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Occhi lucidi.

Alla fine la stanchezza di quella serata si era abbattuta violentemente sul corpo minuto di Ludovica. La corvina aveva, infatti, ceduto alle sue palpebre pesanti che continuavano a chiudersi, permettendo loro di serrarsi definitivamente. Si era addormentata come un sacco di patate, rannicchiata con le gambe sul sedile scuro della macchina di Pietro e la testa appoggiata alla sua spalla. Sempre stretta nella felpa nera del biondo, che l'aveva accompagnata in quel viaggio verso i sogni con il buon profumo che emanava.

Il respiro pesante e caldo di lei soffiava sul braccio del ragazzo, che non si è reso conto di nulla a causa della felpa indossata e delle canzoni che lei aveva tanto giocosamente criticato per i primi dieci minuti di riproduzione, nonché gli ultimi in cui è riuscita a rimanere sveglia, — per il solo e semplice gusto di infastidirlo, dopo averla privata dell'ascolto delle canzoni della sua adolescenza — che la radio suonava. Non era riuscita, quindi, a mantenere la promessa iniziale di fargli compagnia durante il viaggio, così da non lasciarlo solo nel buio di quella notte. Ma a Pietro, in realtà, poco importava. Preferiva di gran lunga sentirla stringersi al suo corpo per riposare, provocandogli quelle belle palpitazioni che non sentiva da tempo. Così non aveva voluto svegliarla, nonostante quella posizione un po' scomoda che gli imponeva di cambiare le marce con estrema cautela per non rischiare, appunto, di eseguire qualche movimento brusco che avrebbe interrotto quel sonno profondo.

Cosa che ha, però, dovuto obbligatoriamente fare una volta giunti a destinazione. Il mare si trova solo a pochi passi da loro e il sole sta per sorgere. È questione di pochi minuti, prima che quello scenario diventi uno dei più romantici che Ludovica abbia mai visto. Anche se Pietro lo sta già vivendo: la corvina, illuminata dalle prime luci del giorno, si strofina teneramente gli occhi quando viene scossa con dolcezza dal biondo e non appena quelle iridi verdi si incastrano con le sue il suo cuore perde un battito. Lucenti, nonostante l'evidente stanchezza ancora presente in essi, e grandi come non mai lo scrutano con lieve imbarazzo.

"Buongiorno principessa.". La prende giocosamente in giro lui, con un sorriso accennato sulle labbra lievemente secche. Un sorriso che nasconde mille emozioni. "L'alba ci aspetta ancora per poco!". Aggiunge poi, facendo sì che gli angoli della bocca si sollevino maggiormente. Ed immediatamente le iridi chiare di lei cadono su quella striscia blu in lontananza, fino a risalire leggermente più su per scoprire quei colori ancora spenti nel cielo. Ora sorride anche lei, teneramente.

La mano sinistra recupera gli occhiali da vista che deve aver fatto cadere accidentalmente sul tappetino nero quella notte, poiché probabilmente se li era sfilati poco prima che il suo cervello staccasse completamente la spina. Li ripone frettolosamente nella custodia presente nel suo zaino, mentre con la mano destra, non appena la libera da altri impedimenti, fa scattare la serratura della macchina. Con un cenno del capo invita Pietro a sbrigarsi, perso nel labirinto della sua mente, e nel giro di pochi secondi si trova a correre a piedi nudi su quella distesa di sabbia fredda. Lascia cadere lo zaino ai suoi piedi, con lo sguardo sognante rivolto verso l'alto in attesa che quelle sfumature miste di rosso e giallo diano vita alla mattina, e aspetta che il ragazzo la raggiunga.

Gli dà ingenuamente le spalle, sedendosi a gambe incrociate sui piccoli granelli chiari, e riporta l'attenzione sulla sua figura solamente quando sente i suoi passi avvicinarsi sempre di più, quando si trova a pochi centimetri da lei. Gli regala l'ennesimo dolce sorriso della giornata, invitandolo a sedersi al suo fianco battendo la mano sulla superficie poco omogenea. E lui non perde un secondo ad eseguire quella richiesta, sfiorando con il gomito il suo. Lascia che appoggi nuovamente la testa sulla sua spalla, e ne approfitta per appoggiare le sue labbra su quella massa spettinata e ondulata.

"Non finirà che ti addormenti. Guarda che non ci sarà un altro momento e finirai per perderti lo spettacolo.". Pronuncia con un filo di ironia, ricevendo un pizzicotto sul fianco come prima risposta che lo fa imprecare a denti stretti per il dolore. Ludovica aveva applicato più forza di quanto pensasse.

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