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Mentre disegno di fronte alla finestra, sento qualcosa picchiettare il vetro. Oltre la tenda, vedo la sagoma di Mario e perdo un battito.

"Che ci fai qui?" Domando appena apro la porta e lui non esita ad entrare.

"Speravo di trovarti." Dice chiudendo la porta dietro di sé. "Ti volevo parlare, per ieri."

Adesso di giorno posso osservarlo ancora meglio. Ad eccezione per i capelli, non è affatto cambiato. Forse con i capelli corti è anche più bello.

"Mario non c'è nulla da dire, davvero." Cerco di rassicurarlo e mi siedo sul divano.

"Non mi aspettavo si presentasse Carlotta, ma comunque avrei voluto dirtelo diversamente."

"Davvero, non ti preoccupare."

"Comunque so che ormai vivi a Milano anche tu... Sabato c'è il release party del mio nuovo album, vorrei ci fossi." Rimango un pò sorpresa da questa proposta ma cerco di non sembrare scioccata.

"Non so se è il caso..." Immagino ci sarà anche lei, ed io non voglio essere d'intralcio.

"Se vuoi puoi portarti anche Sara, per non stare da sola." Annuisco ed accenno un sorriso.

"Ti farò sapere." Rispondo e lui prende un pezzo di carta dal tavolo e una penna.

"Ecco il mio numero." Giro il bigliettino tra le dita e lo guardo.

"Allora ci sentiamo..." Prima di chiudere la porta dietro di lui, si gira nuovamente verso di me.

"Aspetta." Lo fermo prima che possa uscire.
"Come fai a sapere che vivo a Milano?"
"Sara." Risponde solamente ed annuisco.

"Bea, mi ha fatto veramente piacere rivederti."

"Anche a me Mario." Gli sorrido e ricambia.

Lo guardo andarsene dallo stipite della porta.
Da quanto aspettavo questo momento. Che venisse da me.
Beh, non da fidanzato.

In parte sono contenta che si sia fatto una vita. Adesso ha una fidanzata, la musica. Io ormai non ho più spazio nella sua vita, e va bene così. Sono stata un capitolo, come molti altri.

Andare a quella festa mi sembra una pessima idea. Non è meglio se entrambi voltiamo pagina?

Decido di andare a casa di Sara, è estate, e la sua piscina è come se mi stesse richiamando.
Quando arrivo però noto la macchina di Andrea nel viale.

"Bea, vieni." Mi trascina Sara per una mano.
"Mario è venuto a casa prima."
"Cosa? Perché?" Domanda sbalordita.
"Mi ha invitata al release party di un suo album... Anzi, ci ha invitate."
"Sì che bello!"
"Ma non ci andremo."

Mentre poggio le cose a bordo piscina mi guarda male.
"Come no?"
"Non è il caso, meglio lasciare tutto alle spalle."
"Vanifichi tutto ciò che ho fatto per farvi ricongiungere." Dice e subito si tappa la bocca.

"Che hai fatto Sa?" La scruto e lei sembra in difficoltà.
"Ho scritto io a Mario per i biglietti, ci siamo sentiti un paio di volte, sempre per te ovviamente." Comincia a parlare a macchinetta.

Quando fa così, e dà più dettagli del necessario, capisco che mi sta nascondendo qualcosa.

"Sara..."
"E va bene." Alza gli occhi al cielo sbuffando.
"Ormai più di un annetto fa ho incontrato Mario, e abbiamo parlato."

"Non l'hai fatto." Dico scuotendo la testa.
"L'ho fatto." Ammette, ed entrambe sappiamo a cosa si riferisce.

Non so se sentirmi tradita, per il fatto che la mia migliore amica mi abbia nascosto questo incontro, e che abbia rivelato a Mario una cosa che non volevo assolutamente che uscisse. Oppure sentirmi, in parte, sollevata.

"Sara..."
"Lo so che mi avevi detto di non dirlo, ma sembrava così spaesato... Voleva capire cosa ti fosse successo."

Rimango a galla nell'acqua come un morto.
Non voglio adesso che Mario, per quella storia, senta di dover avere qualche legame con me, anche de remoto.

Adesso non abbiamo nulla in sospeso, ognuno può andare per la propria strada.

"Hai fatto bene, doveva saperlo." Le dico dopo attimi di silenzio. "Mi pento di non averlo fatto io stessa."

"Scusa Bea."
"Non ti preoccupare Sa." La rassicuro con un sorriso. "Ormai è acqua passata."

Sento dei passi dietro di me, così mi giro. E trovo Andrea. Anche lui con il tempo non è per niente peggiorato.

"Bea." Dice sorpreso, come se avesse appena visto un fantasma.
"Ciao." Gli sorrido.

"Torno subito." Si allontana Sara, lasciandoci da soli.

"Allora... Sara mi ha detto che studi anche tu a Milano."
"Sì, è così."
"Strano non ci siamo mai incrociati."

"Poi mi ha detto che ti sei lasciata con Mario."

Sara comunque ha la lingua lunga.

"Sì, tre anni fa ormai."
"Capisco..."
"Come mai? Se posso chiedere." Si siede a bordo piscina, immergendo i piedi in acqua.

Gli vorrei dire: no, non puoi chiedere. Ma devo inventarmi qualcosa sul momento.

"Vari problemi, ma diciamo che è stata colpa mia."

Non dice nulla, e allora decido di fargli una domanda per rompere il silenzio imbarazzante che si è creato.

"Come va invece la tua situazione sentimentale?"
"Mah, mi sto godendo la vita da single." Dice sorridendo. "Sono stato fidanzato con Clara oer tutta l'adolescenza, poi dopo di te... Ho detto basta."

"Vedi, te la potevi cavare anche senza di me." Dico ridacchiando, in maniera ironica.
"Beh sì, ma con te sarebbe stato meglio."

Nel frattempo è tornata Sara, ed ha portato con sé delle birre.
"Che mi sono persa?"
"Niente di che, ci stavamo aggiornando." Risponde Andrea facendomi l'occhiolino.

Sono sinceramente contenta che lui stia bene, è un bravo ragazzo, si merita tutto.

Io però nonostante tutto non riesco a trovare pace. Anche se sto studiando e sembra tutto filare liscio, mi manca qualcosa.
E questa mancanza ha un nome e un cognome.

WILD//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora