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È mattina presto e decido di andare a correre.
Mi piace correre quando ancora il sole è basso, e c'è una fresca brezza.

Il mio tragitto è vario, nemmeno io ho una meta in mente.
Passo davanti una palestra già aperta e da fuori vedo Mario allenarsi. Ha i guantoni e colpisce un sacco.
Per un istante alza lo sguardo ed incrocia il mio. Subito guardo altrove ma ormai è troppo tardi.

Si accorge di me e lo vedo togliersi i guantoni e poggiarli per terra. Lo vedo uscire fuori ed io mi appoggio al muro.
"Nessuno ti ha mai detto che sei un po' inquietante?" Mi domanda passandosi una mano tra i capelli.
"Sono capitata qua per caso, c'è differenza con lo stalking." Dico alzando le spalle.

Sfila il suo pacchetto di sigarette dai pantaloncini e ne approfitto.
"Sicuramente ti avranno detto che sei fastidiosa." Ribatte ed alzo gli occhi al cielo.
"Fai pugilato?" Domando cambiando discorso e lui annuisce.
"Scarica molto la tensione." Commenta ed io lo guardo in silenzio.

Il sudore gli imperla il viso, si vede che si è allenato.
Guardo l'orologio al polso e vedo che è ora di rientrare, se voglio fare in tempo per andare a scuola.

"Oggi pomeriggio ho un incontro, se vuoi venire..." Lo guardo sorpresa ed accenno un sorriso.
"Ci penserò." Faccio finta e lui alza gli occhi al cielo.
"Adesso vado, ci vediamo a scuola." Lo saluto e corro da dove sono venuta.

Non ho incontrato Mario a scuola, il che mi fa intendere che sia rimasto in palestra.
Quindi comincio ad incamminarmi verso casa una volta finite le lezioni.
Una moto mi passa accanto e riconosco che è Mario.

"Come mai non sei venuto?" Gli domando mettendo il casco.
"Ho continuato ad allenarmi per stasera, stavo tornando adesso a casa." Mi risponde ed annuisco.

Mi lascia fuori casa e lo saluto. "Allora a stasera." Tolgo il casco e lui annuisce.
"Ti vengo a prendere." Non dice altro e riparte sfrecciando.

Passo il pomeriggio a studiare per delle interrogazioni e compiti che ho nei prossimi giorni. Non mi sono nemmeno accorta di quanto tempo fosse passato. Il sole ormai è tramontato ed è ora di cenare.

Dopo un paio di ore sento un clacson che suona ripetutamente.
Mi affaccio dalla porta e vedo Mario. Prendo la borsa e salgo in moto.

Mi porta in questo luogo un po' sospetto, non mi sembra sia un luogo da gare ufficiali, ma piuttosto clandestine.
"Mario ma sei sicuro che sia qui?" Domando poggiando il casco sulla moto parcheggiata.
"Certo, vengo sempre qui."
"Ma quanto è legale questa cosa?"
"Poco."

Le nostre strade si separano, ed io mi vado a sedere tra il pubblico. Davanti a me riconosco Diego. Gli metto una mano sulla spalla e si gira.
"Beatrice giusto?" Mi domanda ed io annuisco.
"Mario ti ha fatta venire all'incontro?" Continua ed io rispondo affermativamente.
"Vieni siediti vicino a me." Mi propone ed io scavalco, per sedermi una fila più avanti.

Mario entra nel ring con i guantoni, i capelli legati. Contemporaneamente entra anche il suo avversario, che mi sembra molto più grande di lui.

Lo scontro è violento, ma d'altronde cosa mi potevo aspettare essendo pugilato.
Mario si gira verso il pubblico, ma in quel momento lo sta per colpire l'avversario.
"Mario attento!" Urlo alzandomi in piedi e Mario con dei riflessi addir poco felini, riesce a girarsi e schivarlo.

Comunque il match si conclude con la vittoria di Mario. Mentre viene annunciata la sua vittoria mi guarda e alza verso di me la medaglia d'oro, ed io gli sorrido.

Vado da lui e lo vedo un po' sanguinante.
"Hai vinto ma ti ha conciato veramente male." Commento, notando il sangue dal naso e tra i denti.
"L'importante è vincere."
"Dai andiamo, ti aiuto a disinfettare le ferite." Dico ed usciamo fuori.

Subito si accende una sigaretta e fa una smorfia di dolore quando la poggia sulla ferita che ha sul labbro.
"Pensi di riuscire a guidare?" Gli domando e lui annuisce.
"Chi pensi che guidi ogni volta che ho un incontro?" Domanda in maniera retorica ed io rimango in silenzio.

"Non hai paura a fare le gare clandestine?" Gli domando appena mi sorge la domanda.
"Paura di cosa?"
"Non so, venire scoperto, o che un incontro vada male..."
"Fa parte dei rischi del mestiere." Taglia corto e sale in moto.

Arriviamo a casa e lo faccio entrare per medicarlo.
Fa delle smorfie di dolore quando passo l'acqua ossigenata sulle ferite.
"Resisti ho quasi fatto." Gli dico mettendo un cerotto sul taglio che ha sotto l'occhio.
"Ecco fatto." Mi siedo davanti a lui una volta finito.

"Grazie Bea." Mi dice guardandomi negli occhi e per qualche istante rimaniamo in silenzio a guardarci.
"Ehm, vuoi qualcosa da bere, o da mangiare?" Gli domando imbarazzata.
"Beh sì, prima degli incontri non mangio mai."

Vado in cucina e gli preparo un piatto di pasta, e appena pronto glielo porto sul divano.
"Grazie mille, sei un angelo." Mi ringrazia Mario ed io ridacchio.
"È buonissima." Commenta una volta finito il piatto e lo riporto in cucina.

"Vuoi un po' di vino?" Gli domando dalla cucina e sento un 'sì' provenire dal salotto.
Così porto la bottiglia e due bicchieri.

"È stato divertente vedere l'incontro." Ammetto facendo un sorso.
"Puoi venire anche le prossime volte se vuoi." Mi propone ed io accenno un sorriso.
"Mi piacerebbe."

Finiamo il vino tra risate e aneddoti di Mario e nel mentre butto la bottiglia, torno da Mario che si è addormentato sul divano.
Gli prendo un cuscino per metterglielo sotto la testa, e una coperta che gli metto addosso.
Prima di andare in camera gli do un ultimo sguardo, come per assicurarmi che stia bene.

Non so perché, ma sento un senso di colpa per essere stata con Mario oggi. Come se stessi facendo un torto ad Andrea.
Ma io e Andrea non siamo proprio nulla, e io e Mario siamo solo amici.

Mario che mi stai combinando?

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora