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Qualcosa di rotto.

È mattina presto e l'aria gelida di fine novembre accoglie la città. Ludovica cammina per le strade deserte di Villanova, stretta nella sua giacca pesante, con le mani nascoste nelle tasche per non farle congelare, mentre la musica riprodotta dai suoi auricolari le fanno credere di essere la protagonista di un film romantico. Una cuffia di lana viola, rubata a Marco qualche giorno prima, nasconde la sua chioma mossa leggermente disordinata e la tiene al caldo, nonostante le guance e il naso si siano tinti leggermente di rosso per colpa del freddo.

I suoi occhi chiari osservano il paesaggio che la circonda, che le trasmette tranquillità e calma. Il cuore batte regolare, cacciando l'ansia che l'aveva costretta ad alzarsi presto quella mattina. L'aria fresca e pulita viene respirata a pieni polmoni, senza sentire il bisogno di fumare una sigaretta per rilassare i nervi tesi.

Villanova, per lei, rappresenta il suo posto felice nel mondo. Quando si sveglia con un attacco di panico e ansia, dovuto ad un brutto sogno o a quei pensieri autodistruttivi, le basta mettere piede fuori casa ed immergersi in quelle stradine isolate per ritornare a stare bene. Si ritaglia del tempo per sé, circondata da una distesa di verde, e si ferma a pensare, a mettere su un foglio bianco i suoi pensieri tramite disegni e scritte, a buttare fuori tutto il marcio che tiene dentro. Quando si trova a Firenze, invece, e il risveglio non è dei migliori, a salvarla è solo la nicotina; spesso neanche quella riesce a calmarla, dovendo ricorrere agli ansiolitici. Il traffico e i turisti non l'aiutano di certo a respirare un clima sereno e tranquillo. Inoltre, quando si sveglia nel capoluogo è perché deve seguire delle lezioni universitarie e nemmeno questo di sicuro la aiuta. Costretta a rimanere chiusa in un aula, ad ascoltare spiegazioni che nemmeno le interessano, quando l'unica cosa che vorrebbe fare è urlare, strillare fino a perdere la voce e fino a non sentire più niente.

Passa per la pasticceria dove andava sempre a fare colazione la domenica mattina con i suoi adorati nonni. Chiedeva un grande bicchierone di latte fresco, con i suoi occhi grandi, e una brioche al cioccolato, con tanto cioccolato ci teneva a ribadire all'uomo dietro al bancone. Si muoveva impaziente sulla sedia di plastica scura e dura, tra le risate di nonno Dante e le foto di nonna Cristina, che si divertiva ad immortalare ogni momento. Veniva richiamata un paio di volte dal nonno e si calmava non appena davanti a lei appariva magicamente ciò che aveva ordinato.

Saluta cordialmente la ragazza dietro al bancone, la figlia del vecchio proprietario ormai troppo anziano e malato per gestire quell'attività. Le chiede come sta Cristina, con reale interesse e sincerità, prima di farle ordinare diverse brioche da portare al Bunker. Andrea le aveva scritto la sera precedente chiedendole se sarebbe passata in studio, dato che loro si sarebbero fermati lì a dormire, per passare una serata insieme a bere e a fumare, tra chiacchiere e giochi. Le aveva mandato una foto con Pietro, quasi pregandola dopo un no iniziale senza spiegazione, e lei aveva fatto mandare un audio dalla nonna, in cui spiegava che il dottor Stranamore le stava aspettando da giorni. La loro ignoranza in ambito di serie tv, e in particolare di Grey's Anatomy, però non ha permesso ai due ragazzi una piena comprensione a quel messaggio.

Sa, quindi, che staranno ancora beatamente dormendo e quando entrerà, grazie alla copia delle chiavi gentilmente offerta da Gherardo, li troverà ancora nel mondo dei sogni. Ritorna con calma a casa dei nonni, trovando la maggiore già in piedi e attiva, mentre il sottofondo di una sitcom invade le stanze della casa. Le lascia un bacio tra i capelli e la pasta ai frutti di bosco, che tanto la fa impazzire, su un piattino in cucina.

"Ti sei svegliata presto questa mattina.". Constata lei, sedendosi davanti a quella bontà dopo essersi versata una tazza di caffè-latte. Nel suo tono c'è preoccupazione, e Ludovica la percepisce bene. Le accarezza dolcemente la schiena, dicendole di stare tranquilla.

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