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La luce pallida del mattino filtrava attraverso le tende socchiuse mentre Selene si chinava su sua madre, preoccupata, osservandola. Era stata male tutta la notte, incapace di trattenere nulla di ciò che provava a ingurgitare.

Selene cercava in ogni modo di alleviare le sofferenze di sua madre, somministrandole ripetutamente le sue medicine. Ma ogni tentativo era vano: ogni volta che cercava di farle ingerire qualcosa, il suo corpo sembrava ribellarsi con forza.

«Oh, Selene», Semyona strinse la mano di sua figlia con una forza debole, dopo aver vomitato un altro poco di sangue. «Sono così stanca. Non ce la faccio più...», disse piangendo. «Quando finirà tutto questo?»

Le lacrime salate le rigavano il volto, cadendo fino al mento e poi gocciolando nel secchio dov'era il suo sangue.

Sfinita, posò la testa sulla spalla di Selene ed essa la abbracciò, beandosi di quel poco calore che emanava e tenendola stretta come se da un momento all'altro potesse dissolversi tra le sue dita.

«Finirà presto», sussurrò con un filo di voce, pulendo con delicatezza i residui di sangue dagli angoli della sua bocca con un pezzo di stoffa.

Con uno sforzo, aiutò sua madre a stendersi sul letto, cercando di renderla il più confortevole possibile. Le sue labbra sfiorarono appena un sorriso, ma i suoi occhi erano pieni di dolore, e il suo sguardo si fissò su di lei come se cercasse una risposta che non poteva darle.

«Riposa», si chinò per lasciarle un leggero bacio sulla guancia.

Si allontanò dal suo letto con passo incerto, con un groppo in gola. Aveva bisogno di trovare delle cure più forti, quelle raccomandate dal medico Hutan. Doveva fare tutto ciò che era in suo potere per alleviare il suo tormento, anche se sapeva che non avrebbe potuto fermare l'inevitabile.

Mentre usciva dalla porta vide i suoi occhi chiudersi lentamente. Camminò nel villaggio e, avanzando, il suo sguardo cadde sulla porta della bottega di Fiona che stava superando. La porta era ancora chiusa, ma c'era un dettaglio in più che la fece interrompere il suo cammino. Su di essa vi era inchiodata una foto della signora Fiona, accompagnata dalla parola "SCOMPARSA" scritta in lettere maiuscole e audaci.

Il suo cuore scoppiò in mille pezzi.
Non poté fare a meno di collegare le due scomparse. Prima Aron e ora Fiona.
La stessa domanda tormentante le ronzava nella mente: il Demone aveva avuto qualcosa a che fare con tutto ciò?

Da non molto lontano, sentì una voce familiare. Si voltò e vide Tristan parlare con due donne anziane. La loro conversazione sembrava seria, i loro sguardi preoccupati.

«Sapete da quanto tempo non torna nella sua bottega?» udì egli domandare.

Si fece avanti, curiosa di sapere di cosa stessero parlando.

Non appena il suo piede calpestò la neve Tristan si voltò di scatto verso di lei. I suoi occhi, prima sorpresi, si rilassarono nel vederla, e congedò le due anziane con un cenno del capo.
La mente di Selene era un turbine di pensieri e paure. La scomparsa della signora Fiona si aggiungeva alla lista sempre più lunga di eventi misteriosi e inquietanti che stavano accadendo intorno a lei. Non poteva evitare di collegare il Demone a tutto questo.

Tristan si avvicinò con passo deciso. Il suo sguardo incontrò il mio, e Selene capì immediatamente che c'era qualcosa che non andava.

«Anche la signora Fiona è scomparsa?» chiese incredula, cercando conferma di ciò che aveva appena visto sulla sua porta.

Annuì lentamente, le sue labbra si strinsero. «Sì, sembra proprio così. Nessuno ha notizie di lei da giorni».

«È stato...», si avvicinò di un passo, guardandosi intorno. «...il Demone?»

La Guerra degli Dei - La Prescelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora