Stasera c'è il release party di Mario. Un po' mi emoziona vederlo arrivare a questo punto, soprattutto avendolo conosciuto quando era al punto di partenza.
Io e Sara stiamo mangiando una pokè sul divano. Siamo partite stamattina da Genova e adesso ci troviamo a Milano.
"Alla fine non riusciva ad uscire dal vestito, per quanto era stretto e lo abbiamo dovuto tagliare." Dice Sara raccontandomi una delle sue avventure a lavoro ed io non posso che ridere."Comunque non ci posso credere che Mario ci abbia invitate."
"Sì neanche io, non me lo aspettavo."
"Secondo me ti vuole riconquistare." Mi metto a ridere.
"Dai Sa smettila."
Nel pomeriggio andiamo a fare shopping per trovare un vestito per stasera. Sara è come impazzita mentre gira nei negozi di Milano. La posso capire, d'altronde la fashion stylist è lei, mica io.
"Stai benissimo." Mi dice guardandomi dallo specchio.
"Non lo so, non sono convinta."
"Smettila di dire cazzate e andiamo." Taglia corto e mi viene da ridere.Mario mi ha mandato la posizione, e quando arriviamo spalanco gli occhi. Non mi aspettavo una location del genere. La particolarità sono le luci rosse, immagino siamo nell'Inferno.
All'ingresso il bodyguard comincia a fare storie, dice che non siamo in lista. Per fortuna arriva quell'angelo di Mario a salvarci.
"Wow." Dice Mario guardandomi e accenno una risata imbarazzata. "Un angelo all'inferno." Poi si rivolge a Sara. "Ciao Sara, è un piacere rivederti."
"Adesso scusatemi, vi devo abbandonare." Mi giro per vederlo mentre se ne va."Tu non me la racconti giusta." Guardo Sara.
"Io? Perché?"
"Secondo me voi due vi siete parlati." Cambio discorso non appena vedo Carlotta."Eccola guarda." Gliela indico.
"Cazzo è bella però." Commenta ed io sospiro. "Ma comunque non regge la competizione." Rido e le tiro una pacca sulla spalla."Dai andiamo a prendere un drink." Entriamo dentro e facciamo una fila chilometrica per raggiungere il bancone.
"Ci credi che stavo dietro Sfera Ebbasta?" Dice Sara facendo un sorso ed io mi metto a ridere.
"È ora che anche tu colpisca."Cerco con lo sguardo Mario, ma non lo vedo. In poco tempo Sara mi viene sottratta da un ragazzo e io ne approfitto per uscire fuori a fumare.
Accendo la sigaretta ma mi blocco nel vedere Mario con Carlotta, la fidanzata. Si dicono qualcosa, poi lei si allontana, mentre Mario viene verso di me.
"Oh eccoti." Mi dice sedendosi accanto a me.
"Mi cercavi?"
"Diciamo.""State da tanto insieme?" Gli domando facendo cenno a Carlotta, la mia curiosità è troppa.
"Forse un anno." Risponde prendendo una sigaretta. "Mi ha aiutato molto, in un periodo difficile."Sappiamo entrambi di quale periodo difficile sta parlando.
"Tu sei fidanzata?" Mi rigira la domanda ed io scuoto la testa. Lo guardo e lui alza le sopracciglia, forse sbalordito.
"Non me la sentivo."
"Bea, io so del bambino." Dice e mi fermo un attimo. "Ho obbligato Sara a dirmelo."
"Mario io-"
"Non sono arrabbiato con te, non ti biasimo." Mi poggia la sua mano sul ginocchio.
"In una cosa hai sbagliato... avremmo potuto affrontare quella cosa insieme."La cosa peggiore, è sapere che lui ha ragione.
"Poi se lo avessi voluto tenere, perché no? Avremmo avuto un mini me per casa, o una mini Beatrice." Dice sorridendo.So che anche lui ci ha pensato a quell'ipotesi. E sicuramente gli sarebbe piaciuto.
Ma sarebbe diventato veramente Tedua? Sarebbe arrivato a questo punto nonostante tutto?Le lacrime affiorano e cerco di respingerle.
"Non sai quanto me ne sono pentita." Dico tamponando gli occhi con un fazzoletto per non sbavare il trucco.
"Ormai è troppo tardi."Si avvicina piano piano a me, e con una mano mi prende il viso.
Ma mentre le nostre labbra stanno per sfiorarsi veniamo interrotti da dei passi che ci fanno separare.Adesso la situazione è alquanto imbarazzante. Guardo altrove, e ringrazio sia notte, così non può vedere le mie guance rosse.
Ci stavamo per baciare, di nuovo. Il mio cuore non accenna a rallentare.
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, finché Mario non lo rompe.
"È mezzanotte, deve cominciare lo show." Si alza in piedi per rientrare dentro ed io lo seguo.Comincia l'ascolto vero e proprio delle tracce dell'album.
Ricordavo Mario fosse bravo, ma ha decisamente superato tutte le mie aspettative. Una canzone in particolare mi ha colpito, e mi piace pensare che si riferisca a me.Alla reception dell'hotel
Stan chiedendo di me
Baby, perdonami perché
Sono sceso alle tre
E nella suite sulla moquette
Ci sono i nostri mozziconi e un drink
Rovesciato ancora lì
Mi chiedo da un po', "Come è finita tra noi, perché non lo ricordo?"
E ti dirò, sarà la weeda, ma temo di averlo rimosso
Non brucerò (no, no)
Come le foglie o le foto
Ritorno al tramonto, capisco che in fondo Io e te siamo nella stessa direzione, ma lontani
Tra le disperate grida dei dannati
Puoi andartene e fare finta di stare bene
Perché ho come l'impressione che non passino le ore
Tu rimani la mia soluzione, vedo
Luce nei tuoi occhi chiari Ti ho sulla punta della lingua
Come le cose che non ricordi mai
Ma io non so amare per finta
Dietro a una vetrina rotta ai Red Light
E se mi vedi senza punti di riferimento
L'amore è mafia, indossa solo scarpe di cemento
A volte lascerà l'amaro dalla mia canna alla tua mano
E se non nascerà qualcosa sarà polvere da sparoIo e te siamo nella stessa direzione, ma lontani
Tra le disperate grida dei dannati
Puoi andartene e fare finta di stare bene
Perché ho come l'impressione che non passino le ore
Tu rimani la mia soluzione, vedo
Luce nei tuoi occhi chiariMentre canta il suo sguardo incrocia il mio, ed un sorriso nasce sul suo viso. Una volta terminato l'ascolto, rimane in mezzo ai suoi amici e colleghi a festeggiare. Io sorrido da lontano, sono così contenta. Mario è diventato Tedua, è riuscito ad ottenere ciò che non aveva mai avuto, il suo riscatto.
Piano piano la sala comincia a svuotarsi e rimaniamo io e lui, non so nemmeno Sara che fine abbia fatto.
"Dai vieni." Mario mi prende per la mano e nel silenzio fa finta di ballare con me.
"Tu sei completamente pazzo." Dico ridendo e anche lui ride. Ovviamente, siccome sono tutto meno che una ballerina, inciampo nei suoi piedi. Ma Mario mi tiene saldamente. "Il tuo pessimo equilibrio non è cambiato." Dice ridendo.
Rimaniamo a guardarci, Mario termina ciò che qualcuno prima aveva interrotto, mi bacia.
I ricordi dell'ultimo bacio si fanno sempre più vividi. I brividi mi percorrono il corpo come scosse al contatto con la sua pelle.
Sono anni, che aspettavo di risentire delle sensazioni simili. Ho avuto qualche frequentazione, nulla che arrivasse a termine. Perché nessuno mi ha mai fatta sentire così, se non Mario."Sono tre anni che ti vedo nella mia testa, pensavo di impazzire." Dice a bassavoce sulle mie labbra.
"Sei fidanzato Mario, abbiamo sbagliato."
"Lei non è come te, Bea. Nessuna è come te."
