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Gli occhi di Selene si spalancarono come cerchi d'acqua concentrici generati da una pietra lanciata in uno stagno calmo.

C'era qualcuno dietro di lei, che la stava guardando.

La guardava mentre spiava...

Oh Dei.

Lentamente si voltò, il cuore battendole all'impazzata nel petto. E lì, davanti ai suoi occhi, c'era un uomo. Un uomo incredibilmente bello, con lineamenti che sembravano scolpiti da un'opera d'arte. I suoi occhi azzurri erano di un colore intenso e profondo, come due pozze di mistero, e il suo sorriso era malizioso. I capelli castani erano raccolti in un codino, e un ciuffo cadeva leggermente sulla sua fronte, conferendogli un aspetto selvaggio e affascinante.

Selene si sentì come un animale in trappola nel suo sguardo penetrante, incapace di distogliere lo sguardo. Il suo cuore continuava a battere forsennatamente, come se volesse scappare dal suo petto.

«Mi sembra che abbiate trovato qualcosa di interessante da guardare» disse con un tono leggermente beffardo, mentre il suo sorriso si allargava ancor di più.

Era così imbarazzata e sorpresa che le parole si fecero indietro nella sua gola. Non riuscì a rispondere.

«Non avete nulla da dire?» chiese ancora, il suo sguardo continuava a fissarla con intensità.

Finalmente, riuscì a trovare la voce. «S-Stavo solo...» tossì, cercando di dare una spiegazione a quello che stava facendo. «Sto cercando la mia amica» riuscì a dire con voce tremante.

L'uomo la osservava con occhi che sembravano scrutarla, leggendo ogni sfumatura delle sue emozioni. Quel sorriso malizioso non svaniva mai dal suo volto.

Fece un passo verso di lei ed ella sentì l'agitazione crescere sempre di più.

«La vostra amica lavora qui?» chiese, le sopracciglia leggermente sollevate, come se volesse trarre piacere dal metterla a disagio.

Aggrottò la fronte, quasi offesa dalla sua domanda. «Certo che no» asserì.

Egli assottigliò gli occhi. «Mhm...» il suono che creò nella sua bocca le provocò la pelle d'oca. «Allora, voi lavorate in questo posto.»

La sua insinuazione colpì Selene come un pugno allo stomaco. Sentì un misto di rabbia e offesa salire dentro di lei. Come osava suggerire che potesse essere coinvolta in qualcosa del genere?

«Vi sbagliate di grosso!» rispose con veemenza, gli occhi lampeggiando di indignazione. «Come potete pensare una cosa del genere?»

L'uomo fece un sorrisetto divertito. «Calma, pantera. Non intendevo offendere» il nomignolo che le diede le provocò un fremito, ma cercò di nasconderlo, mentre i suoi occhi guardavano i suoi capelli scuri.

Aveva insinuato che fosse una prostituta. Non doveva farsi vedere vulnerabile e sensibile. «E anche se fosse, non vedo perché debba interessarvi» lo guardò con aria di sfida.

Lo sconosciuto la squadrò con un sorriso sghembo, carico di malizia. Si inumidì le labbra lentamente e compì un altro passo verso di lei, mentre lei si sentiva come se fosse attaccata alla porta di legno, dalla quale ancora echeggiavano i loro gemiti.

Si sentì arrossire, l'imbarazzo che la avvolgeva diventò sempre più tangibile.

«Se voi lo foste stata, credetemi» disse con tono malizioso, lasciando che l'ardore delle sue parole si insinuasse nell'aria carica di tensione, «non avrei aspettato un secondo di più prima di rinchiudervi in una di queste camere e di farvi scoprire piaceri che questo bel corpicino puro e innocente non ha mai neanche immaginato.»

La Guerra degli Dei - La Prescelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora