Epilogo

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EPILOGO

SASCIA

Oggi



Trascorrere la notte senza mia moglie è stato un tormento.
Senza il suo calore accanto, il letto sembrava un sepolcro freddo, ma ne è valsa la pena. Vedere due sorelle ritrovarsi dopo anni, aggrappate l’una all’altra come superstiti di una tempesta, mi ha dato qualcosa che non credevo più possibile: un attimo di pace.
Anche Artem si è lasciato coinvolgere, lui che non ha mai pianto, nemmeno quando credeva di aver perso la sua donna per sempre.
Ma c’è qualcosa che manca e che non può più aspettare, la resa dei conti.

Romero Santana è rinchiuso in una gabbia, qui nelle catacombe, come tanti altri uomini dell’Associazione, in attesa del loro destino. Kovalenko Senior, invece, sta per raggiungerci. Gli ho dato una scusa di merda per attirarlo qui, ma lui non è stupido, sa che qualcosa di grosso sta per accadere.
Ed è giusto così.
Mi porto il sigaro alle labbra, il tabacco si scioglie sulla lingua prima di trasformarsi in fumo. Sono vestito di nero, un abito elegante per un’occasione che merita solennità mentre Aras è al mio fianco, con il suo sguardo freddo e impenetrabile.
«Non dargli il tuo sangue, Sascia.» Lo dice con fermezza, come se avesse già previsto ogni mia mossa.
«Devo subentrare a mio padre. La Bratva mi aspetta da anni.»
«La Bratva non aspetta nessuno. Prende. Pretende, e se vuoi sopravvivere, devi fare lo stesso.»
«Cosa vuoi dire?»
Si piazza davanti a me con le braccia incrociate. «Fai in modo che siano loro a darti il loro sangue, che si inginocchino a te.» Lo fisso mentre sorride appena, è un folle se pensa che si possa uscire dalla Bratva vivi. «Sono anni che tengo la mafia italiana per le palle. Pensano di comandarmi, ma ogni loro affare passa attraverso di me. Mi pagano per ottenere informazioni, per avere la mia protezione, gli lascio solo credere di avere il controllo. Ma la verità? Senza di me, il loro impero crollerebbe in un secondo. Voglio lo stesso per te.»
Mi passa una chiavetta usb spiegandomi che basta poco per possedere ogni loro segreto, e un clic per fotterli.
La Bratva è una prigione dorata, e io ho appena ricevuto la chiave per cambiare le regole del gioco. Avevamo un piano prima di arrivare qui, ma con queste nuove informazioni posso ribaltare la partita.
E questo mi dà solo la conferma che Aras aveva già pianificato tutto fin dall’inizio, ancor prima che io chiedessi il suo aiuto.
Ci voleva al suo fianco, e non avrebbe mai permesso alla Bratva di interferire con i nostri piani.

I passi di mio padre rimbombano nelle catacombe e l’eco della sua presenza si insinua tra le pareti di pietra, come il presagio di una condanna, la sua.

«Cosa c’è di così urgente, Sascia?»
Le mie mani si stringono in un pugno al suono di quella voce.
«Papà.» Lo dico con disprezzo, lasciando che il veleno della parola gli si depositi addosso. «Volevo presentarti il mio nuovo socio prima che arrivi il resto della famiglia.»
Kovalenko Senior lancia un’occhiata diffidente ad Aras. Ma quando lui pronuncia il suo nome, qualcosa cambia nel suo sguardo perché lo riconosce.
«Ora collega il portatile. Il Consiglio ci sta aspettando.» Il mio comando gli fa contrarre la mascella con un tic, il fatto di essere stato tenuto all’oscuro dell’incontro lo mette in allerta.
«Sascia, sai bene che non possiamo farlo in presenza di persone estranee, e tu non fai ancora parte del Consiglio.»
«E tu sai bene che non me ne frega un cazzo del tuo parere. Fai parte del Consiglio perché l’ho deciso io.»
«Loro non conoscono il nostro accordo, non gli piacerà ciò che stai per fare.»
«A questo ci penserò io, adesso fai come ti ho detto.»
Mio padre accende il laptop con riluttanza, sistemandolo sull’altare in pietra, e la videochiamata si apre dopo qualche secondo. Gli undici membri del consiglio compaiono sullo schermo, seduti al tavolo ovale della loro fortezza ottocentesca.
Mi stavano aspettando perché sapevano che oggi avrei fatto un giuramento, ma Aras ha ragione, non sono qui per servire nessuno.
Dietro di me, la mia famiglia si raduna e i membri del consiglio si agitano appena vedono la folla alle mie spalle.
Capiscono che qualcosa non va nel momento in cui loro telefoni vibrano all'unisono e il silenzio si fa pesante.
I loro volti che impallidiscono mentre leggono i messaggi facendo tremare le loro mani che stringono con forza i cellulari, mi fa sorridere. Hanno appena visto il loro stesso inferno riflesso nello schermo.
«Signori.» La mia voce è bassa, tagliente. «Ora sapete perché siamo qui.»
Kovalenko Senior si muove alle mie spalle, borbotta qualcosa di incomprensibile.

«Stai zitto.» La voce di Artem è un ringhio dietro di lui.
Uno degli uomini del consiglio serra la mascella. «Cosa vuoi, Sascia?»
Potrei godermi per un po’ lo spettacolo delle loro facce, ma preferisco arrivare dritto al punto.
«Non vi darò il mio sangue, non entrerò ufficialmente nella Bratva. E se qualcuno di voi proverà a fregarmi, ci saranno delle conseguenze.»
Yegor, lo stronzo che da anni prova a fottermi, si sporge in avanti. «Non puoi, conosci troppe cose, Sascia, e nessuno ti lascerà in vita. C’è solo un modo per uscirne fuori, e il fatto che tu abbia portato degli estranei in una riunione privata, vuol dire solo una cosa.»
Faccio un cenno ad Aras, e i loro telefoni vibrano di nuovo.
Altri segreti, più oscuri e più letali di quelli precedenti, alcuni strettamente personali che mostrano tradimenti alle loro moglie e alla stessa Bratva. Ognuno ha un suo video.
Queste persone hanno ragione, conosco troppe cose, ed è per questo che devono lasciarmi stare.
Mio padre sogghigna pensando ancora di avere il controllo, e che tutto si sistemerà con la mia morte e la sua scalata alla Bratva.
Mio fratello, però, si posiziona alle sue spalle con un coltello stretto nella mano e lo afferra al collo per farlo voltare.

«Che la tua anima possa riposare in pace.» La lama di Artem si muove nell’ombra. Un sibilo. Uno squarcio, e il primo affondo coglie mio padre all’addome. «Questa è per aver venduto mia sorella.» Il secondo lacera il torace. «Questa è per averci trattato come scarafaggi.» Mio padre ansima, il sangue gli cola dalla bocca mentre cerca di capire cosa stia succedendo.
Voglio che senta ogni secondo della sua morte, quindi mi chino su di lui mentre mio fratello lo tiene in piedi.
«Non sai quanto ho aspettato questo momento.» Sussurro con le labbra premute contro il suo orecchio «E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te» Ezechiele 25:17, il mio preferito tra i profeti.

Alla fine delle mie parole Artem gli affonda la lama nel cuore, mio padre si affloscia con un rantolo e un ultimo spasmo. Alys si asciuga una lacrima mentre Elyas la tiene stretta a sé, la guardo per un istante e mi avvicino per imprimerle un bacio caldo sulla sua guancia.
Seguono alcuni minuti di silenzio con i membri del consiglio ci guardano come se avessero appena visto il Diavolo in persona. E forse è così.

«Ora cosa farai, Sascia?» Chiedono, i loro sguardi sono attoniti e confusi, ancora tremanti dai messaggi carichi di minacce che hanno ricevuto.

«Voglio i vostri uomini collusi con l’Associazione. Voglio che la mia famiglia resti fuori dai vostri affari. Abbiamo chiuso.»
Accenno a un sorriso mentre porto Aras al mio fianco e i loro occhi si sgranano quando riconoscono il volto del mio nuovo socio.
Il Diavolo della California non è mai stato solo, e ora, di diavoli, ce ne sono molti di più.
Quando il consiglio si arrende difronte alle troppe prove che ho contro di loro, posso chiudere la videochiamata e tirare un sospiro di sollievo.
Non sono di certo ingenuo per credere che si faranno scivolare tutto addosso e non provino ad ammazzarmi, ma sono pronto per affrontarli quando vorranno provarci.

«Lilith.» Mi volto verso mia moglie e Bea. «Romero Santana è tutto vostro.»
Lei si lecca le labbra con gli occhi che bruciano di vendetta. «Lo voglio morto subito.»

«È il vostro regalo di nozze.»

Mi lascia un bacio sulle labbra prima di voltarsi e prendere per mano sua sorella.
La osservo sparire nei tunnel come un demone che si muove nell’ombra.
E cazzo, non vedo l’ora di scoparmela quando tornerà, con il sangue di suo padre ancora caldo addosso.



*

La cappella nelle catacombe  è avvolta dalla luce fioca di numerose candele, un guscio vuoto di ciò che una volta era sacro. Le pareti sono nude, spoglie di crocifissi, di simboli di fede. Il soffitto alto e le colonne di pietra sembrano testimoni silenziosi di ciò che sta per accadere.
Qui dentro, Dio non è mai entrato. Qui, regna solo il caos.
E oggi, proprio in questo luogo sconsacrato, io e la mia Lilith ci uniremo di nuovo per sempre.
Abbiamo scelto Aras per officiare la cerimonia. Un atto simbolico. Un predatore che benedice l’unione di altri predatori.
Ma quando le porte della cappella si spalancano, il mio respiro si spezza.
Anastasya e Beatriz avanzano lungo la navata, avvolte in abiti di pizzo beige che accarezzano ogni curva. Sono bellissime. Potenti. Elyas le accompagna, stringendole forte a sé, come se temesse che qualcuno potesse portargliele via di nuovo. I suoi occhi tradiscono l’emozione, luccicano come se trattenessero il peso di tutto il dolore che hanno vissuto.
Osservo la mia famiglia. Ogni pezzo spezzato, ogni cicatrice, ogni ferita ancora aperta.
Li amo. Li amo con ogni fibra del mio essere.
Artem è al mio fianco, rigido come se temesse di frantumarsi. Non l’ho mai visto così vulnerabile e così umano.
Ma i miei occhi sono incatenati a una sola persona, il mio piccolo demone.
Lilith è perfetta. Il pizzo le sfiora la pelle come un peccato. Il suo sguardo è quello di una donna che non ha mai conosciuto la paura, ed è mia.
Bea è accanto a lei, e il pancione che porta con sé è la prova tangibile che anche per noi, in questo inferno, c’è ancora spazio per la vita. Artem è impaziente, lo sento dalla tensione che gli vibra nel corpo. Mio fratello avrà un figlio maschio e io avrò un nipote. Un nuovo Kovalenko.
Le ragazze si fermano davanti a noi. Elyas lascia  per ultima la mano di Beatriz, e dopo averle baciate e stretto la mano a me e mio fratello, si posiziona accanto a mia sorella, Alys. Saranno loro i nostri testimoni.

Al primo banco, Rick è immobile. Gli occhi fissi su Giulia, come se avesse paura che sparisse di nuovo. Lei gli tiene il braccio con le dita strette intorno al suo polso per impedirgli di tremare.
So cosa hanno vissuto, li ho sentiti.
Quella notte, quando siamo tornati dal rapimento di Ana, Rick è entrato in casa come un uomo in guerra. Ha cercato Giulia con la disperazione di chi ha quasi perso tutto. L’ha trovata. L’ha stretta a sé.
E poi, con la fronte contro la sua, le ha sussurrato qualcosa che non ho capito.
Lei ha pianto contro il suo petto, le braccia serrate al suo collo, come se il mondo intero potesse crollarle addosso.
Credo che debba passare ancora un po’ di tempo per quei due prima che possano perdonarsi a vicenda, ma in qualche modo si sposeranno presto.
E qui si apre un nuovo scenario, perché l’idea di affrontare Salvatore Colombo non mi va molto a genio.
Dopo la morte di Vittorio Gambino, la sua sete di sangue si è placata, ed è strano, qualcosa in tutta questa storia puzza di marcio.
Ma presto, quei bastardi sapranno davvero chi siamo.
Presto, il mondo intero conoscerà il Chaos.

Aras parla, la sua voce è una sentenza che riecheggia tra le pareti di pietra.
Pronunciamo le nostre promesse, parole che non sono solo parole, ma giuramenti incisi nella carne e nel sangue, e poi quando Aras ci dichiara marito e moglie, accade un miracolo.

Lilith si avvicina, le sue labbra sfiorano il mio orecchio, e la sua voce è un sussurro che mi trapassa il petto.
«Ti conviene dirgli che presto avrà un fratello, o una sorella.» Fissa prima me, e poi Rick.
Il mondo si ferma per un istante e il cuore mi esplode nel petto, martella così forte che per un attimo credo di non riuscire a respirare.
«Cosa? Sul serio, Lilith? Dimmi che non è un cazzo di scherzo.»
Lei sorride, un sorriso che è fuoco puro.
«È questo il mio regalo di nozze per te.»

Mi gira la testa. Il mondo si contorce attorno a me, ma poi un brusco ricordo mi attraversa il petto.
«Ti hanno drogata qualche giorno fa. Sei sicura che vada tutto bene?»
La rabbia mi incendia il sangue al solo ricordo, ma Lilith mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarla, e i suoi occhi sono l’unica verità che mi serve.

«Va tutto bene. Sta bene. Stiamo bene, Sascia.» Mi posa un bacio dolce e delicato sulle labbra. Un contrasto feroce con tutto il caos che ci circonda.
La stringo tra le braccia e poi, senza più alcuna esitazione, chiamo la mia famiglia.

«Venite qui.»

Li voglio tutti vicini, Aras e sua moglie compresi, perché ormai, siamo una cosa sola.
Ci stringiamo. Corpi intrecciati, cuori che battono all’unisono. Ferite che si sono trasformate in cicatrici. Cicatrici che sono diventate il nostro stemma.
Alzo il viso al soffitto della cappella, al vuoto che si spalanca sopra di noi e pronuncio le uniche parole che contano.
«Siamo Chaos.»
Le pareti vibrano con un’eco che si insinua tra le fessure della pietra.
«NOI SIAMO CHAOS!»
La mia famiglia risponde con un grido che sa di promessa, quella di estirpare il marciume da questa terra finché avremo fiato in corpo.
Il mondo non è pronto per quello che sta per accadere.
Ma noi sì.



Fine.

Che dire, questa avventura mi ha davvero emozionata.  Calarmi nei personaggi e nelle loro menti malate, nei loro amori impetuosi e nella loro vendetta, mi ha travolta.

Grazie a tutte le persone che sono arrivate fino alla fine di questa storia.

Amo condividere la mia passione con voi e amo potervi far leggere i miei romanzi contorti.

Mi sarebbe piaciuto raccontarvi di più riguardo la storia tra Rick e Giulia e chissà se un giorno ci tornerò sopra. Per il momento devo dedicarmi alla trilogia che sta uscendo in cartaceo.

Come vi ho detto qualche capitolo fa, in questo volume ho spoilerato un paio di personaggi che se siete curiosi di conoscere, potete leggere di loro attraverso il cartaceo di Blue Ice su amazon o in digitale sul Kindle.
Blue Ice è un po' meno dark, ma pur sempre un dark.
Ho inserito la presentazione e il prologo, se siete curiosi potete leggerlo.

Grazie ancora per esserci stati!

#Staydark. 

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕾𝖆𝖘𝖍𝖆 - 𝖛𝖔𝖑. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora