Sdraiata sull'erba guardo verso l'alto gli alberi che nascondono i raggi del sole. Specialmente quando fa caldo, adoro andare da Sara perché ha la piscina. Anche se poi io nemmeno so nuotare.
Mi giro sulla pancia e guardo Sara ancora in acqua.
Dopo poco arriva anche Andrea che si tuffa, facendomi finire tutta l'acqua addosso.
Si mette a ridere mentre io mi stropiccio gli occhi per quanta acqua mi è finita negli oggi."Ringranzia che non so nuotare, altrimenti..." Non finisco la frase vedo la sua espressione divertita.
"Altrimenti cosa?" Mi avvicino al bordo della piscina, ma Andrea mi prende per la caviglia e mi fa cadere dentro."Voi due siete tremendi." Ci rimprovera Sara scuotendo la testa.
Mi aggrappo alle spalle di Andrea per la paura e lui mi stringe.
"Devo andarmene mi fate venire il diabete." Sara esce dall'acqua e io la guardo confusa.Tra me e lui, non c'è mai stato niente. Dopotutto è il fratello maggiore della mia migliore amica. Però devo ammettere, che io e Andrea ci siamo sempre stuzzicati. E penso che ad un certo punto, il nostro interesse fosse mutuale.
Ma lui era fidanzato con una ragazza, e dopo qualche mese sarebbe dovuto partire per Milano, per studiare.
Esco fuori con l'aiuto di Andrea, e mi sdraio sul lettino.
Mi copro da sole con una mano e guardo Andrea con la coda dell'occhio.
"Per quanto rimani?" Gli domando e lui fa spallucce.
"Non lo so, ma non ho fretta di andarmene." Risponde e prende una sigaretta dal pacchetto.
"Mi era mancata Genova, e anche tu e Sara." Continua e mentre è distratto gli rubo la sigaretta.Mi guarda come per rimproverarmi ma non mi dice nulla.
"Soprattutto tu."Non so che valore attribuire a questa frase. Non vorrei illudermi che lui provi qualcosa per me.
"Devo andare a casa, devo studiare." Mi alzo e mi rivesto.
"Ma rimani un altro po'." Cerca di convincermi, ma il tentativo è fallimentare.
"Ci vediamo dopo." Lo saluto ed entro dentro a salutare anche Sara."Io penso che mio fratello sia cotto." Mi dice ed io la guardo confusa. "È da sempre che ti corre dietro, neanche te ne accorgi."
"Non so Sa', non mi sembra."Finiamo di chiacchierare e prendo la bici per tornare a casa.
Durante il tragitto una moto mi sfreccia a pochi centimetri di distanza, ed io per evitarla, sbando e cado per terra.Vedo la moto fermarsi, e il guidatore si toglie il casco.
"Beatrice?" Mario si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi.
"Certo che potevi fare attenzione." Lo rimprovero e mi guarda imbarazzato.
"Ti sei fatta male?"
"Mi sono solo sbucciata il ginocchio." Lo riassicuro."Dove stavi andando così veloce?" Gli domando riprendendo da terra la bici.
"Dovevo fare delle commissioni per mia madre." Si gratta la testa imbarazzato.
"Vuoi che ti accompagni a casa?" Mi domanda ma io scuoto la testa.
"Non preoccuparti sto bene." Accenno un sorriso.
"Ci vediamo domani a scuola allora." Ritorna verso la moto, mette il casco e sfreccia via.Io continuo a piedi fino a casa e appena arrivata mi butto di peso sul divano.
La stanchezza di tutta la giornata si cumula, e come spesso accade, finisco per addormentarmi sul divano.-
Mi sveglio con la luce dell'alba penetrare dalle finestre.
Mi preparo con calma visto che ho tempo e faccio colazione.
Dopo circa un'oretta esco di casa a piedi, così mi faccio una passeggiata con calma per arrivare a scuola.Io e Sara ci incontriamo direttamente fuori scuola, e mi racconta i soliti gossip che ha sentito in giro.
Durante le lezioni esco per andare in bagno, e mentre cammino a testa bassa tra i corridoi, inciampo su qualcuno."Hai proprio un equilibrio di merda." Ride Mario ed io lo guardo male.
"Sarà colpa della caduta che mi hai fatto fare ieri." Ribatto e lui sorride divertito.
"No credo tu ci sia nata." Alzo gli occhi al cielo e lo sorpasso per andare verso il bagno."Io stavo andando a fumare, vuoi venire pure tu?" Mi domanda ed io lo guardo confusa.
"E dove?" Dalla finestra, mi indica un angolo del cortile dove nessuno potrebbe vederci.Lo seguo mentre sgattaiola fuori, e ci sediamo per terra in quell'angolo nascosto.
"E se mi beccano?" Domando ansiosa.
"Non ti becca nessuno, basta trovare le scuse giuste."Rimaniamo una decina di minuti a chiacchierare. Rientriamo sempre sgattaiolando dentro.
"Grazie per la sigaretta." Gli dico accennando un sorriso.
"Considerala come gesto di scusa per la caduta di ieri." Si gira per tornare alla sua classe, ed io faccio lo stesso.Mentre cammino per il corridoio, mi viene incontro Sara.
"Bea, dov'eri finita? La prof si sta incazzando tantissimo." Dice ed io mi guardo indietro per vedere se c'è ancora Mario nei paraggi.
"Non mi stavo sentendo bene, sono andata in infermieria." Mento, ma solo per non ricevere ulteriori domande da Sara, so che mi assillerebbe tutto il giorno.Finite le lezioni incrocio di nuovo fuori Mario, ma Andrea che suona il clacson distoglie la mia attenzione.
"Se vuoi ti riaccompagno io, abitiamo praticamente attaccati." Mi propone Mario.
"Non ti preoccupare vai con Mario." Mi dice Sara e allora saluto lei e Andrea con la mano."Ma hai un casco solo." Commento confusa e lui fa spallucce.
"Dov'è il problema?" Mi passa il casco e lui guida senza.Mi stringo a lui mentre sfreccia per le vie di Genova, e in poco arriviamo a casa.
"Grazie del passaggio."
"Ci vediamo." Mi saluta brevemente e subito riparte.Lo guardo davanti alla porta finché non scompare dal mio campo visivo. Entro in casa e mi chiudo la porta alle spalle.
Mario è così chiuso e misterioso. Come se si fosse costruito una corazza per proteggersi dal mondo, ed è comprensibile dopo quello che ha passato. Mi auguro che col tempo si riesca ad aprirsi.
Casa è così silenziosa, come sempre. Ormai sono abituata alla solitudine, ma non so se sia un bene o un male. I miei non ci sono mai, lavorano per offrirmi "un futuro migliore". E' anche un gesto nobile, ma a che costo? Un'infanzia da sola, con le babysitter. Peccato che non riusciranno mai a sostituire l'amore per i genitori.
Mi preparo il pranzo, e mangio silenziosamente sul divano.
