Desideri corrotti

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Tra me e lui c'è un legame che non posso descrivere a parole.
Perché non è nelle parole, è nel corpo,  nel contatto, è nell'anima.
David Grossman

Mr. Veila

È sera ormai.
Timothè è andato via qualche ora fa. Doveva tornare per prepare gli esami per le specializzazioni dell'ultimo semestre.
Gli avevo detto di stare tranquillo, che se fosse successo qualcosa gli avrei dato una mano, ma lui ha preferito tornare anche perché siamo in prossimità dell'uscita scolastica di cui ieri ho parlato ai ragazzi.
La Gita al Museo è prevista tra due giorni, ed io per Timothè non voglio essere una distrazione.

Timothè si è sempre impegnato così tanto alla London University, e voglio che continui a farlo nonostante faccia parte della sua vita.
Voglio arricchirlo non creargli problemi. Voglio essere per lui un'aggiunta alla persona straordinaria che già è.
Nonostante Timothè abbia molte paranoie verso sè stesso, io in lui vado già il traguardo finale di ogni cosa che fa.
Timothè è insicuro, nonostante io ogni giorno tenda a farlo sentire amato e protetto.
Sto facendo il mio meglio, e farei di tutto per dargli i miei occhi per farlo vedere come lo vedo io.
Timothè è fantastico.
Possiede tutte le caratteristiche per essere il mio partner ideale.
Nonostante questo però, sento che Timothè ancora non abbia trovato la forza di aprirsi del tutto con me sui suoi problemi.
Ad esempio, ogni volta che ci è capitato di mangiare insieme, Timothè ha sempre cercato qualche scusa per non mangiare oppure subito dopo aver mangiato è scappato in bagno.
È capitato numerose volte.
Ma io non gliel'ho mai fatto notare.
Non mi va di fargli peso su un qualcosa che per lui è già pesante.
Sono qui ad ascoltarlo quando si sentirà pronto di raccontarmi quello che anche lui fa fatica a ricordare e sopportare.
Mi alzo dal divano ormai distrutto dalla giornata e dal momento intimo avvenuto tra me e il piccolo Timothè.
Il mio corpo ormai sembra quasi esanime ma la lezione di domani di certo non si prepara da sola.
Dopo aver preso il PC, e il libro, mi butto sul divano ed inizio a scrivere sulla schermata di Word i prossimi argomenti che dovrò andare a toccare.
Non sono poi così tanti, però sono i più complicati. Quelli che richiedono maggiore attenzione e alla fine dell'anno dubito che qualcuno di loro abbia ancora voglia di ascoltare lezioni prolisse e noiose.
Io però sto facendo di tutto per non farli annoiare.
Il mio, nei loro confronti è un approccio del tutto moderno.
Mi piace sentirli parlare.
Ogni volta prima di fare io stesso la spiegazione dell'opera, ne approfitto per chiedere a loro di iniziare a ragionare sull'immagine che gli pongo davanti.
Devo dire che questo metodo funziona.
Sono sempre tutti molto partecipi.
È un pò come giocare a "Indovina chi?", e questo non fa altro che spronarli a fare sempre il meglio di loro.
D'altronde il mio lavoro mi piace per questo. Per il contatto che si crea con i propri ragazzi.

*

Timothè

Guardo la dispensa senza sapere cosa fare. Non ho voglia di studiare. Non ho voglia di impegnarmi. Nella mia testa rimbomba la figura del corpo di Mr. Veila sopra il mio.
Perché me ne sono andato da casa sua?
Potevamo studiare insieme.
Sono proprio uno stupido.
Mi sono fatto prendere dal momento, come faccio sempre d'altronde.
Sono sempre stato così io.
Carpe diem una volta si e una no.
Inizio a girovagare per la stanza invano.
E se ritornassi da Mr. Veila?
Penso e ripenso fino a quando non mi dirigo all'ingresso e indosso le scarpe in fretta.
Sistemo la dispensa nella mia tote bag preferita ed esco sul pianerottolo.
Dopo aver chiuso la porta, estraggo la chiave dalla serratura e con fare trepidante mi dirigo verso l'ascensore.
Aspetto qualche minuto prima che si apra e mi ci tuffo dentro.
Mr. Veila ormai si è impossessato della mia stessa vita.
Ho bisogno di lui.
Ho bisogno di sentire il suo profumo, per sentirmi vivo, per sentire il cuore scoppiarmi nel petto ancora una volta.
Esco dell'ascensore ormai sicuro della mia scelta.
Chiudo il portone ed inizio a passeggiare.
L'appartamento di Mr. Veila non è poi così lontano. Sono circa venti minuti a piedi.
Accelero il passo. Voglio arrivare il più in fretta possibile.
Ho le necessità di vederlo. Ne va della mia stessa vita.
Cammino.
Mi fermo.
Riprendo a camminare.
Oggi ho mangiato pochissimo e la stanchezza si fa sentire.
Questo è il mio segreto più importante. La parte che tengo per me. Una parte di me che Mr. Veila ancora non conosce ma che forse dovrei raccontargli.
Soffro di un DCA.
Da circa tre anni ormai.
Anoressia nervosa cronica.
La mia vita si alterna tra periodi di totale down e periodi di benessere.
Questo è uno di quei periodi dove tutto sembra perso, ma allo stesso tempo ho trovato qualcosa per cui valga davvero la pena lottare: l'amore.
È proprio vero quando si dice che l'amore rende vivi.
Mr. Veila è il mio appiglio in questo abisso.
Un giorno, quando mi sentirò pronto gliene parlerò.
Gli spiegherò i motivi dei miei digiuni costanti o delle mie abbuffate per poi vomitare chiuso tra le pareti di un bagno.
Arrivo di fronte il suo palazzo.
Fisso il numero 37 per qualche minuto e poi suono al citofono.
"Chi è?" Chiede Mr. Veila.
"Sono io!" Rispondo.
Mr. Veila riconosce la mia voce e mi apre il portone in men che non si dica.
Arrivo al primo piano e non appena mi trovo davanti la porta del suo appartamento lui è già lì ad aspettarmi.
"Cosa ci fai qui?" Mi chiede preoccupato.
"Sono uno stupido. Scusami per essermene andato, ma da solo non riesco a stare." Gli spiego in preda alla stanchezza.
"L'importante che sei tornato, piccolino!" Mi rassicura Mr. Veila.
Vedendomi sudato mi domanda:
"Sei venuto a piedi?"
"Si! Era l'unico modo per raggiungerti. D'altronde è quasi mezzanotte!" Gli dico.
"Potevi chiamarmi. Passavo a prenderti senza alcun problema!" Mi dice Mr. Veila.
"Entra! Hai bisogno di bere!" Mr. Veila mi prende sottobraccio, e mi porta dentro.
Dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, gli dico il motivo per cui sono ritornato da lui.
"Non riesco a studiare! Ho bisogno del tuo aiuto!" Gli dico sorridendo.
"Non c'è bisogno nemmeno che me lo chiedi!" Esclama Mr. Veila.
Dopo aver spento il suo PC, mi raggiunge al tavolo e mi chiede cosa devo studiare.
"Proprio la sua materia!" Dico quasi prendendolo in giro.
"Preparati perché sono molto esigente!" Mi dice Mr. Veila assecondando il mio tono.
"Se non fossi stato pronto non sarei venuto qui da te! Non vedo l'ora di passare la notte con te a ripassare la mia materia preferita."
Mr. Veila mi abbraccia prima di iniziare a studiare.
Gli avvolgo la mano, e gliela lascio dopo qualche minuto.
Come desideri corrotti, iniziamo a leggere gli argomenti principali.
Mr. Veila sarà per sempre, la persona da cui farò ritorno ogni volta in cui mi troverò in difficoltà.

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