Verde speranza.
Ludovica non è mai riuscita ad apprezzare a pieno il mare d'estate. Le spiagge affollate, la sabbia scottante, l'afa soffocante e le voci delle persone che coprono il rumore rilassante delle onde le hanno fatto piacere meno quel luogo che da piccola ha tanto amato. Amava correre lungo la riva, bagnarsi i piedi con l'acqua gelida e ridere come una matta a quel contatto fresco sulla pelle. Gettarsi di testa non appena il livello dell'acqua iniziava ad alzarsi o costringere i nonni a farle fare i tuffi sulle loro spalle. Per non parlare del gelato come merenda, poi! Attendeva con ansia che scattassero le quattro del pomeriggio per mostrare fiera l'orario a nonno Dante ed obbligarlo a raggiungere il piccolo chiosco per poter prendere il suo amato Maxibon. Non si azzardava a disturbare nonna Cristina, però, che voleva solamente prendere tutto il sole possibile nei momenti in cui non giocava con la piccola di casa. Le estati le passa raramente, ora, al mare. Forse perché le ricorda le vecchie giornate passate in compagnia di nonno Dante, o forse è dovuta alla stanchezza dell'età. La nipote non ha mai voluto indagare troppo sulla questione, consapevole in fondo che è non facile ripercorrere i bei momenti che condividevano con l'uomo. Anche per questo, il mare d'estate le fa stringere lo stomaco.
Negli ultimi anni si diverte solamente se al suo fianco ci sono quei pazzi dei suoi amici. Loro che mollano gli zaini nel primo punto libero della spiaggia che trovano per sfidarsi a calcio o a pallavolo, improvvisandosi professionisti. Non manca mai la partita a schiaccia sette e Ludovica ricorda bene la prima estate passata in loro compagnia: Andrea le aveva schiacciato quel pallone dritto sul naso, con una forza brutale da farle sanguinare il naso. Si era pietrificato alla vista di quel liquido rosso che fuoriusciva dalla sua narice destra e si era affrettato a soccorrerla, scusandosi fino allo sfinimento. Lei l'aveva presa con leggerezza, in realtà, scoprendo il lato competitivo del corvino, ma si era divertita tanto ad obbligarlo a fare qualsiasi cosa lei volesse perché "devi farti perdonare", come gli diceva. E per l'intera estate si era trasformato nel suo schiavo personale.
Il mare di inverno, al contrario, continua ad amarlo. Nonostante sia più burrascoso ed agitato rispetto ai mesi estivi, riesce a trasmetterle quella sensazione di calma e piacevolezza che cerca. Le piace osservare la bianca e densa schiuma che muore sulla costiera sabbiosa, gettandosi su di essa con violenza fino ad accasciarsi con delicatezza prima di essere richiamate dal mare. Spinte dalle correnti e dal vento tipico dei mesi invernali, arrivano oltre il bagnasciuga e sembra facciano una gara su cui riesce a raggiungere il punto più lontano.
La luna si specchia in quel mare scuro ed ammira la sua bellezza come se fosse uno specchio limpido. Lei, circondata da qualche stella luminosa che la mettono solamente in risalto, diventa la protagonista della sera. Quel giorno ha persino cacciato via con un forte soffio le nuvole morbide. Non vuole essere nascosta e messa in secondo piano da quell'ammasso simile allo zucchero filato, non dopo aver aspettato che il sole calasse per lasciarle finalmente il palcoscenico. È lei, aiutata da qualche lampione in lontananza, ad illuminare la notte e, in particolare, le uniche due figure, per lei, minuscole sedute su un largo telo celeste. Coperte ancora con i vestiti pesanti a causa della bassa temperature, percepiscono sotto i loro sederi la sabbia fredda, che non è stata scaldata per l'assenza di quella palla gialla di fuoco.
Pietro e Ludovica osservano le onde infrangersi a qualche metro da loro. Le loro spalle si sfiorano e i loro respiri si uniscono. Lei gioca con la sabbia umida, sporcandosi le mani come una bambina, mentre lui viene catturato da quel tenero gesto spontaneo. Un sorriso si adagia sulle sue labbra.
È stata un'idea del ragazzo, quella di guidare fino al mare. I genitori di Ludovica sono ripartiti da diversi giorni e lei si è chiusa in casa a preparare un esame del primo semestre, che dovrà affrontare a breve. Emma l'aveva salutata dicendo che avrebbe dovuto impegnarsi maggiormente e che si aspettava un voto alto al prossimo esame, e lei non vuole deludere le aspettative di nessuno. Neppure quelle di una persona che non fa altro che lasciarle traumi e sofferenza. Così ha ripreso ad uscire meno, ma non si è isolata dai suoi amici. Ha spiegato loro che è importante per lei prepararsi al meglio ed ha accettato l'aiuto di Noemi e Sarah, pur di non rimanere da sola con i suoi pensieri distruttivi.
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ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?