Rafe» dico ridendo.
«Perché ridi?»
«Non riesci proprio a stare senza di me» in tutta risposta mi arriva un cuscino in faccia.
«Tu hai intenzione di iniziare a lavorare?»
«Non lo so. Forse aiuterò mio padre con il lavoro»
«Forse?»
«Non lo so ancora»
Rafe non vuole prendersi delle responsabilità, non le ha mai volute prendere. Preferisce rimanere comodo e aspettare che tutto gli sia dovuto. E questo è un valore che io non ho e non condivido.
«Sai, ricordo una frase di un libro che ho letto, diceva: "La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati, la nostra più grande paura è quella di essere potenti al di la di ogni misura. È la nostra luce, non la nostra oscurità che ci spaventa"»
«Che vorresti dire con questo?» mi chiede non capendo.
«Che la tua paura è quella di realizzarti. Perché comporta responsabilità che tu non vuoi prenderti»
Mi guarda quasi offeso da ciò che ho detto.
«Io mi prendo le responsabilità»
«No Rafe, non te le prendi»
«Ma cosa ne puoi sapere tu?» mi ringhia contro, alzandosi di scatto. Sbuffo vedendo questa sua reazione.
«Dimmi una responsabilità che ti sei preso?»
Silenzio.
«Esatto, nessuna. Non ti secca il fatto che tutto ti sia dovuto? Non ti annoia non fare niente? Non studiare, non lavorare?»
«Non è perché tu vuoi fare l'università devo farla anch'io» mi punta il dito contro.
«Non ho mai detto questo» scuoto la testa rassegnata. Vedo che apre la porta ed esce dalla stanza così lo seguo.
«Dove vai?» dico irritata.
«Lontano da te!»
«Ma che ti prende?»
«Mi irriti come poche persone Jasmine»
«Intanto sei venuto tu a casa mia» gli puntualizzo.
«Ed è stata una pessima idea» dice per poi uscire definitivamente da casa, sbattendo la porta.
Idiota, idiota, idiota.
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Amici di letto
FanfictionJasmine Davis vive una vita normale e privilegiata a Figure Eight con la madre, contando i giorni per andare in una prestigiosa università e trascorrendo il tempo con i suoi amici. È una delle ragazze più conosciute delle Outer Banks, con una bellez...