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Prendo gli ultimi scatoloni rimasti e li porto al piano di sotto. Mario li carica sulla macchina mano mano.

"Non pensi sia azzardato andare a convivere?" Gli domando passandogli l'ultimo scatolone.
"Magari già domani non mi sopporti più." Continuo facendo spallucce e si mette a ridere.
"Sì è possibile." Gli faccio la linguaccia e lui mi lascia un bacio sulla fronte.

"Dai possiamo andare."
Guardo per l'ultima volta casa e mi chiudo dietro le spalle la porta. "Non vedevo l'ora di andarmene da questa casa, era così vuota." Dico un po' rammaricata.
"La nostra non sarà mai vuota." Mi stringe in un abbraccio e partiamo.

Dal mio appartamento, arriviamo al suo. Tutt'altra zona di Milano, molto più bella.
Mario comincia a scaricare gli scatoloni dalla macchina ed io lo aiuto. Saliamo in ascensore e rimango a bocca aperta appena spalanca la porta di casa sua.
È un appartamento, all'ultimo piano, con una terrazza magnifica.

"Mario è stupendo." Dico guardandomi intorno.
Ma mentre esploro il salotto noto un dettaglio. Ha incorniciato uno dei miei disegni. "Questo è mio!" Esclamo sorridendo e lui annuisce.
"Sei sempre stata qui, anche se fisicamente non c'eri." Dice e fatico a trattenere le lacrime.
"Se ne hai altri li appendiamo, ho lasciato la parete vuota di proposito." Continua e a quel punto mi butto tra le sue braccia.

"Non hai idea di quanto sono felice in questo momento." Dico sottovoce con la voce un po' rotta dalle lacrime.
Mi accarezza dolcemente senza dire niente.
"Come facevi a sapere che dovevi lasciare lo spazio per i miei disegni?"
"Lo sapevo e basta."

Ceniamo con del cibo cinese take away, seduti sul divano, con due birre.
"Adesso dovrei trovare qualcuno che esponga i miei disegni." Dico appoggiando la testa allo schienale del divano, e lo guardo.
"In questo potrei aiutarti, domani faccio qualche telefonata."
"Grazie." Sorrido e gli lascio un bacio sulla guancia.

Mi stringe in un abbraccio ed appoggio la testa al suo petto.
Andiamo in terrazza e mi siedo su uno dei divanetti, e Mario su quello opposto al mio.
Da qui si vede tutta Milano che luccica di notte.

"Forse adesso dovrei dire ai miei che sono fidanzata e convivo." Dico ridendo e prendo una sigaretta dal pacchetto.
"Invitiamoli a cena." Propone Mario e rimango sbalordita. "Ti faccio conoscere anche mia madre." Mi dice ed io sorrido.

"Non so se i miei saranno contenti, sono un po' particolari."
"Se ne faranno una ragione." Mario fa spallucce, ed io mi alzo per sedermi in braccio a lui.

"Speriamo vada bene." Gli accarezzo i capelli e lui alza lo sguardo verso di me. Mi avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra.

Spengo la sigaretta nel posacenere.
"Sono stanca da morire." Mi appoggio a lui che mi stringe tra le sue braccia.
"Andiamo a dormire." Mi dice ma non voglio alzarmi. "Ho capito."
Alza gli occhi al cielo sbuffando e mi porta in braccio in camera da letto.

Rido quando mi lancia da peso sul letto.
"Domani devo sistemare tutte le mie cose."
"Occuperai 3/4 di armadio." Dice lanciandomi il pigiama e rido.
Lui si cambia e rimane a petto nudo.

Mi infilo sotto le lenzuola e così fa anche Mario. Mi stringo accanto a lui e subito mi addormento, sia per la stanchezza, sia per la sua presenza che mi calma.

-

Mi sveglio prima di Mario, e decido di alzarmi per preparargli la colazione.
Mentre cucino sento qualcosa tra i miei piedi, abbasso lo sguardo e vedo la gattina di Mario.
Sorrido e mi abbasso per accarezzarla.

Porto la colazione in camera, e nel frattempo Mario si è svegliato.
"Grazie." Mario mi lascia un bacio quando poggio la colazione sul comodino.
Lolli mi ha seguito, ed è salita sul letto.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora