"Chi è l'avvocato che vedremo?" le chiese Clarke mentre camminavano per la strada. Lexa voleva tenerle la mano, ma rispettava i desideri della donna. Non le piaceva. Era abituata a toccarla ogni volta che voleva. Lo trovava ancora più difficile adesso, dopo quello che avevano condiviso la notte scorsa. Teneva le mani in tasca perché l'ultima cosa che voleva era renderle le cose più difficili.
"Maya Vie" rispose Lexa. "Mi ha aiutato a mettere tutto in ordine dopo che ho lasciato Chicago. Penso che ti piacerà" Clarke annuì distrattamente e Lexa capì che la sua mente era altrove. "Vuoi parlarne?"
"Parlare di cosa?" chiese Clarke, guardandola.
"Che cosa hai in mente?" Lexa si sfregò le mani, avvertendo la scossa familiare del punto in cui la loro pelle si toccava. "So che entrare alla stazione non è stato facile e so che essere in città ti spaventa un po', cosa che capisco; odio semplicemente non poterlo aggiustare".
"Stai già facendo così tanto, Lex" Clarke si fermò e la guardò. "No, non è stato facile, e anche adesso mi sento come se tutti mi stessero fissando" Lexa si guardò intorno, ma quasi nessuno era fuori, ma non lo disse. Invece, si limitò ad annuire.
"Ok" la mano di Lexa si strinse nella tasca.
"La presentazione di un ordine restrittivo è il primo passo" sussurrò Clarke. "Io solo... ora saprà dove sono, il che mi spaventa".
Lexa ci aveva già pensato. "Lo so" voleva solo avvolgere Clarke in un abbraccio. "Ma verrà arrestato se si avvicina a te".
"E se non ottengo l'rodine restrittivo perché riesce a difendersi e il giudice gli crede? Cosa succederà allora?" gli occhi di Clarke erano spalancati dalla paura e Lexa vide che stava iniziando a tremare. Odiano che fosse terrorizzata e sull'orlo di un attacco di panico, Lexa la trascinò in un vicolo, nascosto da tutti gli altri. La avvolse in un abbraccio e la tenne stretta. Poteva sentire il respiro affannoso contro il suo collo.
"Lo combatteremo e otterrai comunque il divorzio" disse Lexa con veemenza. "Non ti toccherà, Clarke. Non glielo permetterò".
"Ho paura" ammise Clarke, con le lacrime agli occhi quando si tirò indietro per guardarla. "Non tanto per me, ma per te e tutti gli altri".
"Posso capirlo, ma ti prometto che sarà fuori dalla tua vita una volta per tutte" promise Lexa prima di riportare Clarke tra le sue braccia. "Ti amo e farò di tutto per assicurarmi che tu stia bene, al sicuro".
Clarke le strinse le spalle. "Ti amo anch'io" seppellì il viso nel collo. Lexa le passò le dita tra i capelli in un gesto rassicurante. Dopo qualche minuto, la bionda si appoggiò allo schienale per guardarla. Prima che potesse dire qualcosa, catturò la sua bocca in un bacio che la scosse completamente. La bruna sussultò e Clarke fece scorrere la lingua al suo interno, leccandole ripetutamente il palato. Non volendo essere da meno, appoggiò la sua ragazza contro il muro di mattoni e saccheggiò la sua bocca, mordendole il labbro inferiore e infilandoselo in bocca.
Il bacio si interruppe solo quando ebbero bisogno d'aria, ma Lexa tenne le loro fronti unite mentre riusciva a tenere sotto controllo il respiro affannoso. "Per cosa era?"
"Ti amo, per avermi dato una possibilità, esserti fidata di me, essere qui" snocciolò Clarke, con le dite che le accarezzavano la guancia. "So che posso farlo perché ti ho al mio fianco".
Lexa sorrise. "Non andrò da nessuna parte" premette un bacio dolce e lento sulle labbra di Clarke. "Sei pronta a vedere Maya? Abbiamo un appuntamento".
"L'abbiamo?"
"Sì, volevo essere pronta e lei può essere piuttosto impegnata" Lexa alzò le spalle.

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LA CADUTA
FanfictionStoria Clexa. Non l'ho scritta io, ma StormChaser1117 sul sito archieveofourown.org. Io mi occupo di tradurla in italiano, spero di farlo in modo corretto. Clarke ha avuto una storia con Finn per così tanto tempo, che si è dimenticata cosa vuol dir...