Niente amaro in bocca.
Ludovica si stringe nella giacca di Pietro. Quella che il biondo le ha adagiato sulle spalle quando erano ancora seduti al tavolo del ristorante con vista sul mare. Ha abbandonato le scarpe a pochi passi da dove si trova ora, con i piedi immersi nell'acqua del mare sulla riva. Al suo fianco Pietro sta eseguendo le stesse movenze, con la sola differenza che i palmi delle mani sfregano nervosamente contro le cosce. I suoi pensieri viaggiano senza sosta, da ore ormai. Entrambi osservano le piccole onde infrangersi contro la sabbia, che ad ogni ondata risucchia lentamente le dita dei loro piedi sotto ai granelli bagnati. La luna si riflette in quella distesa di blu scuro, illuminando leggermente le figure dei due giovani. Pochi centimetri, forse millimetri, separano le loro braccia, che si sfiorano timidamente. Hanno quasi paura a toccarsi, come se la bolla di pace che li ha accompagnati per l'intera durata della serata potesse esplodere e scatenare il caos.
"Mi piace questa calma.". Commenta Ludovica in un sussurro, attirando le iridi di lui sul profilo del suo volto. Le ciglia lunghe le solleticano le guance, quando le palpebre sbattono, e le narici si allargano in modo quasi impercettibile, quando inspira l'aria fresca che fa fuoriuscire dalle labbra socchiuse. Il volto rilassato riflette le parole appena pronunciate. Un senso di pace che si manifesta spesso nel corpo della ragazza quando è in compagnia di Pietro.
"Vengo spesso qui con Asia, soprattutto nei mesi non estivi. Ci piace proprio per la sua tranquillità. Ci sediamo in quei tavolini laggiù e parliamo per ore.". Le confessa il biondo, indicando con l'indice quel bar, ora chiuso, alle loro spalle. Ludovica sorride inevitabilmente, all'immagine dei due fratelli Serafini che si confidano e ripongono nell'altro le ansie della giornata, pronti a sentirsi più leggeri. Invidia tanto il loro rapporto. Avrebbe tanto voluto un fratello maggiore come Pietro o una sorella minore come Asia.
Ha pensato spesso a come sarebbe stata la sua vita se i suoi genitori avessero avuto un altro figlio. La parte egoistica di lei pensa che forse avrebbe sofferto meno. Alla perdita di nonno Dante, alle pressioni dei suoi genitori, ai mostri che le mangiano il cervello. Tutto sarebbe stato diviso equamente per due e lei non si sarebbe dovuta far carico di tutta quella sofferenza che la logora dentro.
Gli occhi di Pietro catturano l'esatto momento in cui un velo di tristezza attraversa il suo volto magro. Le passa una mano lungo il braccio, fino a farla ricadere a quella di lei per far intrecciare le loro dita. La costringe, con quel tocco, a voltarsi nella sua direzione per poter incatenare i loro sguardi. Due calamite magnetiche che si attraggono, anche se, alla fine, spesso, finiscono per respingersi.
"Che succede? Perché sei diventata triste?". Le domanda dolcemente, sfiorandole con la mano libera la guancia. "Ho detto qualcosa di sbagliato?". Pronuncia subito dopo, con preoccupazione. L'idea di aver rovinato un bel momento lo mette in guardia e in crisi. La corvina scuote la testa, adagiando la mano sopra quella del ragazzo.
"No, Pietro. È tutto ok, non devi preoccuparti.". Ammette dolcemente, lasciandosi cullare da quei leggeri cerchi che il pollice del ragazzo sta tracciando sul dorso della sua mano. Lascia andare i brutti pensieri, non volendo farsi rovinare da essi l'ennesima giornata. "È tutto perfetto.". Dichiara in un sussurro, facendo fuggire quella confessione dalle labbra. Una dichiarazione che fa perdere un battito al cuore del cantante.
Lui che, da quando Ludovica le ha confermato la sua presenza per quel fine settimana, non ha fatto altro che pensare a come rendere quella serata magica. Ha organizzato una cena a lume di candele, con la complicità del proprietario del ristorante in cui va sempre con la sua famiglia. Oramai è di casa, così tanto che ha riservato per i due giovani il tavolo più intimo e con la vista migliore: quella sul mare. Il rumore delle onde ha accompagnato la loro cena, mentre un leggero venticello ha soffiato sui loro volti agitati. Quel vento che ha permesso a Pietro di ricordarle i suoi bei modi, passandole sulle spalle la sua giacca. Quei modi da principino che lei ama fargli notare per prenderlo in giro, nonostante li apprezzi da morire.
STAI LEGGENDO
ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?