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«Damyan desidera fare colazione con te», fu quanto Nymeria annunciò a Selene entrando di sorpresa nella sua camera.

Il suono improvviso della voce del Demone la fece sobbalzare. Tuttavia, non ebbe il tempo di girarsi verso di lei, poiché scomparve rapidamente, lasciando la porta aperta dietro di sé, come un invito a lasciare la stanza.

Prima di andarsene, Selene si prese un momento per lavarsi e cambiarsi.
Aveva bisogno di svegliarsi completamente, poiché aveva passato metà della notte a comporre la canzone che Damyan le aveva chiesto. Non era semplice inventarne una senza il suo pianoforte, ma fortunatamente quello che aveva creato era abbastanza agevole. Era un motivetto allegro che, con poche note, generava una semplice e armoniosa melodia. Doveva solo concludere l'ultima parte, e sarebbe stato completo.

Dopo essersi cambiata in uno degli abiti neri che le erano stati dati, Selene si diresse a passo svelto attraverso i corridoi, ormai familiari come i vari dipinti, fino a giungere davanti a una grande porta. Senza bussare, la aprì.

Non appena aprì la porta, si ritrovò davanti a Damyan, seduto a capotavola con un libro aperto davanti a sé, i suoi lunghi capelli cadenti in modo disordinato sulle spalle. Il suo viso era assorto nella lettura, e sembrava completamente ignaro del festoso banchetto che adornava il tavolo.
La tavola era imbandita con una varietà di dolci deliziosi e abbondante frutta fresca. Al centro del tavolo, c'erano candele profumate, mentre il servizio di piatti e posate d'argento era impeccabilmente disposto. Tuttavia, c'era qualcosa di insolito: c'erano solo due posti a capotavola, uno di fronte all'altro, come se il mondo esterno non avesse alcuna importanza in quel momento.

Selene avanzò con incertezza...

Quando posò il piatto, gli occhi di Damyan si sollevarono dal libro che stava leggendo e, senza fare alcun segno, lo chiuse, sfoggiando il suo sorriso più affascinante.

«Dormito bene?» disse con un sorriso.

Mentì, annuendo nervosamente.

La presenza di Damyan al suo fianco la faceva sentire agitata, e l'ansia le stringeva il petto.
La scrutò attentamente, per poi alzarsi con un movimento fluido e avvicinarsi a lei con passi eleganti e decisi. La sua vicinanza intensificava l'agitazione di Selene, ma non poteva fare a meno di notare quanto fosse affascinante e sicuro di sé.

Damyan prese la sedia dal sotto il tavolo e la spostò, indicando gentilmente a Selene di sedersi. Lo guardava con la coda dell'occhio, e con le gambe che tremavano leggermente, seguendo il suo gesto, si sedette.

Il fiato di Damyan dietro di lei era una costante, un'ombra che faceva accelerare il suo cuore al punto che a malapena riusciva a udire il suo respiro irregolare.

Sentì Damyan sporgersi oltre il suo viso, afferrando con grazia un muffin incartato in carta marroncina, posizionandolo sotto il suo naso.

«Muffin di miele e mele», annunciò, i suoi boccoli quasi sfiorando il suo viso, mentre il profumo speziato del dolce la inebriava.

Guardò il muffin con una certa sorpresa. Era lo stesso che sua madre preparava quando era bambina. Ogni domenica, la svegliava con il profumo irresistibile di quei meravigliosi muffin, preparati con le sue mani magiche.

La nostalgia per quei momenti felici la colpì di colpo, e un sorriso malinconico si dipinse sul suo volto.

Damyan si allontanò dopo aver versato del succo d'arancia nel suo bicchiere, osservandola soddisfatto.

«Ti piace?»

«Come facevi a...».

Era ovvio. Damyan aveva sorvegliato ogni aspetto della sua vita fin dalla nascita.

La Guerra degli Dei - La Prescelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora