Confidenze intime

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Sappi che sceglierei te, sceglierei te mille volte. Che fosse per me sarei già lì ad abbracciarti per tutta la notte, o tutta la vita.
C. Bukowski

Timothè

"Davvero è stato John a ridurti in questo stato?" Continua a chiedermi Anth su tutte le furie.
"Si, ma ti prego non fare niente." Gli dico provando a fermarlo.
"Forse non ti è chiaro: io ucciderei per te piccolino." Mi dice Anth con tono soddisfatto.
"Uccideresti davvero qualcuno per me?" Gli chiedo incredulo.
"Senza pensarci nemmeno due volte. Preferisco subire io tutte queste pugnalate piuttosto che vederti soffrire." Conclude infine Anth uscendo dalla camera.
Mi alzo in fretta dal letto.
È così arrabbiato che potrebbe fare qualsiasi cosa.
Indosso la prima cosa che trovo nell'armadio di Anth.
Il mio look prende a tutti gli effetti le sembianze di quello di un insegnante.
Ma non è questo il punto.
Non mi importa se alla London University riconosceranno gli abiti di Anth ed inizieranno a blaterare tra di loro.
Arrivato a questo punto non mi interessa più niente degli altri.
Devo fermare Anth, prima che sia troppo tardi.
Prima che si rovini la reputazione per colpa mia.
Lego i lacci delle scarpe così in fretta che non appena scendo le scale per raggiungere Anth, mi si sciolgono.
Ma continuo a correre lo stesso, fino a quando non afferro la maglia di Anth tra le mie mani.
"Anth, ti prego fermati." Gli dico quasi con le lacrime agli occhi.
"No. Nessuno oserà mai farti stare male." Mi dice Anth.
"Se vuoi farmi stare bene, ti prego non esagerare." Gli dico supplicandolo.
"Il tuo bene verrà sempre prima del mio piccolino." Mi dice Anth dandomi un bacio fugace.
"Cosa hai intenzione di fare?" Gli chiedo preoccupato.
"Quello che ritengo giusto, nel momento in cui me lo troverò avanti." Dice lui infine.
"Vengo con te." Gli dico di scatto.
"Sei sicuro?" Mi chiede.
"Si. Le difficoltà se affrontate insieme sono meno difficili da sopportare." Gli dico passandogli accanto.
Lo prendo per mano ed usciamo insieme dal portone prima di salire nell'auto di Anth.
Non appena chiudo lo sportello, Anth accende la radio.
Partiamo dal suo appartamento, inconsapevoli di quello che a breve accadrà.
"Aspetta. Questa è la mia preferita." Dice Anth, spostando la mia mano dalla radio.
"Ascolti The Weeknd?" Gli chiedo.
"Si." Esclama Anth impacciato.
Ogni volta che gli chiedo qualcosa di suo, diventa un bambino felice.
Ed io lo amo proprio per questo.
"Perchè non me lo hai detto prima?" Gli chiedo curioso.
"È legato a periodi della mia vita che tendo a non ricordare sempre." Mi spiega lui.
"Mi dispiace." Mi limito a dirgli.
"Tranquillo, adesso sto bene." Mi dice.
"Sappi che per qualsiasi cosa ci sarò sempre." Gli dico infine.
Dopo qualche minuto arriviamo davanti la London University.
Anth parcheggia in fretta l'auto, ed  io scendo subito dopo di lui.
Le varie lezioni si sono quasi concluse, ma Anth entra lo stesso.
Saliamo le scale insieme per la prima volta.
D'altronde per adesso non c'è ancora nessuno che può creare danni.
"Aspettami qui." Mi dice Anth indicando la biblioteca.
"Va bene amore." Gli dico io entrando subito pronto a nascondermi tra i miei amati libri.

*

Mr. Veila

Arrivo davanti la mia Aula.
Busso davanti la porta ed apro.
"Buongiorno prof." Dice Grace dal primo banco.
"Buongiorno ragazzi. Scusatemi per l'interruzione." Dico prima di chiedere a John di uscire.
"Ella, mica potrei prendermi un attimo John. Devo comunicargli alcune cose." Dico alla collega scusandomi ancora una volta per aver interrotto la lezione.
"A cosa devo questo richiamo?" Mi dice John sbuffando.
"Non fare finta di niente." Gli dico con sguardo vago.
"Davvero prof, non capisco." Continua a dire John.
"Timothè mi ha raccontato tutto." Dico rompendo il ghiaccio.
"Pezzo di merda. Gli avevo detto che sarebbe dovuto rimanere tra di noi." Esclama John quasi alterato dalla conversazione che è appena iniziata.
"La conversazione procederà altrove. Ti prego di seguirmi." Gli dico con il fumo al cervello.
Ci fermiamo all'esterno del laboratorio di chimica ed inizio a parlare.
"Non ti permettere di offendere Timothè in questo modo, dopo quello che hai fatto." Gli dico tirandogli il colletto della maglia.
"Il prof è geloso di un moccioso." Dice John istigandomi.
"Il moccioso qui sei soltanto tu che non hai fatto altro che approfittare di un ragazzo in un momento di fragilità." Gli dico tirando fuori la mia rabbia.
"Era consenziente." Dice John provando a giustificarsi.
"Non sparare cazzate." Sospiro preso dall'ira.
"Smettila di difenderlo. Io e Timothè siamo già scesi a compressi per questa situazione." Continua a parlare John.
"Compromessi?" Ribatto confuso.
"Ha accettato di essere mio amico per non farmi parlare." Mi spiega.
"Cosa gli hai detto?" Provo ad intimorirlo.
"Che se non mi avesse dato qualcosa, avrei parlato della vostra relazione." Dice John.
"Perchè?" Ribatto io ancora più furioso.
"Perchè ero e sono ancora innamorato del tuo Timothè." Mi spiega John.
Tra noi cala il silenzio.
Questo è un duro colpo.
Difficile da digerire.
"Timothè lo sa?" Gli chiedo.
"Si, ma preferisce stare con te." Conclude John.
"Dopo quello che hai fatto sarebbe anche il minimo." Gli dico.
"Si ma anche prima che accadesse tutto ciò, Timothè è così tanto innamorato di te che non riesce a vedere con gli occhi con cui vede te....nessun altro." Dice John quasi deluso.
"Questo lo so benissimo e la cosa è ricambiata." Provo a fargli capire nonostante la situazione sia più complicata del previsto.
"Se lo ami dovresti essere felice che lui stia bene con me." Esclamo.
"È difficile." Prova a giustificarsi John.
"Stagli alla larga altrimenti potrei danneggiarti." Gli dico incutendogli timore.
"Posso rovinarla anche io." Dice John.
"Non ti conviene, moccioso. Adesso tornatene in Aula." Gli dico girandogli le spalle.
Gli ho già dedicato troppo del mio tempo.
Torno verso la biblioteca.
Entro, e inizio a girare tra gli scaffali non appena noto Timothè steso sul pavimento.
"Timothè?" Dico urlando il suo nome scuotendogli il petto.
"Anth, dobbiamo parlare." Mi dice Timothè in un sospiro leggero.
"Mi fai preoccupare." Gli dico.
Mi avvicino a Timothè e lo aiuto a rialzarsi.
"È arrivato il momento che debba conoscere la mia vera natura." Mi dice Timothè.
Confidenze intime ci aspettano.
Per aiutarci dobbiamo confidarci.
Questa volta, per il bene di entrambi.

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