Tutto all'aria.
Il tavolo rotondo presente nella sala da pranzo è decorato da una lampada ricurva bianca, due calici di vetro sporchi di vino rosso, una bottiglia vuota e numerosi fogli accartocciati. Sono circa le quattro del mattino, a New York, e gli occhi stanchi di Ludovica fissano lo schizzo che sta terminando di disegnare da diverse ore. La mano si muove leggiadra su quel foglio sporcato dalla matita e passa delicata la mina appuntita sui punti che meno la convincono, cercando di migliorare quella situazione.
Aveva invitato un suo collega, quella sera, a casa sua per portare a termine un progetto assegnato da Maria Vittoria. Si chiama David, il ragazzo, e a fine anno andrà per i 28. È oggettivamente un bel ragazzo: occhi chiari e capelli scuri, con uno strato ben curato di barba che gli dà un'aria più adulta. Che sia un donnaiolo Ludovica l'ha capito dal primo istante in cui ha incrociato le sue iridi, quando le ha regalato uno sguardo ammiccante da lei non desiderato. Così come ha capito che non è abituato a non ricevere le attenzioni di una donna. Per questo, probabilmente, è tanto interessato alla corvina. Ha aperto uno sfida con se stesso, per dimostrare al suo ego da maschio alfa di poter conquistare chiunque lui voglia. Ma Ludovica non è di certo chiunque e di intraprendere una tresca con una persona che neppure le interessa non è nei suoi piani.
Per questo aveva ridacchiato quando, con un giro assurdo di parole, aveva cercato di farsi invitare a casa della 2001. E lei aveva accettato, con un ghigno divertito sul volto. Chissà cosa si aspettava, da quella serata. Sicuramente tutto tranne che parlare di lavoro e concentrarsi unicamente su quel progetto. Probabilmente pensava anche che con una bottiglia di vino rosso, divisa in due, sarebbe stato più facile farla cadere ai suoi piedi. Non consapevole, però, che davanti a sé aveva una ragazzina abituata ai drink mediocri dei suoi amici, che hanno allenato duramente quel fegato.
A mezzanotte, per cui, aveva dovuto abbandonare il suo piano iniziale. È stato costretto a salutare la corvina e a rincasare nella sua dimora, deluso di non essere arrivato nemmeno in prima base. Ludovica, invece, è rimasta seduta a quel tavolo, con mille idee nella testa. Nessuna che la convinceva realmente al cento per cento, però. E dopo quattro ore passate a rimuginare su quanto creato, si era finalmente concessa una pausa. Lo doveva alla sua sanità mentale.
Lo sguardo è caduto sull'orario segnato dal suo telefono: quattro del mattino a New York significano le dieci a Villanova. Nonna Cristina è, quindi, sveglia da più di due ore, probabilmente. Intenta ad occupare il suo tempo ai fornelli, dopo la solita camminata mattutina per le strade silenziose della provincia, aspetta un messaggio o una chiamata dalla nipote. E, finalmente, a tre ore dall'ora di pranzo, il tintinnio di una notifica la fa camminare rapidamente verso il suo telefono. Lo sblocca allegra, trascinando il dito sullo schermo, e sorride intenerita alla foto mandata dalla corvina, che la ritrae stanca con la bozza tra le mani.
Ludovica non fa in tempo a leggere la risposta di Cristina e a continuare quella conversazione, che il nome di Andrea spunta sulla parte alta del display attirando la sua attenzione. Una videochiamata a cui la ragazza si affretta a rispondere, sorpresa nel trovarlo sveglio a quell'ora della mattina. Soprattutto perché si trovano nel bel mezzo del tour estivo e la stanchezza lo starà sicuramente divorando vivo.
"Ciao, nana!". Il tono allegro da lui utilizzato fa espandere il sorriso dipinto sulle labbra rosate. Lui è sempre così contento di vederla e sentirla. "Come mai sveglia a quest'ora?". Continua con tono più preoccupato, non appena il suo cervello ricorda le sei ore di fuso orario che separano l'Italia dagli Stati Uniti. Il corvino inquadra il suo volto dal basso, appoggiato allo schienale di uno dei divani presenti nella stanza della Venere. Gli occhi scuri sono nascosti da un paio di occhiali da sole, che non le permettono di investigare sulle possibili occhiaie presenti sotto ad essi, e i capelli neri, con la sfumatura ai lati blu, sono leggermente sparati in aria. Le sarebbe piaciuto tingerli lei all'amico, come aveva fatto a Dario con l'aiuto di Huda, ma a distanza sarebbe risultato decisamente difficile.
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ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?