Tu assomigli tantissimo
all'idea
che mi sono fatto
della felicità.
Gio EvanTimothè
Mi rigiro nel letto più e più volte.
La testa mi gira.
Non appena apro gli occhi, riconosco subito la stanza di Anth.
Perché dormivo nel suo letto?
Cosa ci facevo qui?
Perché non ero alla London University?
Mi alzo dal letto, con fare completamente confuso.
Vorrei riuscire a ricordare, ma niente mi aiuta a ricondurre il motivo della mia saluta al motivo per il quale mi trovo qui.
Scendo dal letto, quasi inciampo.
"Ai." Dico tra me e me toccandomi la caviglia del piede sinistro.
Ci manca soltanto una storta per chiudere il tutto in bellezza.
Inizio a girovagare per la stanza.
La porta è chiusa, quindi, a meno che non faccia rumore, Anth non saprà che mi sono appena svegliato.
Cammino senza sosta, per calmare le emozioni contrastanti che sto provando in questo momento.
Camminare mi aiuta a calmarmi, mi aiuta a rendere il mio petto più leggero in momenti come questo prima che possa sprofondare nell'abisso che ormai conosco soltanto io e la parte peggiore di me.
Nessuno sa quante volte ho sofferto per colpa mia.
Nessuno sa quante volte ho pianto chiuso nella mia stanza.
Nessuno sa quante volte il pensiero di lasciare il mondo ha fatto parte della mia testa.
Nessuno conosce i miei crolli giornalieri.
Nessuno conosce la versione peggiore di me, quella più tossica che potessi possedere.
Nessuno tranne me.
Il dolore, così come la sofferenza, ho imparato a gestirli. Potrà sembrare un comportamento egoista ma vi assicuro che non lo è.
Forse è proprio questo il motivo, non aver chiesto aiuto mi ha portato a non cancellare del tutto il passato.
Mi fermo davanti la finestra e guardo fuori.
Macchine che vanno.
Macchine che vengono.
Persone che vanno.
Persone che vengono.
Bambini che ridono.
Bambini che giocano.
In loro vedo quella felicità e quella spensieratezza che non ho mai avuto modo di vivere per ragioni più grandi di me.
Un sorriso spontaneo mi spunta sul volto.
Come uno sciocco inizio a sorridere preso dal momento, nonostante mi stia riempiendo la testa di domande per altro.
Ad un certo punto, mentre continuo a guardare fuori dalla finestra, sento la porta aprirsi.
Mi giro e vedo lui.
Il mio uomo.
Anth.
"Non volevo disturbarti." Dice lui giustificando il suo essere intervenuto.
"Tranquillo." Gli dico andandogli incontro.
"Ero venuto a vedere se dormivi ancora." Esclama Anth.
"Perchè lo stai facendo?" Gli chiedo confuso di tutta la circostanza.
"Cosa?" Ribatte lui.
"Questo." Dico io.
"Continuo a non capire piccolino." Mi dice d'un tratto.
"Perchè ti stai preoccupando ancora una volta per me?" Gli dico andando dritto al punto.
"Perchè mi piace prendermi cura di te. Mi preoccupo per te ogni volta che c'è ne sarà il bisogno.
All'infinito, piccolino." Dice infine Anth avvicinandosi a me.
A questo punto cedo.
Lo amo così tanto che ho bisogno di sentire ancora una volta la sua presenza per me per potermi fidare al cento per cento di lui per potergli raccontare dei miei problemi di salute.
Lo abbraccio stringendo forte a me.
Anth mi porge un bacio sulla guancia e con fare protettivo mi accarezza la nuca.
Mi scosta i capelli dalla fronte, scompigliati dal sonno ed inizia a baciarmi.
Mi tocca le labbra ed io assecondo il suo bacio.
"Perchè sono qui, Anth?" Gli dico sussurrando sulle sue labbra.
"Ne parleremo dopo." Dice lui prima di infilare la sua lingua nella mia gola profonda.
Mi prende il viso tra le mani e mentre continua a baciarmi, il mio membro inizia a pulsare nel boxer che indosso.
Rifletto per qualche minuto e mi rendo conto che non è mio.
Questo boxer è di Anth, ed io sto avendo un'erezione nella sua biancheria intima.
Cazzo.
Anth si allontana dal mio volto.
Mi alza la maglia ed io lo aiuto a togliermela.
Si abbassa in ginocchio ai miei piedi ed inizia a mordermi il contorno dell'ombelico.
Lo assapora con fare gentile.
Il modo in cui Anth gestisce queste situazioni è davvero unico.
Dall'ombelico arriva fino al petto ed inizia a mordermi i pettorali.
"Anth?" Lo chiamo a me.
"Piccolino?" Dice lui.
"Sto godendo come la prima volta che lo abbiamo fatto." Gli dico con le lacrime agli occhi.
Anth alza la testa dal mio petto e mi rivolge uno sguardo fugace.
"Sentirtelo dire, non fa altro che rendermi più affamato di darti ancora di più." Esclama Anth mentre mi fissa negli occhi.
Così, con fare prorompente, prendo il dominio della situazione.
Nonostante ancora non sappia perché mi trovi qui quando dovrei essere alla London University, sono sicuro che l'unica cosa che voglio è sentire Anth dentro di me.
La mia unica certezza in questa vita e in tutte le altre che avrei potuto vivere.
In tutte le vite che vivrei, sceglierò sempre lui senza alcun dubbio o incertezza.
Mentre Anth si sfila la canottiera, io gli abbasso il pantalone pronto a prendere il suo membro tra le mie labbra.
Inizio a sentire la sua protuberanza non appena appoggio le mie labbra sulla punta del suo membro così duro come una pietra.
Non avevamo un momento nostro come questo da una settimana, poiché siamo entrambi presi dagli impegni dell'ultimo semestre.
Lo prendo fino alla fine.
La mia gola è così profonda da poterci entrare tutto senza alcuna difficoltà.
"Piccolino, hai scelto di giocare davvero sporco." Dice Anth.
"Lo so." Ribatto mentre con la testa faccio su è giù sul suo membro.
Con la mano destra inizio a giocare con i suoi testicoli.
Se il diavolo in questo momento dovesse avere un nome sarebbe senza alcun dubbio il mio.
"Ho bisogno di sentirlo dentro." Dico non appena lascio fuoriuscire il membro dalle mie labbra.
Anth mi tira sù.
Mi prende in braccio e mi porta sul letto sul quale pochi secondi fa dormivo beatamente.
"Pronto?" Mi chiede Anth.
Mi prende a cavalcioni sotto di sè e mi afferra i fianchi pronto a dominarmi.
Prima di affondare il suo membro dentro di me, lo sbatte sulla mia natica sinistra per farmelo sentire.
D'un tratto mentre mi giro per dirgli di procedere, Anth inserisce il suo membro dentro di me ed inizia a spingere.
Mi domina con fare persuasivo.
Questa volta la sua presenza non fa più male.
Dopo qualche minuto cambiamo posizione.
Anth si distende sul letto.
Mentre io...
Io salgo sul suo membro pronto a sentirlo nuovamente dentro di me.
Questa volta non è Anth a dare le spinte.
Sono io a saltare.
Sono io ad avere il dominio della situazione.
"Timothè." Mi chiama Anth a sè mentre il suo membro è ancora un pò dentro di me.
"Sto per venire." Mi dice.
"Vieni dentro di me, senza paura." Gli dico.
Scendo dal suo membro e mi posiziono al suo fianco.
Guardiamo il soffitto mentre siamo entrambi nudi sul letto.
Ne approfitto per toccare la mano di Anth.
Le sue vene mi eccitano ogni volta che le tocco.
"Perchè sono qui?" Gli chiedo mentre gioco con le sue mani.
"Sei venuto correndo dalla London University. Eri sconvolto. Mi ha detto che qualcuno ti ha baciato ma eri così senza parole da non riuscire a ricordati chi fosse stato." Mi spiega Anth.
Cazzo.
Inizio a ricordare tutto.
Il bacio.
John.
Sono venuto da Anth per trovare conforto.
"Giusto. John..." Dico non concludendo la frase.
"John?" Ribatte Anth alzandosi di scatto dal letto.
"È stato lui a baciarti?" Mi chiede furioso.
Mentre Anth inizia a vestirsi io continuo a chiedermi che sapore ha la nostra storia dopo tutto quello che stiamo vivendo.
Dopo tutte le sfide che la vita ci porge senza alcuna pietà.
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My Art Mistake
Fanfiction"Non esiste amore senza passione. Non esiste passione senza amore." Un nuovo insegnante. Un alunno in conflitto con sè stesso. Una passione senza rivali. Timothè è un alunno diverso dagli altri; costantemente in conflitto con sé stesso, a causa del...