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Primo passo.

Ludovica, Sarah e Noemi sono sempre sembrate un trio strano agli occhi di nonna Cristina. Non perché non siano delle brave ragazze o perché sono troppo diverse tra loro, al contrario. Apprezza la loro diversità e particolarità. Ma fin dall'inizio ha creduto che, in quel rapporto, a mettere meno affetto fosse proprio la nipote. Lei che di amore ne avrebbe da vendere, se non fosse troppo impegnata a lottare con i mostri del suo cervello. Eppure, per quelle poche volte che le ha viste insieme, Cristina nota come quegli occhi verdi non siano lucenti come lo sono con Andrea o con Huda, per fare due esempi di amicizia presente nella vita della corvina. Con loro, Ludovica, è vera. Con i suoi pregi e con i suoi difetti.

Per questo quando, poche ore prima, le ha comunicato che sarebbe uscita proprio con le due colleghe universitarie è rimasta stranita. Non nominava le due ragazze da tempo, ormai. Così come aveva smesso di studiare o di parlarle degli esami. Senza sapere, però, che l'ultima volta che aveva tirato fuori l'argomento "università" era stato con Pietro, davanti alla tomba di nonno Dante. Quando gli aveva comunicato che aveva scelto quella facoltà proprio per un sogno irrealizzato dell'uomo. Un sogno che, in realtà, non si è mai trovato all'interno del cassetto dei desideri di Ludovica.

E quella notte, dopo una settimana esatta dalle parole di nonna Cristina, sul balcone di casa, aveva preso una decisione importante. Nonostante avesse dormito si e no tre ore scarse, si era svegliata presto la mattina successiva e aveva inviato un messaggio sul gruppo WhatsApp con Noemi e Sarah. Una colazione in tarda mattinata. Un invito a cui loro non hanno esitato ad accettare, stranite quasi quanto Cristina dall'arrivo di quella richiesta.

Così quella mattina, Ludovica aveva indossato una gonna in jeans lunga, dato che le temperature ancora non troppo calde non le permettono di indossare qualcosa di più corto, e una semplice t-shirt a maniche corte. Si era preparata come se stesse per affrontare un esame, con trucco e parrucco annessi per ammazzare il tempo, o qualsiasi altra cosa che richiedesse una certa formalità. Invece deve solo comunicare alle due ragazze una semplice decisione presa.

Si era preparata persino un discorso, in realtà, quella stessa mattina, prima di avviarsi al luogo stabilito. In modo tale da non tralasciare nessuna parola o di trovarsi a balbettare come una scema. Ma le parole, ora, seduta davanti a Sarah e Noemi, sembrano mancare. Muoiono in gola ancora prima di poterle sputare fuori.

"Cristo, siamo qui da almeno mezz'ora, Ludovica! Si può sapere cos'hai di così tanto importante da dirci o vuoi continuare a far tramare il tavolo con la tua gamba?". Il tono impaziente usato da Noemi fa sussultare Ludovica, immersa nei suoi pensieri alla ricerca delle giuste parole. La castana lascia cadere il cucchiaino, usato per mescolare quel caffè macchinato, sul piattino lilla che sorregge la tazzina. Un rumore che richiama anche l'attenzione di Sarah alla sua destra. Accavalla le gambe sotto al tavolo con un movimento rapido e incrocia le braccia sotto al seno prosperoso. Osserva la ragazza con i suoi occhi scuri interrogativi, puntandolo in quelli verdi ansiosi della corvina, in attesa che si degni finalmente a parlare.

Ludovica comprende il suo nervosismo. Era stata lei a chiedere loro di incontrarsi in quel bar a Firenze. Quello vicino alla sede di giurisprudenza, per la precisione, e quello in cui si danno solitamente appuntamento prima di un esame. E l'aveva fatto anche con una certa urgenza. Eppure, dopo essersi salutate appena incontrate ed aver comunicato l'ordinazione alla cameriera, l'unica ad aver incanalato un discorso era stata Sarah. Un discorso a cui la corvina non era neppure riuscita a prestare attenzione, poiché troppo presa a ripetere mentalmente quelle paroline che si era studiata poco prima.

Ferma, però, il movimento involontario della sua gamba, scusandosi con la ragazza seduta di fronte a sé. Distoglie rapidamente lo sguardo da quello sollecitante di lei e lo porta sul bicchiere d'acqua fresca che tiene tra le mani. Butta giù, così, un grande sorso di quel liquido trasparente, cercando di recuperare quella saliva che stava iniziando a mancare. Sa di avere quelle quattro iridi scure, tanto simili quanto diverse, puntate sul suo volto magro. Così come sa che deve prendere coraggio, non potendo più rimandare.

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