Capitolo 39

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Passarono alcune settimane e Lexa pensò che tutto fosse passato ormai finché gli atti di vandalismo non ricominciarono: recinzioni rotte, un cavallo scappò, serrature e finestre rotte. Erano piccole cose, ma si sommavano e non aiutavano Clarke o i suoi dipendenti a sentirsi al sicuro. Passò una mano sulla testa di Lucky mentre sedeva sulla veranda con vista sul ranch. Aveva pensato che dietro tutto ci fosse Finn. Non era così a meno che non avesse avuto un aiuto cosa che lei dubitava. Sembrava che pensasse di essere un re e non si sarebbe mai abbassato a chiedere aiuto.

L'aveva lasciata al punto di partenza. Non poté fare a meno di chiedersi se avesse a che fare con la vita che aveva lasciato. Lexa non la pensava così, ma tutto era possibile. Con il suo alto livello di sicurezza, sperava di catturare gli autori del reato in azione, ma evitarono le telecamere. Con l'aiuto di Raven, però, avevano recentemente istallato telecamere nascoste. Non le avrebbe nemmeno viste se non avesse saputo che erano lì.

Raven era così brava.

Controllò l'ora, sapeva che Clarke sarebbe tornata presto dalla terapia. Skip e Hope erano andati con lei mentre Lucky era rimasto a casa. Adorava quanto i loro cani fossero protettivi nei confronti della bionda, incluso Skip. Sorrise, aspettando con ansia il suo ritorno, ma sperando anche che la detective Cartwig la richiamasse con delle novità. Aveva informato subito Callie quando tutto era ricominciato. Lexa sapeva che aveva interrotto le sue indagini quando tutti pensavano che dietro ci fosse Finn. Era passata una settimana ed era stufa di non avere risposte.

Il suo telefono squillò. Lexa rispose rapidamente.

"Hai delle notizie?" Lexa andò dritta al punto, non volendo girarci intorno.

"Sì" sembrava che Callie fosse in macchina. "Sto arrivando".

"Così brutte?" lo stomaco di Lexa sprofondò.

"Non esattamente".

"Va bene. Quanto ci metti?" chiese Lexa, ma sentì gli pneumatici scricchiolare sulla ghiaia. Vide l'auto della polizia di Callie accostarsi. "Non importa, ti vedo". Riattaccò e si alzò per salutare il suo ospite inaspettato.

"Mi dispiace presentarmi così, ma ho pensato che fosse meglio parlare di persona" Callie le strinse la mano. "Eri seduta qui fuori?"

"Sì, è rinfrescante".

"È inverno" Callie scosse la testa e si avvolse più strettamente nel cappotto.

"Ho una stufa" indicò le due lampade riscaldanti. Le piaceva l'inverno, ma odiava essere rinchiusa in casa. Le dava un senso di libertà stare seduta fuori anche quando faceva freddo.

"Possiamo rientrare?"

Lexa annuì. "Certo" aprì la porta sul retro. Lucky corse dentro e si rannicchiò sul letto mentre conduceva Callie in cucina. "Mettiti comoda. Caffè?" si tolse il cappotto e lo appese prima di prendere anche quello dell'ospite.

"Per favore" Callie si sedette e tirò fuori una cartella che Lexa non aveva notato fino ad allora. "C'è qualcun altro in casa?"

"Solo io in questo momento" Lexa si diede da fare versando due tazze di caffè e portandole al tavolo. "Clarke è in terapia. A proposito, grazie per aver consigliato Monty. A Clarke sembra piacere".

"Prego. Speravo che fosse adatto a lei" sorrise e prese un sorso di caffè.

"Sembra di sì. Anya e Raven sono in città a fare le proprie cose, presumo. In inverno il ranch rallenta, così hanno più tempo libero. Indra e Lincoln sono gli unici che vivono qui a tempo pieno".

"Ricordo che me lo avevi già detto. Hai delle brave persone intorno a te, Lexa" Callie aprì la cartella.

"Sì" Lexa era stanca delle chiacchiere. "Ora, cosa devi dirmi?" guardò le pagine, ma non riuscì a capire cosa fossero.

LA CADUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora