Niente è come noi

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Se so cos'è l'amore,
è grazie a te.
Hermann Hesse

Timothè

Fare sesso con Mr. Veila è diventato ormai il mio passatempo preferito.
Il modo in cui vive il mio corpo quando è a contatto con il suo è incredibile.
Arde come fuoco incapace di spegnersi.
Scintille.
P

assione.
Tormento.
Se dovessi definire il nostro amore, molto probabilmente userei questi tre aggettivi.
Scintille perché ogni volta che stiamo insieme è sempre migliore della volta precedente.
Passione perchè il sesso che mi procura dentro Mr. Veila è inarrestabile.
Tormento perché il suo corpo è la mia condanna.
E viceversa.
Ho scelto di giocare a questa partita non uscendone del tutto indenne.
Mr. Veila mi ha cambiato radicalmente.
Mi ha reso incline alle vampate che emana il suo corpo, ogni volta che mi domina e mi strattona a sè.
Non riesco a prendere sonno.
L'unica immagine che la mia testa visualizza sono le mani di Mr. Veila, incise intorno ai miei fianchi, come un artigiano che modella il suo vaso.
Le sue mani combaciano alla perfezione con i miei fianchi stretti e del tutto deboli al tocco.
Ma il modo in cui Mr. Veila riesce a farmi gemere al solo tocco, quasi mi distrugge.
Mi sento come se fossi il suo preferito.
È forse lo sono, anche se ancora non me l'ha mai detto.
Il modo in cui mi domina è quasi, senza alcun dubbio, inarrivabile.
Non penso che prima di me ci sia stata un'altra persona che l'abbia fatto sentire così dannatamente desiderato.
Continuo a ricordare ciò che è successo stanotte.
Io che saltavo sul suo membro.
Lui che spingeva con una forza quasi disumana.
Le mie natiche si sono quasi del tutto abituate alla sua presenza, così da non fare più tanto male.
Ammetto che le prime volte, dopo aver fatto sesso con Mr. Veila, quasi non riuscivo a camminare dal dolore.
Questo perché ogni volta gli chiedevo sempre di più.
Era una mia pretesa nei suoi confronti.
Volevo che con me non avesse alcun limite, anzi, volevo che si sentisse libero di poterli superare tutti anche se le mie natiche un pò ne hanno risentito.
Ne è valsa la pena?
Assolutamente. Mi rifarei fare tutto quello che mi ha fatto altre mille volte.
Il dolore è momentaneo.
È la sensazione del piacere procurato ad essere eterna e indimenticabile.
Dannazione.
Il mio membro inizia a spingere tra le mutande.
Questo è l'effetto che mi fa Mr. Veila ogni volta che penso ai nostri momenti intimi.

*

Mi siedo sulla cattedra dopo aver chiuso la porta.
Oggi sono rimasto alla London University per il corso pomeridiano di scrittura creativa.
Mr. Veila mi ha mandato un messaggio poco fa.
Mi chiedeva di aspettarlo nella nostra Aula senza farmi notare da nessuno.
Sobbalzo dalla cattedra non appena qualcuno apre la porta di scatto.
"Buonasera piccolino." Dice Mr. Veila ridendo.
"Mi hai fatto prendere un colpo, Anth." Gli dico giustificando la mia reazione.
"Mi piace vedere provare emozioni diverse." Continua Mr. Veila.
"Coglione. Stavo per avere un infarto dalla paura e se ne esce così." Affermo guardandolo negli occhi.
Mr. Veila si avvicina al mio corpo.
Trascina la sua mano sulla mia gamba provocandomi un fuoco interiore.
Mi sento avvampare al suo tocco.
L'unico a cui ancora non mi sono del tutto abituato.
E forse mai riuscirò ad abituarmici.
Ogni volta che le sue mani venose sfiorano soltanto un centimetro della mia pelle, quasi mi anniento dal mondo reale.
Mr. Veila continua a toccarmi.
Mi apre le gambe e si inserisce fra esse.
Mi blocco per un istante.
"Non pensi che sia pericoloso farlo in questo posto?" Gli chiedo preoccupato.
"Non se chiudiamo la porta." Dice Mr. Veila.
"E come vorresti chiuderla? Bloccandola con le sedie?" Sospiro in preda all'ansia.
"Non penserai mica che sia così banale. Ho preso le chiavi della segreteria di nascosto prima di venire." Mi racconta Mr. Veila.
"E quando avresti voluto dirmelo?" Gli dico tirandogli la maglia verso di me.
"Quando sarebbe arrivato il momento giusto." Esclama Mr. Veila.
"Ovvero?Quale sarebbe il momento giusto?" Gli chiedo stuzzicandolo.
"Il momento in cui inizi a fremere per me." Dice Mr. Veila.
"E come fai ad accorgertene?" Gli chiedo confuso.
"Me ne accorgo dal tuo corpo, piccolino. Ogni volta che vuoi che venga dentro di te, inizi a diventare bollente." Annuncia Mr. Veila.
"Davvero?" Gli chiedo imbarazzato dal fatto che è riuscito a notare i segnali che il mio corpo emana.
"Dico sul serio. Ho imparato a conoscere il linguaggio del tuo corpo." Mi spiega Mr. Veila.
"Sei davvero una persona sensibile." Gli dico posandogli un bacio sulla fronte.
"Niente è come noi, piccolino. Con te, tutto sarà sempre diverso."
Mr. Veila si avvicina alle mia labbra.
Inizia a mordermi il labbro inferiore mentre con le mano destra inizia a stringermi il membro ormai duro al suo tocco.
"Ho voglia di prendertelo in bocca." Dice Mr. Veila cogliendomi di sorpresa.
Mr. Veila vuole farmi un preliminare.
"Di solito sono io quello che lo fa." Gli dico in ansia.
Ho paura di deludere la sua bocca.
"È bello essere versatili, piccolino." Esclama Mr. Veila mentre mi sbottona la cintura pronto ad abbassarmi i pantaloni.
"Sei sicuro?" Gli dico provando a fargli cambiare idea.
"Sicurissimo!" Dice Mr. Veila.
Nemmeno il tempo di fargli la seconda domanda, la sua bocca è già sopra la punta del mio membro.
Inizia a giocarci con la lingua.
È davvero un esperto in questo campo.
Inizia a leccarmi i testicoli, e poi sale di nuovo sopra verso la punta.
Mi sento incapace di reagire.
È forse la prima volta che qualcuno gioca con me in questa maniera.
Mr. Veila continua a mordermi il membro.
"Incantevole." Esclama d'un tratto.
Dopo averlo lasciato, riprende a baciarmi.
Infila la sua lingua nella mia bocca ed io ricambio il bacio ormai preso dal momento di totale eccitazione.
Mr. Veila mi spinge verso la scrivania e dopo avermi piegato a dovere, caccia fuori il suo membro ormai già duro ed inizia a possedermi come tanto gli piace fare.
Mi spinge forte.
Ansimo e gemo intensamente.
"Il suo membro è l'unico che voglio sentire dentro tutta la vita." Gli dico ammiccando uno sguardo sexy.
"Onorato di sentirtelo dire in una situazione come questa." Dice Mr. Veila infine prima di strattonarmi a sè per la seconda volta.

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