Ludovica.
Gli occhi verdi, spenti e annoiati, di Ludovica sono messi maggiormente in mostra dalla montatura scura degli occhiali che è costretta ad indossare per poter vedere bene da lontano. Il suo volto riesce ad assumere quasi un'aria più seria ed elegante, nonostante lei non riesca a vedersi bene e bella con quelle lenti rotonde che circondano il suo sguardo.
Le sue iridi chiare osservano distrattamente le slide proiettate sulla grande parete bianca dell'aula di diritto penale, facendo però fatica a prestare attenzione alle parole che il professore della lezione sta pronunciando, leggendo per filo e per segno tutto ciò che ha scritto su di esse. Ludovica non può far a meno di pensare che, in quel modo, sarebbe stata capace anche lei di insegnare, riuscendo probabilmente a mantenere la concentrazione attiva su di sé con un tono di voce più brioso e frizzante. Il tono lento e la voce rauca, infatti, utilizzati dall'uomo fanno diventare le palpebre dei presenti solamente più pesanti, costringendo la maggior parte di essi a dover sorreggere il proprio volto con la mano per non farlo crollare sul banco.
Tra questi vi è, appunto, anche la corvina, che quella mattina occupa una delle ultime file, sempre affiancata dalle sue compagne di corso e, oramai, amiche. A differenza di quest'ultime, che prendono attentamente appunti e seguono con assoluta concentrazione la spiegazione, se così si vuol chiamare, dell'uomo, senza perdersi neppure una virgola, la corvina si trova a scarabocchiare sul foglio bianco davanti a sé. Piccoli disegni sconnessi tra loro circondano il titolo della lezione, nonché l'unica cosa che è riuscita realmente a seguire da quando ha messo piede all'interno dell'aula. Dopo pochi minuti, infatti, il suo buon proposito di stare attenta alla lezione è andato in frantumi. Si finge, però, interessata alla lezione quando, di tanto in tanto, solleva lo sguardo ed incrocia quello pungente del docente. Gli regala così un finto sorriso mentre annuisce lievemente al movimento delle sue labbra, come se una singola parola uscita dalla sua bocca fosse realmente giunta al suo orecchio e si fosse bloccata, anche solo per un istante, nella sua memoria.
Quando l'orario segna la fine di quella mattinata, mentalmente impegnativa e pesante, un sospiro di sollievo abbandona le labbra screpolate della giovane. Si affretta ad alzare il fondoschiena da quella sedia, riponendo all'interno della sua borsa nera il materiale che aveva tirato fuori ad inizio lezione, credendo davvero che sarebbe stata una giornata produttiva. Insomma, un'illusione vera e propria. Il suo unico pensiero è quello di evadere da quelle quattro mura che le stanno facendo mancare quasi il respiro.
"Appena arrivo a casa li sistemo e te li mando.". Pronuncia Sarah, riponendo il computer nello zaino beige ed attirando l'attenzione di Ludovica. La corvina corruga la fronte, spostando l'attenzione dal telefono che tiene tra le mani a quella chioma riccia rinchiusa in uno chignon ordinato. Le chiede di ripetere, gentilmente, ammettendo che tutta la sua concentrazione era riposta su altro; nonché sui numerosi messaggi inviati da Pietro quella mattina. "Gli appunti dico. Te li passo appena sono pronti.".
Un ampio sorriso riconoscente si dipinge sul volto di Ludovica, mentre ripone il cellulare nella tasca posteriore dei suoi jeans chiari a zampa. Stringe l'amica in un abbraccio dinamico, rischiando quasi di far cadere quel corpo formoso sul pavimento dell'aula; se solo Noemi non fosse stata pronta a sorreggere entrambe. Una risata contagiosa fuoriesce dalla bocca delle tre ragazze, notando come in quelle iridi verdi si sia riaccesa la luce che li fa brillare.
La corvina scocca un bacio sonoro sulla guancia della riccia non appena ritornano ad essere serie, stringendo le sue spalle un'ultima volta prima di prendere parola.
"Mi stai letteralmente salvando, Sa'. Con quel tono di voce che ha io non riesco proprio a seguirlo. Non ho la testa per farlo in questi giorni.". Ammette, nonostante sia consapevole che non si tratti di una questione di pochi giorni. È dall'inizio del semestre che la voglia e la produttività manca nella ragazza, la quale sembra voglia trovarsi da qualsiasi altra parte piuttosto che all'Università di Firenze a seguire un corso che nemmeno le interessa. Nonostante ciò, però, giornalmente prova a prendere tra le mani i manuali e ad apprendere qualche nozione. Ma distraendosi ogni due secondi risulta impossibile studiare. Più la sessione si avvicina e più l'ansia cresce, non riuscendo a fare nulla con calma e tranquillità.
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ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?