Mi sveglio accanto a Mario, siamo coperti solo dal lenzuolo. Guardo le nostre gambe intrecciate, poi guardo lui. Non ci sono più i suoi capelli lunghi sul cuscino, ma dei piccoli riccioli che gli ricadono sulla fronte. Lo guardo dormire, e delicatamente gli accarezzo il viso con il dorso della mano. Ha un viso angelico, sembra dormire così in pace.
Apre piano piano gli occhi per abituarsi alla luce, e appena mi vede sorride.
"Non so perchè, ma ero convinto che te ne saresti andata." Non dico niente e gli lascio un bacio tra i capelli. Mi stringe tra le sue braccia, potrei anche morire così.
"Mi dispiace che tu abbia rotto con Carlotta a causa mia." Gli dico d'impulso.
"In parte sì, in parte penso sarebbe successo ugualmente." Annuisco un pò più sollevata.
"Un pò mi sento in colpa."
"Non devi Bea, comunque non la amavo. Non ho mai amato nessuna come te." Mi dice ed io accenno un sorriso.
"Tutto questo tempo lontani ti ha addolcito troppo." Dico per sdrammatizzare e si mette a ridere.
"Ma dai, io sapevo già che non mi avresti resistito."
"Mario, non credere che siamo tornati insieme, abbiamo dei conti in sospeso io e te." Gli dico leggermente stizzita, e lui alza le mani in segno di resa."Andiamo a cena stasera." Mi propone ed io sorrido.
"Mi piacerebbe." Rispondo. "Ma mi piacerebbe ancora di più rimanere tutto il giorno qui con te."
Mario mi stringe e mi lascia un bacio tra i capelli."Beh potremmo... Abbiamo il servizio in camera." Riflette. "Potremmo fare anche altro..."
"Mario!"
"Ancora non capisco perché ti scandalizzi tanto." Alza gli occhi al cielo ed io mi metto a ridere."Mi sono piaciute le tue canzoni." Dico disegnando con la punta del dito sul suo petto.
"Ne ho scritta una per te." Si gira verso di me. "Ma ancora è top secret."
"Non puoi farmela sentire?" Cerco di impietosirlo ma non funziona.Scuote la testa e mi accarezza i capelli.
"Sappi solo che ha il tuo nome. Beatrice." Si accende una sigaretta ed io lo guardo divertita.
"Non suonerà l'allarme?" Fa spallucce incurante.Mi piace Mario anche per questo: il suo essere istintivo, naturale, anche impulsivo. È tutto quello che mancava alla mia vita monotona, ha portato colore ad un film in bianco e nero.
Torno a casa, e trovo Sara sul divano.
"Allora com'è andata ieri?" Mi domanda curiosa ed io non riesco a nascondere il mio sorriso.
"Beh.." Rimango sul vago ma lei ha già capito tutto."Sii lo sapevo che sareste tornati insieme!" Dice saltellando come una bambina.
"Teoricamente non siamo tornati insieme."
"Succederà questa sera allora."
"E tu che ne sai?"
"Ovviamente mi faccio aggiornare da Mario.""Mi fa sinceramente paura il fatto che complottate in segreto." Dico ridendo e ci sediamo sul divano.
"Intanto il mio piano ha dato il suo frutto." Comincia a dire. "Io gli ho chiesto i biglietti del concerto, ed ecco che siete tornati insieme!""Siete tremendi." Alzo gli occhi al cielo, ma non riesco a fingere di essere seccata.
"Era da tanto che non ti vedevo così felice."In effetti è così. A Milano, non uscivo nemmeno. Ho passato tutto il tempo a casa a studiare. Ogni volta che Sara mi è venuta a trovare, mi vedeva sempre con i libri in mano.
"Penso questa sia la volta buona."
"Comunque dovrei andare a cena con Mario."
"Bene preparati, io tra poco prendo il treno, torno a Genova."
Mi saluta Sara con un bacio sulla guancia e corro a prepararmi.Scelgo il vestito più bello che ho nell'armadio.
Mario mi passa a prendere e da dietro la schiena fa apparire un mazzo di fiori.
"Sono bellissimi, ti sei ricordato che mi piacciono i tulipani?" Gli domando ma la risposta già è ovvia.
"Sara me l'ha ricordato." Risponde e mi metto a ridere.
"Va bene così, meglio del mazzo di rose rosse che detesto." Dico sistemando velocemente il mazzo in un vaso."Possiamo andare."
Saliamo in macchina e guardo il paesaggio che scorre dal finestrino. Milano è tutta un'altra storia. Non sarà mai all'altezza di Genova. È il mare che mi manca.Mi porta in un ristorante bellissimo, proprio vicino al Duomo. Il tramonto poi rende l'atmosfera ancora più magica.
Ordiniamo la solita bottiglia di vino, e tra un boccone e l'altro parliamo di quello che ci è accaduto negli scorsi tre anni.
"Tu ci pensi che siamo stati entrambi a Milano, ma non ci siamo mai incrociati?" Gli domando guardandolo.
"Ti ho vista una volta, mentre passeggiavi."
"E perché non mi hai fermata?"
"Non sapevo se volessi vedermi... Pensavo non volessi più avere niente a che fare con me." Fa un sorso e poggia il bicchiere. "Stavi studiando e non volevo interferire.""È andata bene così, chissà cosa sarebbe successo..."
"Invece così ci siamo ritrovati.""Ti ricordi quella volta che siamo caduti in moto?"
Passeggiamo per la strada, gremita di gente, ma per me è come se ci fosse solo lui.
"Al semaforo con le macchine che passavano." Continua ed io accenno un sorriso.
"Ho capito lì che ti amavo."Il mio cuore comincia a battere all'impazzata.
"Io invece ho capito che avevi un pessimo equilibrio." Sdrammatizzo e scoppia a ridere.
"Sai rovinare anche i momenti romantici, ma pure questo mi piace di te.""Bea, quella storia per me è acqua passata." Si ferma, in modo che ci possiamo guardare dritti negli occhi.
"Quando sarai pronta però... un piccolo Mario mi piacerebbe." Mi sorride ed io faccio lo stesso.Mi sento così al sicuro con lui. È l'ombrello quando piove, il parafulmini, il porto sicuro.
"Vieni a vivere con me a Milano." La proposta mi sciocca.
"Ma Mario-"
"Non voglio lasciarti andare un'altra volta."Lo guardo sorridendo e istintivamente lo bacio.
"Ti amo Mario."
"Lo prendo per un sì."
