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È passata almeno una settimana da quando siamo tornati dalla gita. Tra me e Mario è come se le cose non fossero mai cambiate: continuiamo a stuzzicarci incessantemente, e si comporta come un vero amico.
A questo punto penso che voglia rimanere tale.

Io però, è una settima che ripenso ogni istante a quel bacio. Non riesco a togliermelo dalla testa in nessun modo.

Mentre fingo di ascoltare la lezione, sento un ticchettio continuo alla finestra sulla quale sono appoggiata.
Mi affaccio e vedo Mario tirare dei piccoli sassolini, dal cortile.

Sara accanto a me, mi guarda confusa ed io le indico la finestra. Si affaccia anche lei e si mette a ridere.

Mi fa segno di scendere, e allora trovo la scusa più banale per uscire.
"Prof posso andare in bagno?" Il permesso mi viene accordato ed io esco nel cortile.

"Cosa c'era da dirmi che non poteva aspettare che uscissimo da scuola?" Gli domando mettendo le mani nelle tasche della mia felpa.
"Niente, volevo compagnia." Fa un tiro dalla sigaretta e me la passa.

"Ma se manco, mi sospenderanno stavolta."
"Paura Beatrice?" Ridacchia ed io lo guardo storto.
"Su ci vediamo dopo."
"Cagasotto!" Mi urla mentre torno dentro ed io mi metto a ridere.

Una volta arrivata l'ultima ora, Mario mi aspetta fuori dal cancello, mi passa il casco e salgo in moto.
Arriviamo a casa di Mario. Mi sdraio sul divano mentre gioco con il gatto.
"Questa sera devo andare ad un incontro." Dice guardando il telefono.
"Non mi piacciono gli incontri che fai, sembrano così loschi."
"Un po' lo sono, scommettono su di noi come se fossimo dei cani da combattimento." Commenta sedendosi accanto a me.

"Perché lo fai?" Gli domando mentre il gatto passa da me a lui.
"L'adrenalina che ti dà è impagabile." Risponde ed io lo guardo mentre accarezza il micio. "E un po' mi servono anche i soldi."

"Voglio venire a vederti." Gli dico e Mario alza lo sguardo.
"Davvero?" Domanda ed io annuisco.
"Sarà bello rivederti prendere qualche cazzotto." Sdrammatizzo e lui alza gli occhi al cielo.

Passiamo il pomeriggio a non fare niente. Guardiamo qualche serie tv stupida per passare il tempo.

Arrivata la sera, io e Mario andiamo a questo incontro. Lui sparisce "dietro le quinte" ed io rimango con Diego, che a quanto pare segue tutti i suoi incontri.

Per tutto l'incontro sembra che sia Mario ad avere la meglio. Lo guardo ansiosa e con un nodo alla gola, mi preoccupo per lui.
Mentre pensa che l'incontro sia ormai finito e che abbia vinto, l'avversario gli tira un pugno sul naso che lo stende.

"Cazzo." Mi metto una mano davanti alla bocca, sconvolta.
"Mario." Corro da lui appena esce dal ring, con un panno tutto sporco di sangue che gli copre il naso.
"Credo che mi dovresti portare al pronto soccorso."

Scappiamo subito fuori, ma poi mi rendo conto che siamo venuti in moto.
"Mario, c'è un problema. Io non ho mai guidato una moto." Lo guardo ancora più preoccupata di prima.
Mario mi spiega in breve come fare e ci provo.

Arriviamo al pronto soccorso sani e salvi e lo accompagno dentro.
Mentre attendo sono inquieta, cammino su e giù per il corridoio. Non avevo mai avuto così paura.

Mario esce con un bendaggio sul naso e un pacco di ghiaccio.
"Pensavo fosse rotto invece no, tutto apposto."
Istintivamente lo abbraccio. "Mi sono preoccupata."
"Non devi, sono una roccia." Dice ridendo e stringendomi un braccio.

"Non voglio farti rimanere da solo, metti che ti serve qualcosa di notte?"
"Sembri una crocerossina." Ride Mario ed io lo guardo male.
"Scusami se mi preoccupo." Alzo gli occhi al cielo.

Mario è seduto sul bordo della vasca, mentre gli cambio le bende sulle mani.
"Comunque ci vai giù pesante." Commento e gli tampono la ferita, ma lui non sembra accorgersene.
"E comunque mi sono fatto battere."
"La prossima volta andrà bene... Anche se spero che non ci sia una prossima volta." Lo guardo e lo vedo sorridere.

"Comunque puoi dormire nella camera degli ospiti." Dico indicando la porta in fondo al corridoio. "Non ti meriti il divano." Dico ridendo.
"Buonanotte Bea."
"Notte Mario."

Mi cambio e mi metto sotto le coperte. Fisso il soffitto in cerca del sonno, e pian piano mi addormento.

"Bea?"
"Mh?" Mi giro nel letto ancora spaesata e con gli occhi chiusi.
Sento le lenzuola spostarsi ma non ci faccio caso. Finché sento la pelle di Mario che sfiora la mia.

La sua pelle che mi tocca mi dà una scarica, mi vengono i brividi.

"Hai paura dei mostri sotto al letto?" Gli domando ridacchiando.
Mi giro verso di lui e dalla stanza in penombra vedo i suoi occhi.

"Ho fatto una cazzata quella sera." Lo guardo confusa e aspetto che continui.
"Me l'hai già detto, non devi preoccuparti." Mi giro di nuovo dall'altro lato.

Non voglio che dica altro, e che poi torni indietro sui sui passi. Meglio che non dica nulla.

Sento il mio cuore battere e temo che a questo ritmo possa sentirlo anche lui.
Non dice più niente, e il silenzio pian piano mi fa riaddormentare.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora