Pre-serata.
Il leggero vento freddo di quel venerdì sera soffia sul viso già truccato, da Gaia, di Ludovica e fa ondeggiare i suoi capelli scuri corti, solleticandole dolcemente le spalle nude. La pelle, lasciata scoperta dal vestito corto che le ha consigliato di indossare Ginevra per la serata, trema a quel contatto. Per questo motivo si stringe la vita con la mano, muovendola dal basso verso l'alto lungo il fianco per provare a scaldarsi un minimo, mentre con quella libera tiene, tra l'indice e il medio, una sigaretta accesa, che si porta alle labbra per aspirarne il fumo. Le sue iridi verdi osservano il panorama storico offerto dalla vista del suo appartamento, dove anni prima viveva con i suoi genitori e che, dopo essersi trasferiti a Milano per motivi lavorativi, hanno deciso di lasciare alla loro unica figlia per il futuro, consapevoli del fatto che non avrebbe mai voluto abbandonare la Toscana.
La corvina afferma di non aver mai percepito la mancanza di mamma Emma e papà Davide nelle sue giornate e, in generale, nella sua vita. Si è sempre sentita in difetto nell'ammettere che, ora, prova indifferenza verso quella lontananza fisica e affettiva. La verità è che è stata abituata fin dall'infanzia a creare ricordi con i suoi nonni, avendo avuto due genitori fin troppo presi dal lavoro da risultare assenti da quando ne ha memoria. E se da piccola passava le nottate a pensare al motivo per cui abbiamo messo il lavoro prima di tutto, e soprattutto prima di lei, crescendo ha capito che non può farne una colpa a nessuno, che non sarà mai in grado di identificarne la causa. Sua madre ha lottato duramente per realizzare i suoi progetti e per ottenere tutto ciò a cui ha ambito, per offrire alla sua famiglia un futuro migliore di quello che la vita sembrava avere in serbo per lei. Suo padre l'ha appoggiata in ogni sua scelta, la sua spalla destra da sempre e per sempre, in amore e soprattutto nel lavoro. Continuano a lavorare duramente per Ludovica, che non hanno mai voluto abbandonare o mettere da parte.
Quando anni fa Emma ha ottenuto un'offerta di lavoro imperdibile, che solo un pazzo avrebbe rifiutato, che l'ha portata a trasferirsi a Milano insieme al marito, il suo piano iniziale era quello di ripartire da zero insieme alla corvina, con la promessa che sarebbe stata una madre presente. Ludovica aveva solo dieci anni, ma ha saputo esporre le ragioni per cui sarebbe rimasta in Toscana insieme ai nonni come una donna vissuta e con la testa sulle spalle. E Nonno Dante si è battuto con la nipote, facendo capire alla figlia che il carico lavorativo era maggiore rispetto a quello che aveva a Firenze e che non avrebbe avuto comunque il tempo necessario da dedicare ad una bambina ancora in fase di crescita, che richiedeva tante attenzioni. Lui, invece, insieme a Cristina, avrebbe continuato a vivere per quegli occhi verdi, per la sua felicità e per creare ricordi indelebili, quelli che ancora oggi si porta nel cuore e nella mente. È stata, chiaramente, una delle scelte più dure che i genitori di Ludovica abbiano mai preso, nonostante non si siano mai fatti vedere fragili davanti a nessuno, ma hanno capito che quella sarebbe stata l'unica scelta adatta per non far sparire quel sorriso genuino sul volto di quella bambina. Una parte di loro, però, si sentirà per sempre in colpa, perché non sono stati in grado di essere i genitori che avevano sognato di essere per la loro unica figlia. Le chiamate, i messaggi, le videochiamate, i pochi incontri non ripagheranno mai l'assenza nelle fasi più importanti di una ragazzina.
Una piacevole sensazione di calore, che si propaga sul suo corpo, la risveglia da quei pensieri, riportandola alla dura realtà. Il suo sguardo viene catturato da quello magnetico di Pietro, che mantiene una mano sulla schiena coperta dalla sua giacca pesante. Un sorriso spontaneo si dipinge sulle labbra della corvina, che lo ringrazia sinceramente per quel gesto. È molto premuroso nei suoi confronti, lo è sempre stato.
"Sei fuori da parecchio.". Le fa notare, affondando il fondoschiena nella poltrona in vimini che decora il balcone. Lei sussulta, notando come la sigaretta che tiene tra le dita sia stata fumata dal vento e la cenere accumulata su di essa sia caduta sul balcone. È stata inghiottita dai suoi pensieri e non si è resa conto dei minuti che passavano. La getta, così, distratta nel posacenere, spegnendola definitivamente e riportando lo sguardo negli occhi profondi di lui. "A che pensavi?". Nessun giro di parole per Pietro, una domanda semplice e diretta per far sì che possa dar voce ai suoi pensieri, soprattutto se si tratta di Ludovica.
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ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?