Capitolo 35

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"Dove stiamo andando?" chiese Clarke. Tutto il suo corpo tremava mentre Finn continuava a condurle verso Dio solo sa dove.

"Io sto in una di quelle stupide baracche con tutto quello di cui ho bisogno. Voglio dire, quella stronza non l'ha nemmeno chiusa a chiave. Quanto possono essere stupidi?"

"È per le emergenze" avrebbe voluto colpirlo Clarke. "Nel caso qualcuno si perda qui fuori".

"Beh, mi è sicuramente tornato utile" sorrise. "Basta temporeggiare, vai avanti o le sparerò" Si mise il fucile sulla schiena e tenne saldamente la pistola mentre la puntava verso Raven. La ragazza tremava contro di lei e Clarke sapeva che era tutta colpa sua. La spinse leggermente dietro di sé e raddrizzò le spalle

"Dovrai sparare a me prima" incontrò lo sguardo malvagio di Finn, ignorando la neve che sferzava intorno a loro e le pizzicava gli occhi. Stava congelando e non riusciva a sentire i suoi piedi o le sue mani, ma questo non significava che l'avrebbe seguito docilmente come una ragazzina spaventata. Non era più quella persona. Lexa le aveva dato la forza e il sostegno per difendersi. Clarke avrebbe combattuto se le avesse attaccate.

"Non tentarmi, principessa" la guardò maliziosamente e si leccò le labbra. "È passato così tanto tempo senza vederci" le puntò la pistola. "Mi dispiacerebbe che ti perdessi quello che sto per fare a te". Clarke rabbrividì e avvolse un braccio intorno a Raven.

"Se ci spari, gli altri sentiranno" disse Raven. "Uno sparo qui fuori si sentirà per miglia e ti daranno la caccia se non lo stanno già facendo".

"Oh, intendi la tua piccola fidanzata mezzosangue" la sua risata fu trascinata dal vento. "Come se lei potesse fermarmi" i suoi occhi saettarono verso di lei. "Nemmeno la tua può farlo".

"Non hai idea con chi stai scherzando, vero?" Clarke scosse la testa e quasi sorrise al pensiero di Lexa che correva in suo soccorso.

"Ti ho cercata ovunque, principessa. Immagina la mia sorpresa quando ho ricevuto l'ordine restrittivo. Sono arrivato in questa cittadina sperduta e la gente del posto era più che disposta a parlare. So essere molto affascinante e persuasivo quando voglio. Non ti ricordi, principessa?" sorrise allegramente. Finn aveva ingannato sia lei che Raven.

"Allora è così che mi ha trovata?" Clarke sentì le lacrime pizzicarle gli occhi, ma col cavolo che gli avrebbe permesso di vederla di nuovo. "Quindi hai lasciato uscire i cavalli come diversivo?"

"Sì e ho guardato e aspettato l'occasione perfetta e nessuno di voi lo ha mai scoperto" Finn si leccò le labbra. "Ora, dimmi, chi è il più intelligente, hmm?" Clarke pensò a qualche settimana prima quando aveva presentato istanza e si era sentita male sapendo che lui la stava osservando come un mostro. Si chiese cosa avesse visto, quali momenti provati avesse invaso a sua insaputa.

"Sei un fottuto psicopatico" sputò e si voltò per spingerlo. Lui le afferrò il braccio e glielo girò bruscamente dietro la schiena.

"Attenta con chi stai parlando" lui tirò più forte prima di lasciarla. "Ti ho detto che non voglio farti del male. Voglio riportarti a casa alla quale appartieni".

"Vuoi dire dove sono prigioniera e mi picchi e mi violenti quando ne hai voglia" Clarke scacciò via i ricorsi e si concentrò su quelli belli che aveva fatto con Lexa.

"Sei mia moglie. Ho il diritto di fare quello che penso sia meglio" le diede una gomitata con la pistola. "Ora continua a camminare".

Clarke incontrò lo sguardo di Raven, che era rimasta in silenzio accanto a lei. Le mormorò: "Fidati di me". Inciampò in ginocchio su un ramo e gridò di dolore. La neve le aveva inzuppato completamente i pantaloni e si era tagliata il palmo, ma non le importava. "Penso di essermi storta la caviglia" la tenne stratta. Come si era aspettata, Finn si inginocchiò accanto a lei, con la pistola appesa al fianco.

LA CADUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora