...in cui ci siamo incontrati

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Niente è perfetto come me e te quando stiamo insieme.

Timothè

“Lo spero anche io.”
Queste sono state le ultime parole che ho pronunciato nel corso delle ultime tre ore.
Mi sento perso in un cosmo così infinito e illimitato da non riuscire nemmeno più a formulare una frase di senso compiuto a meno che non mi venga chiesto di farlo, eppure rischierei di trovarmi in difficoltà visto le pessime condizioni in cui getto.
L’infermiere è uscito dalla stanza dopo avermi rassicurato che i valori di Anth si sono stabilizzati e che continuano ad andare per il verso giusto.
Nonostante tutto, sento che l’universo è dalla mia parte.
Come la felicità…
Quella maledetta bastarda che ogni volta che riuscivo ad afferrare scappava dalle mie mani con una facilità disarmante.
Mi avvicino alla finestra ed inizio a fissare il cielo.
La luna è lì.
La sento forte dentro di me, così come la notte in cui ci siamo incontrati per la prima volta nel suo appartamento.
La luna nonostante la luce abbagliante del sole è sempre lì nel cielo, pronta ad attendere il suo momento, quello giusto per tenere compagnia alle sue amate stelle.
La luna è incredibile proprio per questo.
Un po' come me ed Anth in questo momento.
Io il sole, lui la luna.
Mentre io sono qui ad emanare vita, Anth è lì in quel letto che aspetta di ritornare ad emanare vita insieme a me, la sua piccola calla, la sua stellina.
C’è da dire però che la vista di questa stanza non è di certo una delle più felici poiché affaccia sull’atrio interno dell’ospedale.
Persone che vanno.
Persone che vengono.
Bambini malati.
Ragazzi seduti sulla sedia a rotelle che vengono portati da una stanza all’altra.
Sento un nodo stringermi la gola. Proprio in momenti come questo mi rendo conto che i veri problemi non riguardano un ragazzo che ci ha lasciato o un brutto voto all’esame dove pensavi di dare il meglio di te.
No.
I veri problemi sono questi.
I veri guerrieri sono loro.
E con loro, ci sono anche io che ho lottato per non affondare nell’abisso, e che continuo a lottare per rimanere a galla.
È tutto così difficile e allo stesso tempo incredibile.
Mi allontano per qualche secondo dalla finestra, per prendere le cuffie dal mio zaino e il libro che sto leggendo ad Anth.
“La vita intima” di Niccolò Ammaniti.
Il libro che mi regalò Anth per la nostra prima cena, che fu tutto tranne che romantica.
Questo libro ha cambiato il mio modo di percepire le cose. Nell’ultimo periodo l’ho riletto all’incirca quattro volte, e adesso sento il bisogno di farlo conoscere ad Anth.
Ieri sera prima di addormentarmi, gli ho letto il primo capitolo.
Sono sicuro che lui mi sente, e gli infermieri me ne hanno dato la conferma.
Lo continuo a leggere un po' da solo.
Stasera lo continuerò a leggere ad Anth.
Ritorno vicino alla finestra, dove prima mi trovavo e con fare delicato indosso le mie cuffie.
Dal telefono faccio partire le mie canzoni preferite.
La voce di Lana Del Rey occupa il silenzio della stanza, ma a sentirla sono soltanto io.
Le note di Young and Beautiful mi provocano un senso di dispersione.
È tutto così poetico da sembrare irrealistico.
Forse e dico forse l’iperuranio non è soltanto un mondo che ospita le idee come diceva Platone.
L’iperuranio è quel mondo dove ci rintaniamo quando abbiamo paura e tutto sembra perduto.
Quel mondo dove esistono soltanto le cose belle e irraggiungibili.
Quel mondo dove la voce di Lana Del Rey fa da navigatore.
Si.
Io il mio mondo perfetto lo immagino proprio così.
Un mondo dove esistono le mie paure, ma allo stesso tempo le mie cose preferite.
Inizio a leggere.
Parola dopo parola mi estraneo sempre di più dal mondo reale.
È questo l’effetto che i libri hanno su di me.
Leggere mi ha salvato innumerevoli volte da destini crudi e brutali che pensavo fossero destinati a me.
Leggere mi distrae dalla confusione delle persone.
Leggere mi aiuta a ritrovare la mia pace interiore.
Leggo perché la realtà non ci permette più di sognare come fanno i bambini.
Quindi alla fine i libri per me sono proprio questo: sogni che mi mantengono in vita. Sogni che mi donano ossigeno.
Non riesco ad immaginare una vita senza i miei mattoni di carta. In qualsiasi vita io non sarei Timothè senza i miei amati libri.
Mi sento al sicuro tra queste pagine che per vent’anni sono state le uniche in grado di farmi conoscere l’amore.
L’unico amore in cui ho sempre creduto, perché l’amore dei libri non distrugge, crea.
E così dovrebbe essere nella realtà.
Sempre.
Anche se non lo è ogni volta.

*

Una settimana dopo

È passata ormai una settimana da quando Anth è in coma.
Una settimana di vuoti e di silenzi assordanti.
Una settimana di lotta con gli infermieri che mi dicevano di tornare a casa soltanto per darmi una sistemata.
Ma io dicevo sempre di no.
Che Anth non lo avrei lasciato solo nemmeno per un secondo.
Che non mi sarei perso per cercare di ritrovarlo.
Gli infermieri un po' quella speranza nel 10% un po' la stanno perdendo.
Nonostante i valori stabili, Anth è sempre lì, fermo.
In questa settimana ho finito di leggerli il libro che gli avevo iniziato a leggere.
L’unico che avevo con me.
Da stasera passerò il tempo a parlargli di me. Di noi. Dei miei ricordi con lui.
Forse ha bisogno di sentirli, così come io ho bisogno di ricordarli.
Io la speranza in quel 10% non l’ho persa e mai la perderò.
Nessuno mi toglierà dalla testa, l’idea che Anth, il mio bello addormentato si risveglierà.
Ho iniziato anche a chiamarlo così.
Io la sua piccola calla.
Lui il mio grande, bello addormentato.
Ed è proprio questa la nostra favola dannata. Non una di quelle futili dove vissero tutti felici e contenti.
No.
Una di quelle dove i protagonisti hanno sudato per raggiungere la loro felicità.
Un giorno anche per noi ci sarebbe stato il nostro lieto fine.
Il bello addormentato avrebbe ritrovato la sua piccola calla e vissero tutti felici nonostante le difficoltà della vita.
Perché la nostra era una favola che odorava di realtà, di paura, di attesa, di futuro.
Non puoi togliere all’artigiano le proprie crepe da riparare.
Non puoi togliere alla calla il suo bello addormentato.
Non puoi togliere il piccolino dal grande.
Avrei lottato a denti stretti per riavere il mio uomo accanto.
Il destino non ci avrebbe separato perché…
Non esiste Anth senza Timothè.
Non esiste Timothè senza Anth.
Sarebbe stata la sfida più difficile da condurre ma niente mi avrebbe fermato dal prenderci parte.

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