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Pulcino.

"Pulcino, svegliati.". La voce dolce e pacata di Davide arriva sfumata alle orecchie di Ludovica. Lei, stesa nel suo comodo letto e stretta dalle calde coperte, viene scossa dalle sue mani grandi, ondeggiando a destra e a sinistra senza sosta finché non è costretta a spalancare gli occhi e ad interrompere il suo breve riposo. Un lamento rauco abbandona le sue labbra screpolate e secche, portandosi il cuscino sul volto per nascondersi dalla luce che filtra tra le fessure della tapparella e che brucia nei suoi occhi verdi. Soffoca in esso un altro gemito infastidito da quel traumatico risveglio.

Dopo aver parlato con Pietro ed essere rimasti per diverso tempo da soli, accoccolati su quella panchina dai mille ricordi, il telefono del biondo ha iniziato a squillare, mostrando il nome di Huda sullo schermo. Entrambi hanno corrugato, confusi, la fronte, in quanto capita raramente che la ragazza lo chiami, specialmente ad orari poco decenti della sera. Si è affrettato, quindi, a rispondere, preoccupato e allarmato che fosse successo qualcosa di grave. Col cuore in gola si è portato il telefono all'orecchio, rilasciando un sospiro di sollievo quando l'ha pregato di tornare al Bunker in compagnia di Ludovica. La corvina, infatti, dopo aver abbandonato il telefono all'interno della sua borsa prima di uscire di casa, non ha più controllato le notifiche, perdendosi le richieste di soccorso dalla noia da parte dell'amica. Marco e Gherardo l'avevano abbandonata per sfidarsi alla Playstation, Dario e Jacopo lavoravano ad una nuova base e tutto ciò che le rimaneva era Andrea, dato che Duccio non si era fatto vivo quella sera. Questo è ciò che aveva scritto all'amica, portandola a ridacchiare al pensiero di lei che ha dovuto sopportare le azioni fastidiose del corvino.

Si sono, quindi, diretti dai loro amici, rimanendoci fino alle 6:00 del mattino successivo. In realtà, Ludovica si era addormentata verso le quattro meno un quarto su un divano insieme ad Huda e Ginevra, dopo una seduta intensiva di gossip e schifezze, e ci era rimasta fino a quando non si è svegliata di soprassalto. Accanto a lei le figure delle due amiche erano sparite, sostituite dal corpo rannicchiato di Pietro. Le guance si erano tinte di rosso quando si era resa conto di avere le dita della mano intrecciate a quelle del ragazzo, affrettandosi a farle scivolare via prima che qualcuno potesse vederle e farsi strane idee. Si era affrettata, poi, a cercare il suo telefono sotto i cuscini ammassati, strabuzzando gli occhi alla vista dell'ora. Un verso grottesco era fuoriuscito dalla sua bocca, svegliando inconsapevolmente il ragazzo al suo fianco. Nel buio della stanza aveva notato il modo in cui si era teneramente stropicciato gli occhi, provando a fatica a mettere a fuoco l'ambiente circostante, e quei teneri pensieri che avevano invaso la sua mente erano stati scacciati via da un forte vento astratto. Con uno scatto rapido si era trovata in piedi, pronta a recuperare tutti i suoi averi sparsi per la stanza per poter rincasare prima che qualcuno notasse la sua assenza. Il biondo si era offerto di riportarla a casa e, dopo le negazioni della corvina, era riuscito a convincerla a salire sulla sua auto, trovandosi dopo pochi minuti ad imboccare la via di casa dei suoi nonni. L'aveva obbligato a fermarsi qualche metro prima, consapevole che il rumore dell'auto avrebbe attirato l'attenzione di Cristina, già sveglia e operativa, e l'aveva ringraziato con un timido sorriso, scappando prima che lui potesse aggiungere altro.

Nemmeno Ludovica sa come è riuscita ad rientrare in casa senza essere scoperta dalla dolce nonna, o forse ignora il fatto che lei ha deciso semplicemente di far finta di nulla e non porre nessuna domanda alla nipote, lasciandola sgattaiolare fino alla sua camera. L'aveva, infatti, sentita uscire la sera precedente e l'aveva vista salire sulla macchina di Pietro, motivo per cui non si è preoccupata o allarmata quando la sentita rincasare solo la mattina successiva. L'ha considerata solo una piccola bravata che lei stessa aveva, più volte, fatto durante i mesi di fidanzamento con Dante, non facendo altro che ricordarle il brivido di avventura che provava nel calarsi dal balcone della sua stanza per raggiungere il suo amato. Insomma, una storia d'amore degna di quelle raccontate nelle favole.

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