ANASTASYA
19 anni
«Resto con te anche stanotte, non ti lascio da sola.»
Le parole escono senza esitazione, come se fossero state incise dentro di me ancor prima che potessi pensarle. Non c'è bisogno di riflettere o di trovare una scusa, lei ha bisogno di me.
Giulia non risponde subito, si stringe le braccia attorno al petto come se volesse proteggersi da qualcosa di invisibile.
Il suo appartamento è più piccolo di quanto immaginassi, con un disordine che sembra raccontare pezzi della sua anima sparsi ovunque. Libri accatastati sul pavimento, vestiti ammucchiati su una sedia, tazze di caffè dimenticate sul tavolo, come se il tempo in questo posto non scorresse mai davvero, e fosse congelato in un momento indefinito, tra il bisogno di andare avanti e l'impossibilità di farlo.
Eppure c'è qualcosa di accogliente che parla di lei, di una ragazza che ha cercato di costruirsi una vita lontano dal passato, ma che continua a sentirselo addosso come un'ombra.
«Devo andarmene, Ana, avrei dovuto già farlo ieri. Passami la borsa così chiamo mio fratello.»
La sua voce è un soffio tremante, le mani che cercano alla cieca la tracolla di pelle, le dita che afferrano il telefono con un'agitazione che non riesce a nascondere. Abbiamo passato la notte scorsa qui, e anche tutta la giornata.
Ho cercato di farle cambiare idea in tutti i modi, le ho detto che deve smetterla di scappare dal passato e affrontarlo, ma non ne vuole sapere.
Mi avvicino, la osservo mentre sblocca lo schermo e il nome di suo fratello appare nitido davanti ai miei occhi: Tore Colombo, con un cuoricino accanto.
Lo ama, è evidente. E forse è l'unico membro della sua famiglia che non le fa paura.
Ma più che il suo nome, è il cognome a lasciarmi di stucco. Giulia è una Colombo, nonché la cugina di Vittorio Gambino.
La stessa famiglia che ha distrutto Alys. Anche se Giulia non è come loro, quel cognome mi brucia la gola.
«Non puoi tornare dalla tua famiglia.» La mia voce è ferma. «Sei scappata da loro. Non ti farò commettere questo sbaglio.»
Ma lei non mi ascolta.
Le dita le tremano quando preme la cornetta verde con il telefono stretto tra le mani, come fosse l'unica cosa che può salvarla dal precipitare nel baratro.
«Tu non capisci, preferisco tornare in quella famiglia e subire...»
Si blocca e il suo labbro trema, si morde l'interno della guancia come se volesse punirsi per aver parlato troppo.
«Ana... la mia famiglia non deve sapere che Sascia Kovalenko mi ha trovata. Se dovessero scoprirlo mi costringerebbero di nuovo a fargli del male. Mio fratello non direbbe nulla, ma quello stronzo di Vittorio o di Salvo potrebbero riuscirci. Ti prego, tieni la bocca chiusa per me.»
Vittorio, avevo ragione.
Il suo nome continua a ripetersi nella mia testa, un suono che mi fa venire voglia di strappargli gli occhi con le mani e di cancellarlo dalla faccia della terra.
Non voglio sapere chi l'ha minacciata, non voglio sapere cosa ha subito, perché quel nome è già abbastanza.
So che ha paura e che il passato le sta addosso come catene.
E so che non posso fare altro che starle accanto, anche se vorrei distruggere tutto ciò che le ha fatto del male.
«D'accordo.» Le accarezzo i capelli con un gesto istintivo, anche non basta.
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕾𝖆𝖘𝖍𝖆 - 𝖛𝖔𝖑. 3
RomanceMolti pensano che io sia il diavolo in persona, per questo in tribunale mi faccio chiamare Michail come il demone di un famoso poema romantico della letteratura russa. Non sanno che mi faccio chiamare così perché, proprio come quel demone, penso di...
