La bellezza del proibito

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"Chi decide se è proibito?
Nessuno."

Mr. Veila

Entro nella biblioteca in compagnia del mio nuovo alunno: Timothè. Non mi era mai capito di provare interesse verso un ragazzino. Non negli ultimi anni almeno.
Timothè ha i suoi giovani vent'anni.
Mentre io...
Io sono entrato nella fase successiva già da tempo ormai.
Abbiamo ventitré anni di differenza.
Non che sia qualcosa di abissale.
Ma...
Per quanto l'età non conta, è soltanto un fottutto numero, in questo caso è molto più difficile.
Timothè è il mio alunno.
Io sono il suo insegnante.
Risulterebbe assurdo a chiunque.
La gente non è così aperta per riuscire a comprendere determinate cose, determinate azioni, determinate situazioni.
Ho cercato nel mio piccolo di fargli giungere il mio interesse nei suoi confronti con qualche attenzione, e lui sembra averle colte, soltanto che allo stesso tempo sembra molto impaurito.
Incastrato tra una vita che non gli appartiene e una vita che vorrebbe gli appartenesse.

*

Tensione.
Le storie d'amore più belle sono accompagnate dalla tensione, non dal sesso.
Vivere un rapporto di reciproca istigazione rende la relazione viva.
Non che il sesso non sia bello o non faccia sentire vivi.
Però capitemi...
Il sesso è un tipo di piacere momentaneo, temporaneo, destinato a svanire con la perdita della passione.
La tensione invece no.
E poi, a quarantrè anni, preferisco che qualcuno giochi con me stuzzicandomi, e che il mio corpo non diventi soltanto oggetto di piacere verso l'altro.
Sono consapevole della mia bravura a letto.
I miei partner precedenti amavano passare del tempo a letto con me.
Sono pochi quelli con cui ho fatto realmente l'amore.
La maggior parte delle volte, mi sono limitato a ricevere qualche preliminare e nulla più.
Dare e ricevere.
Questi sono stati i verbi che hanno accompagnato la mia vita in questi ultimi tre anni.
Immagino che tutti vi starete chiedendo il posto più assurdo in cui abbia fatto sesso.
Bene.
La risposta potrebbe essere assai scontata.
Udite, udite:
"Nel bagno di un Museo di arte classica."
Ero impegnato in una delle mie specializzazioni nel campo, finché un giorno, il capo del dipartimento di arte mi venne vicino e mi disse: "Saresti disposto a darmi il tuo corpo? In cambio ti prometto il passaggio dell'esame assicurato."
All'ora, quando successe avevo soltanto trentadue anni e lo ricordo come fosse ieri.
Accettai, non per la promozione, ma lo feci perché quell'uomo mi piaceva realmente.
La sua età la conoscevo da qualche settimana.
Aveva la mia età attuale.
Entrammo nel bagno, mi spinse verso la porta, dopo averla chiusa  iniziò a baciarmi, con foga.
Si notava che desiderava quel momento da tempo.
Dal modo in cui mi leccava le labbra.
Dal modo in cui infilava la sua lingua dentro la mia bocca.
Era eccitato e lo notai dopo avergli dato una pacca sul pantalone.
La sua protuberanza era presente e possente sotto il mio palmo.
Iniziò a toccarmi il petto, e nel mentre iniziò a mordermi il labbro inferiore.
Si inginocchiò ai miei piedi.
Mi slacciò la cintura e mi abbasso in primis i pantaloni e poi mi cacciò il membro fuori dalla mutanda.
Il resto è storia.
Dopo una breve parentesi sulla mia avventura più folle, ritorniamo a noi.
Ritorniamo al motivo per cui mi trovo in questa biblioteca.


*

Mi avvicino a Timothè che nel frattempo si era messo alla ricerca di qualcosa di interessante da leggere.
"Qual'è il tuo genere preferito?" Gli chiedo curioso.
"Scommetto che non sei un tipo da classici!" Gli dico prima di lasciarlo rispondere alla mia domanda.
"Non ha tutti i torti. La lettura classica mi affascina ma non è il genere che prediligo. Preferisco i romanzi d'amore." Escordisco imbarazzato.
"Che tipo di amore ti piace leggere?" Continuo a chiederli.
"Quello vero. Senza pregiudizi." Ammetto in maniera del tutto limpida e trasparente.
"Saggio, il mio piccolo Timothè!" Lo stuzzico per vedere la sua reazione.
'Come è che mi ha chiamato? Piccolo Timothè? E poi ha aggiunto "mio"?'
"È uno dei miei aspetti migliori!" Ammetto tralasciando il modo in cui mi ha chiamato.
Mr. Veila mi rivolge uno sguardo fugace. Le sue mani cadono precipitosamente sul mio petto.
Inciampa sulle mie gambe e mi rivolge un ghigno soddisfatto.
"Di solito non mi piace giocare. Però con te, è assai diverso." Sospira Mr. Veila prima di lasciarmi da solo in biblioteca.

*

Timothè

La bellezza del proibito si trova nel proibito stesso.
È innegabile che fra me e Mr. Veila stia accadendo qualcosa.
Io provo qualcosa per lui.
E lui allo stesso tempo potrebbe star cercando di dimostrarmi qualcosa.
Quello che è successo in biblioteca mi ha aperto gli occhi al riguardo.
"Di solito non mi piace giocare. Però con te, è assai diverso."
Mi ha detto Mr. Veila prima di andarsene dalla biblioteca.
Con me sta giocando?
È questo quello che voleva farmi arrivare con le sue parole?
Nah.
Forse mi sto facendo troppe paranoie.
Forse quel momento non è nemmeno esistito ed era solamente frutto della mia malata immaginazione.
È tutto così dannatamente contorto.
Cosa prova Mr. Veila nei miei confronti?
E soprattutto per quanto tempo ha intenzione di continuare a giocare?
E se la partita fosse appena iniziata e la prima pedina è stata mossa?
Devo iniziare a vedere la situazione con occhi oggettivi.
Mr. Veila, ha iniziato a comportarsi in maniera differente nei miei confronti.
'Se gli piaccio e mi vuole solamente portare a letto con lui?'
Le paranoie prendono il sopravvento.
Inizio a chiedermi se realmente ciò potrebbe essere possibile.
Forse è stata colpa mia.
Se avesse notato il mio interesse nei suoi confronti ed ha iniziato a giocarci sopra come un semplice intrattenimento?
Non penso sia questo tipo di persona. Ma non sono nemmeno nella condizione totale di poterlo ammettere.
Lo conosco soltanto da poche ore ed è successo l'inevitabile.
Esco dalla biblioteca con il volto ricoperto dalla paura di aver agito nel modo peggiore.
Dovevo fargli vedere le altre Aule e invece ci siamo ritrovati in un momento quasi intimo che non era previsto.
Mi sento sbagliato.
Anche se nessuno mi può dire che amarlo è proibito, mi sento come se volessi essere il protagonista di una storia che non mi appartiene. Di una storia molto più grande delle mie stesse capacità di amare.

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