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Sono passati tre anni da quando sono partita.
Tre anni in cui non ho più sentito Mario.
Tre anni che non torno nella mia amata Genova.
In tre anni non mi sono mai mossa da Milano.

Chiudo la valigia e la carico in macchina. Sto tornando dai miei, mi sento elettrizzata all'idea di vedere Genova di nuovo.
Allo stesso tempo mi chiedo che fine abbia fatto Mario, se è diventato Tedua, se abita ancora dietro casa oppure dall'altra parte del mondo.

"Ciao Bea, che bello rivederti." Mi stringono in un abbraccio i miei genitori. Una delle poche occasioni in cui li vedo entrambi.
"Rimanete per molto a Genova?" Gli chiedo.
"Per qualche giorno." Mi risponde mia madre.

Non faccio in tempo a sistemare i miei vestiti in camera che sento suonare il campanello.
Apro la porta e subito Sara si fionda in avanti per abbracciarmi.
"Quanto mi sei mancata." Mi dice stringendomi.
"Ma se sei venuta a Milano giusto un mese fa." Ribatto ridacchiando.
"Troppo tempo."

Passo il pomeriggio e la cena con lei, vediamo un film e poi torna a casa.
Non sapendo cosa fare adesso a casa da sola, dato che i miei sono andati a cena fuori, gironzolo per casa in cerca di un'ispirazione.

In salotto ritrovo i miei vecchi disegni e li sfoglio. Trovo anche i disegni che Mario non ha mai visto, ma riguardavano sempre lui.

Sospiro ripensando alla nostra storia, a quanto stessimo bene, a quanto io sia stata stupida a lasciarmelo scappare.
Mi pento di non avergli detto la verità, ma non è stato facile nemmeno per me. Adesso lui magari mi odierà, e non posso perdonarmelo.

Comunque, passo un altro paio d'ore a disegnare ciò che mi viene in mente. Inevitabilmente mi ritrovo davanti di nuovo Mario.

(Il giorno dopo

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(Il giorno dopo...)

"C'è un concerto stasera, andiamo??" Mi arriva il messaggio di Sara e sorrido istintivamente.
"Va bene, sei tremenda." Le rispondo e poggio il telefono.

"Vogliamo andare a cena questa sera?" Mi chiede mia madre.
"Veramente Sara mi ha chiesto di andare ad un concerto con lei."
"Ah va bene, allora niente."

"Possiamo andarci domani se vuoi." Gli propongo sorseggiando il cappuccino.
"Sì, poi vediamo." Annuisce.

Il pomeriggio passa ancora più in fretta, e Sara viene a casa per prepararsi con me, come ai vecchi tempi.

"Ho preso i biglietti in prima fila!!" Dice emozionata sventolandoli.
"Comunque io ho accettato, ma non so nemmeno chi canta." Ridacchio.
"Mah, è un festival, quindi ci sono più cantanti." Fa spallucce ed io annuisco.

"Noi andiamo." Saluto mia madre con bacio sulla guancia.
"Fate le brave." Dice in modo ironico e sia io che Sara ridiamo.

Il festival è enorme ed all'aperto, ed io e Sara ci piazziamo in prima fila.
Ci siamo divertite un sacco, anche se conoscevamo la metà dei cantati che si sono esibiti. Finché sul finale non annunciano ancora un cantante.
Tedua.
Il cuore si ferma e comincia a battere all'impazzata quando vedo Mario sul palco.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora