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Weekend per due.

"È la decima canzone di Violetta che metti, possiamo cambiare genere?". Si lamenta Pietro, mantenendo lo sguardo fisso sull'autostrada che sta percorrendo in compagnia di Ludovica. La corvina scuote il capo in segno di negazione, continuando ad intonare le parole di Voy por ti. Muove a tempo l'indice di fronte a sé, ondeggiando con le spalle nella direzione dell'amico. Un sorriso divertito si allarga sulle labbra di entrambi, ma questo non fa rassegnare il biondo alla guida che insiste con la richiesta iniziale. "Ti prego, Ludo. Non ne posso davvero più.". Continua insistente, abbassando di qualche tacca il volume della radio per sentire sempre meno quell'accento argentino che invade le sue orecchie da più di mezz'ora senza il suo consenso. Percepisce così perfettamente lo sbuffo di disaccordo che fugge dalle labbra della ragazza, che prontamente si affretta a selezionare una playlist già pronta dall'account Spotify di Pietro. Ma nessuna canzone è paragonabile a quella del suo amato Leon.

"Non te ne intendi proprio. Quella era cultura.". Ribatte altezzosa, roteando gli occhi al cielo e voltandosi nella sua direzione. Ormai lui non si sforza nemmeno di trattenere un sospiro divertito, spintonandole leggermente la coscia coperta da un pantalone della tuta pesante con la mano destra. Incrocia le braccia al petto, fingendosi offesa dalla poca serietà con cui affronta tale argomento, e si sistema gli occhiali da vista sul viso. Gli occhi si stancano più facilmente con quel buio e le luci delle altre macchine. "Posso dirti che iniziare così una vacanza di due giorni non è il massimo? Vuoi farmi arrabbiare prima di arrivare a Forte?". Aggiunge lei assottigliando lo sguardo.

Lui alza le mani in segno di resa, prima di riportarne una sul voltante per poter controllare la macchina che guida. L'altra la lascia cadere sul cambio, su cui picchietta a tempo di buona musica, come ha dichiarato mentalmente, l'indice destro. La osserva, poi, con la coda dell'occhio, bella nella sua semplicità. Gli occhiali sottili circondano quegli occhi stanchi, anche a causa della serata terminata da meno di un'ora. Nonostante sapevano di dover partire presto quel sabato mattina, si erano fatti convincere da Andrea a fare un salto all'Ottobit per bere qualcosa in compagnia. Inutile dire che erano rimasti fino all'orario di partenza previsto, dove Pietro si era concesso un solo drink ad inizio serata per poi potersi dedicare solamente a bibite analcoliche, in vista del viaggio. A differenza sua, invece, Ludovica aveva alzato un po' di più il gomito, essendo anche stata implicitamente sfidata da Andrea a reggere il suo ritmo. Un modo, in realtà, per poterle fare il terzo grado su quel weekend programmato con il biondo.

Era stato proprio Pietro a confessare quel segreto che si teneva dentro da più di una settimana ai suoi colleghi e amici, al bunker. Le cazzate di Andrea di quel giorno erano seguite dalle risate e dagli insulti dei ragazzi, che finalmente si stavano rilassando con una birra e una canna tra le mani dopo la conclusione di un nuovo pezzo nel piccolo studio di registrazione. Il corvino si era impettito, come suo solito, a causa del suo ego smisurato, nonostante il suo sguardo era caduto più volte su quello assente di Pietro. L'unico che non reagiva alle sue pessime battute. Un comportamento insolito, ai suoi occhi. Aveva notato, infatti, anche nei giorni precedenti, quanto fosse nervoso e perso tra i suoi pensieri, ma non ci aveva dato realmente troppo peso, pensando che quel suo atteggiamento era dovuto per lo più alle strofe a cui stava lavorando. Ma quando aveva rifiutato, senza pensarci troppo, l'invito di Duccio ad una serata techno organizzata nei dintorni, che si sarebbe svolta proprio quel weekend, si era immediatamente ricreduto. Si trattava di un evento a cui nessuno di loro sarebbe mai mancato. Soprattutto perché, con l'arrivo del Covid e a causa delle restrizioni prese ad Empoli e dintorni, e generalmente in tutta Italia, avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di sconfiggere la noia che si respira in provincia. La serata perfetta per staccare finalmente da quelle giornate di duro lavoro. E così Andrea si era stranito, come il resto dei componenti del collettivo. Si erano scambiati uno sguardo confuso, prima di far cadere le loro iridi sulla figura di Pietro. Una affermazione che aveva generato un mutismo di massa, che non credeva di creare e che aveva fatto sentire il diretto interessato terribilmente in soggezione e quasi terrorizzato da quelle iridi curiose e confuse al contempo. Come se aveva detto qualcosa di estremamente sbagliato. Si era, quindi, raddrizzato su quella seduta, passandosi una bottiglietta di acqua che aveva raccolto poco prima da terra da una mano all'altra, fino a farla cadere sul pavimento.

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