Partire senza salutare?
Il giorno della partenza è arrivato fin troppo velocemente, per Ludovica. Quella mattina si è svegliata con le palpebre pesanti e delle marcate occhiaie sotto agli occhi, segno che nei giorni precedenti aveva fatto fatica a dormire per più di 5 ore a notte. La sera si addormentava costantemente tardi, per poter passare più tempo possibile con i suoi amici più cari e con nonna Cristina, e la mattina si svegliava inevitabilmente presto, con l'ansia di dover terminare i bagagli in tempo. Tempo che non le sembrava bastare mai, per tutto ciò che aveva in programma di fare prima di prendere un volo e percorrere innumerevoli chilometri.
Era stata molto al bunker, quando i ragazzi che frequentavano quel posto non passavano intere serate a casa dei suoi nonni, in quei giorni. Sentiva la necessità di creare dei ricordi, per compensare quelli che si sarebbe persa. Ludovica ha ancora gli occhi lucidi di Huda impressi nella mente, mentre la pregava ironicamente di non abbandonarla. Non sarebbe riuscita a sopportare da sola Andrea, le aveva detto sogghignando. Si era portata una mano al petto e aveva roteato tragicamente gli occhi al cielo, mettendo in atto una scena drammatica. E la corvina aveva riso, sentendo un po' di malinconia sprigionarsi tra quelle note allegre riprodotte dalla sua stessa bocca. Un suono strano, che le aveva provocato del fastidio. Sapeva che avrebbe sentito la mancanza di quei battibecchi, tra i due amici, ma avrebbe supportato e aiutato la riccia anche a distanza pur di infastidire giocosamente il corvino. Perché sì, Ludovica darà il meglio di sé anche se lontana nel rapporto con Andrea.
Gli occhi che Ludovica ricorda meglio, però, sono sicuramente quelli di Pietro. Quelle iridi che hanno schivato con attenzione il suo contatto visivo, nelle poche occasioni che li vedeva presenti entrambi nello stesso luogo. Un evento raro, dall'ultima conversazione avuta a casa della 2001. Il biondo, infatti, ha cercato di farsi vedere il meno possibile al bunker, pur di evitare la presenza di quella sagoma magra. Ma, in alcune occasioni, non ha potuto rifiutare l'invito di presentarsi in quel posto che considera casa da anni. Avrebbe voluto, per non rendere l'aria ancora più tesa e pesante, e ci sarebbe riuscito se i suoi amici l'avessero lasciato a marcire nel suo dolore. Invece era stato trascinato, letteralmente, a quelle uscite.
Ludovica cercava, in quelle occasioni, di avvicinarsi al ragazzo, per poterlo portare in disparte dal resto del gruppo così da chiarire quella situazione lasciata a metà. Perché, a lei, l'idea di partire senza aver risolto non va affatto giù. Eppure lui non aveva nessuna intenzione di passare un solo minuto in sua compagnia. Quando intercettava quei movimenti puntare nella sua direzione, si affrettava ad abbandonare casa Stagi. Con fretta e nessuna spiegazione. Chiarimenti che, in realtà, erano ben palesi a tutti.
"Se hai intenzione di perdere l'aereo, dimmelo. Almeno mi metto comodo.". Andrea si appoggia con la spalla allo stipite della porta della camera dell'amica, intenta a controllare assiduamente di non aver dimenticato niente di importante. Materialmente parlando, sia chiaro. Se guardiamo la parte sentimentale, in Toscana avrebbe lasciato tanto. Forse fin troppo.
Sbuffa, fingendosi annoiato da quell'attesa. Spera, in realtà, che la corvina possa perdere quel maledetto aereo per poter passare un solo altro giorno in sua compagnia. Almeno, a parlare in quel momento è la sua parte egoistica. Quella altruistica, al contrario, nonché quella che prevale su qualsiasi altra emozione, spera che lei possa partire e trovare al più presto la sua serenità, così da tornare nuovamente a Firenze. Ma quei pensieri rimangono incastrati nella sua mente. Non avrebbe detto niente, Andrea, per non influenzare la scelta dell'amica, nonostante avrebbe voluto vomitarle addosso tutto ciò che lo turba.
Gli occhi verdi di lei saettano sulla figura del ragazzo, con un sorriso divertito dipinto sulle labbra. Stringe il manico del suo bagaglio a mano, facendo scorrere le ruote sul pavimento liscio della sua camera fino a fermarsi davanti ai piedi di Andrea. O la va o la spacca, pensa mentre i suoi piedi percorrono quel breve tragitto. Quasi inesistente, a confronto di quello che avrebbe dovuto affrontare da lì a poche ore.
STAI LEGGENDO
ACQUAZZONE | Fares [bnkr44]
FanfictionTreccani descrive l'acquazzone come una pioggia breve e impetuosa. Insomma, un qualcosa di odioso che può cambiare la tua giornata in un attimo. Ma dopo la tempesta nasce sempre il sole. Si dice così no?