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Sono un paio di giorni che non vedo Mario. Non si è fatto più vivo, ed io sinceramente non ho intenzione di cercarlo. Ogni volta sembra fare un passo avanti, e ne fa altrettanti indietro.

Fumo fuori con Sara e vedo Mario arrivare con quella ragazza bionda che avevo visto quella sera. Si abbracciano e lei se ne va, mentre Mario rimane con dei suoi compagni di classe.

"Ma non avevi detto che si era lasciato?" Mi domanda Sara girandosi per vedere.
"Così ha detto lui." Faccio spallucce.

Per un attimo il mio sguardo e quello di Mario si  incrociano, ma io lo distolgo subito, non voglio fargli notare la mia delusione.
Mi sento presa in giro, soprattutto dopo quella sera.

Pensavo ormai che il mio palese interesse nei suoi confronti fosse ricambiato, ma mi sbagliavo.

Non presto attenzione durante la lezione, perché la mia mente è altrove, sta pensando a Mario. La professoressa mi richiama, e all'ennesima sgridata mi ritrovo fuori dalla classe con una nota.

"Ci mancava questa." Dico tra me e me e mentre cammino mi passa accanto qualcuno.
Alzo lo sguardo e vedo Mario.
"È da maleducati non salutare." Lo incalzo e lui si gira.
"Potrei dirti lo stesso."

"Sei stata cacciata fuori?" Mi domanda ed io annuisco.
"Io pure, andiamo a fumare in cortile?"
Ci sediamo per terra e rimaniamo in silenzio a fissarci le scarpe.

"Allora tu e la bionda?" Gli domando e si gira a guardarmi.
"È tornata a Milano." Spegne la sigaretta con la scarpa.
"Come mai tutte queste domande? Sarai per caso gelosa?" Fa un sorrisetto divertito ed io lo guardo male.
"Stai proprio sbagliando persona." Rispondo calciando i sassolini con i piedi. "Piuttosto mi definirei impicciona."

Non risponde alle ultime cose che ho detto.
"Ho messo in chiaro che non ho intenzione di tornare con lei, odio le mancanze di rispetto."
Lo guardo in silenzio, lo lascio parlare.
"Per me è comunque stata importante, al di là di tutto."

Il fatto che si sia aperto con me non è scontato, è un tipo molto chiuso. E soprattutto sono sollevata al pensiero che tra Mario e quella ragazza non ci sia più nulla.

"E quindi niente... Doveva andare così." Fa spallucce e ci guardiamo negli occhi.
"Tu stai bene?" Gli domando e lui mi sorride ed annuisce.
"Sì, non penso più a lei."

"Penso di dover rientrare." Dico guardando l'ora. "Tu smettila di andare in giro o ti farai bocciare di nuovo." Rimprovero Mario.
"Eseguo gli ordini, comandante."

Rientro dentro e lo guardo dalla finestra, prima di rientrare in classe.
Finiscono le lezioni ed io torno a casa con Sara.

"E allora cosa ti ha detto Mario?" Mi domanda Sara a tavola, in presenza di Andrea.
"Che non stanno più insieme, ed è tornata a Milano." La guardo male e le rispondo, senza entrare troppo nel merito dell'argomento, non mi sembra il caso di farlo davanti Andrea.

"Quindi vi siete visti quando la prof ti ha cacciato fuori?" Mi domanda ancora ed io annuisco.
Vedo Andrea silenzioso, con lo sguardo chino sul piatto. Appena finisce, porta il piatto in cucina e si va a sedere sul divano in salotto.

"Ma tu mi puoi fare queste domande davanti Andrea?" La rimprovero, ma bassa voce per non farmi sentire.
"Scusami, sono troppo curiosa per aspettare." Alzo gli occhi al cielo ma mi viene da ridere.

Esco un attimo in giardino per fumare e sento dei passi, mi giro pensando fosse Sara. E invece era Andrea.
"Quindi c'entrava qualcosa Mario." Dice riferendosi al discorso di qualche settimana fa.
"No, io e Mario-"
"Sai, si vedeva." Cominicia a parlare ed io mi anmutolisco. "Da come vi guardare, voi due avete qualcosa, la chimica che pensavo avessimo noi due."

"Andrea, era il nostro momento sbagliato." Dico accennando un sorriso. "Chissà, in altre circostanze avremmo funzionato."
"Chissà." Ripete.
"Lui ti piace?" Non me la sento di rispondere.

Mario è troppo instabile: prima mi vuole, poi non mi parla più, siamo vicini ma allo stesso tempo così lontani. Non posso perdere tempo a rincorrerlo.

"Lo prendo per un sì." Si risponde da solo alla domanda.
"Mi pento di essere stato con Clara." Mi dice guardandomi negli occhi. "Ho perso una grande occasione con te."
Mi accarezza la guancia con il dorso della mano.

So che mi sta per baciare così mi scanso. Non voglio che si illuda.
"Torno da Sara."

"Quindi con Mario?" Mi domanda Sara una volta in camera da sole.
"Mi fa impazzire." Mi metto una mano fra i capelli. "Ma mi ha preso in giro abbastanza."
"Alla festa di Davide, quando mi ha riportato a casa mi ha baciata, e poi non si è fatto vivo per tre giorni."

"È uno stronzo..." Risponde. "Però ti piace."
"Devo togliermelo dalla testa e basta." Concludo coprendomi il viso con le mani.
"Sai che non succederà, vero?" Incalza ed io la guardo male. "Non guardarmi così, ti serve la tua dose di cruda verità oggi."

Voglio veramente dimenticarlo. Ma come? Chiodo schiaccia chiodo?
Dovrei uscire con qualcun altro forse. Ma proprio adesso che ho rifiutato Andrea? Come la prenderebbe?

Ho troppe domande e troppe poche risposte.
Ci mancavano Andrea e Mario a scombussolarmi tutto.
Ma alla fine il mio pensiero va sempre verso Mario, perché è di lui che mi interessa.
Mi perseguitano i suoi occhi scuri, vorrei solo chiudere gli occhi e non vederlo più.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora