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Mario's pov

Sono passati tre anni dall'ultima volta che ho visto Beatrice.
Ricordo benissimo quel giorno.

"Beatrice lo so che ci sei, aprimi, per favore."
Le urlo da fuori, e sento dei rumori dall'altro lato della porta che mi fanno capire che lei è lì.

Sono giorni, forse settimane, che non mi risponde e non mi vuole vedere. E anche Sara da risposte evasive.

"Mario vai via." Cerca di convincermi ad andarmene ma non ci riesce.
"Non me ne vado finché non mi dici che hai."

Mi appoggio alla porta, e scivolo fino a sedermi per terra.
"Allora? Hai deciso?" Sospiro e a quel punto sento la porta aprirsi.

Non mi giro, la sento avvicinarsi e sedersi accanto a me.

"Bea, sei tutta pallida, ma stai mangiando?" Le domando allungando una mano verso di lei ma mi scansa.
"Perché ti allontani?"

"Mario, io non ti amo più."
Probabilmente la peggiore cosa che potesse dirmi.
"Non dire cazzate, è impossibile." Scuote la testa ma io la guardo serio.
"È così."

Rimango qualche secondo a guardare il vuoto.
"Bea, sei cambiata quel giorno, mi dici cos'è successo?"
"Non è successo nulla Mario, mettitelo in testa. Non ti amo più e basta."

"Se è questo che vuoi..." Mi allontano senza guardarmi dietro.

Molte volte mi hanno spezzato il cuore, ma mai così.
Per settimane mi sono interrogato su cosa fosse successo, se fosse stata colpa mia, ma non sono mai riuscito a darmi una risposta.

Ho continuato ad andare avanti, non potevo abbattermi. Mi sono diplomato e ho continuato con la musica.
Piano piano si sono cominciati a vedere i primi risultati, che mi hanno portato a trasferirmi a Milano.

Ogni tanto tornavo a Genova, soprattutto per mia madre. Ed è in una di queste volte che ho incontrato Sara.

"Sara." La richiamo dall'altro marciapiede e la vedo accelerare il passo. È evidente che abbia fatto finta di non vedermi.

Così accelero anche io il passo in modo da raggiungerla, e la blocco per il braccio.

"Mario ciao, non ti avevo visto... Come stai?"
"Come devo stare secondo te?" Le domando ma non mi risponde.

"Senti tu sei l'unica che può sapere cosa è successo a Beatrice, ormai sono passati mesi, vorrei saperlo." La vedo sospirare e rifletterci sù.

"Andiamo a prendere un caffè, ti spiego tutto."

Ci sediamo al tavolo e appena arrivano i caffè ricomincia a parlare.
"Io non so se dovrei dirti queste cose-"
"Dimmele e basta."
"Beatrice ti ha lasciato perché ti ha mentito." La guardo confuso.
"Cosa intendi?"

"Lei era incinta, non ha voluto tenere il bambino. Non voleva dirtelo, e il peso di averti mentito l'ha schiacciata."

Non riesco a rispondere. Beatrice aspettava un bambino, il mio.
"Perché non me l'ha detto? Lo avremmo affrontato insieme."
"Mario, sono cose complicate, non è così semplice."

Scoprire il motivo per il quale mi aveva allontanato mi ha sconvolto totalmente.
Notte e giorno pensavo a lei e a quel bambino. Io per lei ci sarei stato, in qualsiasi caso. Anche se lo avesse voluto tenere, avrei trovato il modo di farlo.

Ho dubitato di me stesso, ho creduto di essere io ad avere delle mancanze. Perché altrimenti non dirmelo?

Poi un giorno ho smesso di pensarci e basta.
Ho cominciato a lavorare sul serio, e in breve tempo la mia fama ha cominciato a crescere.

I privi dj set, i primi live, i primi concerti.
Finalmente la musica ha cominciato a dare i suoi frutti.

Milano era la mia seconda casa, ed è lì che la scena rap era più forte.
Ho avuto modo di confrontarmi con persone che consideravo idoli e alla fine ne sono uscito migliorato.

Quando sono usciti i primi due album, Orange County e Mowgli, ero emozionato come un bambino.
Quello che però continuava a perseguitarmi anche nella musica, era Beatrice.

Continuava ad essere la mia musica, e molte delle mie canzoni sono state ispirate da lei.
Ho persino inserito quella che avevo dedicato a lei in un album.

Ho avuto molte frequentazioni, ma quasi nessuna di queste ha mai funzionato veramente.
Non mi riuscivano a prendere, e per me era sempre chiodo schiaccia chiodo.
In ognuna di loro ho cercato Beatrice e non l'ho trovata.

Fino a Carlotta.
Carlotta era diversa, particolare. Nonostante  le nostre diversità, era quasi riuscita a farmi dimenticare Beatrice. Per un po' di tempo il suo fantasma è scomparso da casa mia.

È ricomparso quando un giorno l'ho vista passeggiare tra le strade di Milano.
Sapevo benissimo che anche lei si fosse trasferita per l'università, me lo aveva detto Sara.

Era bella come sempre, come lo era prima. Una di quelle bellezze raggianti.
Da quel giorno sono cominciate le prime litigate con Carlotta.
L'aver rivisto Beatrice aveva scosso in me qualcosa, che non saprei spiegare.
Fatto sta che trovavo qualsiasi pretesto per litigare con Carlotta.

Lei comunque non mi ha mai mollato, anzi è sempre stata quella equilibrata tra i due. La più riflessiva.

Adesso mi preparo per un concerto epocale a Milano.
Non mi sarei mai aspettato di arrivare a questo punto.
Mi ha scritto anche Sara per avere i biglietti, e ho deciso di farle questo favore. Dopotutto, lei con me è stata buona.

Dietro le quinte, cerco di tranquillizzarmi prima di uscire.
Ancora sento l'ansia da palcoscenico, ma piano piano cerco di abituarmici.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora