"Volevo urlare quello che sentivo,
ma sono rimasto zitto per paura di non essere capito."
-C. BukowskiJohn
Due anni prima
Il tintinnio della sveglia interrompe il mio sogno.
Sobbalzo dal letto.
La prima settimana alla London University è stata devastante e lo è stato ancor di più quello che sento verso quel dannato ragazzo.
Così diverso dagli altri.
Così sempre sulle sue.
Quasi in disparte dal mondo intero.
Rimuovo il suo ricordo dalla mia mente ed inizio a preparami.
Smetto di pensarlo anche se non ci riesco.
Mi ha rubato il cuore.
L'anima.
Ogni volta che lo vedo quasi mi viene un colpo.
Le emozioni che mi procura dentro sono indescrivibili.
Tutte le volte che lo vedo, provo lo stesso imbarazzo che ho provato la prima volta che ci siamo visti.
Non che gli abbia mai parlato.
Ancora non ne ho trovato totalmente il coraggio.
Mi sembra tutto così precoce.
Continuo a sistemarmi e dopo mezz'ora circa sono pronto.
Scendo le scale quasi di corsa.
Spengo la luce, chiudo la porta e con lo zaino poggiato sulla spalla destra mi dirigo verso il cancello per uscire.
La solita routine di merda.
Fai questo.
Fai quello.
L'università è il luogo più stancante che possa esistere.
Quasi mi pento di averne scelta una così prestigiosa.
Una così difficile da gestire, dove la vita sociale la maggior parte delle volte passa in secondo piano.
Sono sempre passato per quello cattivo delle situazioni ma in verità non ho fatto nient'altro che subire ciò che gli altri volevano subissi.
Lo so.
Forse ho sbagliato.
Ma alla fine se sono diventato la mia versione migliore è anche merito di queste "esperienze sbagliate" che mi hanno aiutato a crescere.
Il più delle volte sono stato chiuso in me per paura di non essere compreso appieno.
Anima tormentata e difficile la mia.
Un mondo nel quale non ho permesso a tutti di entrare.
Le uniche persone di cui mi fidavo non hanno fatto nient'altro che pugnalarmi alle spalle.
La sofferenza se rende cattivi non è servita a un cazzo.
Me lo ripeto sempre.
Se fossi diventato la parte peggiore di me dopo tutto quello che avevo subito forse e dico forse non mi sarebbe servito a niente.
La sofferenza mi ha fatto capire tante cose.
Dalle ceneri si può sempre rinascere più forti di prima.
Oggi è San Valentino.
Un giorno così banale per uno come me, eterno romantico alla ricerca della sua metà perfetta.
Ho scelto di lasciare un bigliettino in anonimo a Timothè per dirgli quello che provo.
Più che un bigliettino è una breve lettera a cui ho scelto di non inserire il mio nome.
Sarete tutti curiosi di sapere cosa gli ho scritto.
Ebbene si, adesso ve lo dirò.Caro Timothè,
Sono un tuo ammiratore segreto.
Mi piaci più di ogni altra cosa.
Sei il mio dannato incanto.
Sei la favola che desidero vivere.
Il fuoco che arde dentro di me ogni volta che i nostri occhi si incontrano è indescrivibile.Ripiego il bigliettino e lo ripongo in tasca, incerto se inserirlo nella buca della posta oppure se tenerlo con me e lasciare tutto così in bilico.
Tanto non potrebbe cambiare molto da quello che già c'è.
Alla fine, il bigliettino non presenta il nome del mittente quindi non riceverei nulla in cambio.
Inizio a camminare per schiarirmi le idee e alla fine scelgo di agire d'istinto.
Quando voglio fare una cosa di cui sono convinto con tutto me stesso, niente e nessuno sarà mai in grado di fermarmi; di opporsi alle mie idee.
Sono molto caparbio in questo.
Arrivo davanti il cancello della London University e la mia attenzione viene catturata da Timothè, seduto sulle scale intento a leggere uno dei suoi amati libri.
Lo guardo e il cuore inizia a battermi nel petto all'impazzata.
Lo amo così tanto.
Chissà se troverò mai il coraggio si dirglielo.
D'altronde ho sempre avuto paura di essere felice a causa di tutto quello che ho vissuto sulla mia pelle.
Del dolore che ho provato sulle mie ossa.
Faccio finta di inciampare per attirare la sua attenzione.
Lo so.
Mai interrompere una persona mentre legge, ma in questo momento è opportuno farlo purché qualcosa accada.
"Tutto bene?" Mi chiede Timothè di scatto.
Si avvicina al mio corpo steso verso l'ultima scala.
"Bene, grazie." Dico imbarazzato dal momento.
Quando mi alzo, Timothè mi riconosce.
"John, che ti è successo? Sicuro di stare bene?" Continua a chiedermi preoccupato.
Devo ammettere che vederlo così preoccupato per me, quasi mi eccita.
"Si. Mi fa un pò male la caviglia." Dico sfiorando la mia stessa caviglia per far sembrare la scena più reale possibile.
"Aspetta ti do una mano." Si offre Timothè.
Posa il suo libro, sullo zaino e si avvicina per raggiungermi.
Mi porge la sua mano e mi aiuta a rialzarmi.
"Grazie Timothè." Gli dico entusiasta.
"Di nulla. Il minimo per aiutare chi è in difficoltà." Dice lui.
Mi avvicino e lo abbraccio.
Ne approfitto forse sbagliando ma questa è l'occasione giusta.
Al contatto del suo corpo il mio inizia a scoppiare.
Il cuore palpita.
Il respiro svanisce.
Le farfalle nello stomaco volano.
Mi sento così fortunato.
Timothè la persona giusta per me.
Dopo qualche minuto mi allontano dal suo corpo.
Timothè mi rivolge un sorriso fugace e ritorna a leggere il capitolo che aveva interrotto per aiutarmi.
Ricambio il sorriso e con fare incerto cammino verso l'ingresso.
Arrivo davanti la nostra Aula e prima di entrare vado verso la scatola dei bigliettini.
Prima di imbrucarlo scrivo sopra di esso.Per Timothè
Aula C3
Buon San Valentino♡Imbuco il bigliettino consapevole a tutto quello a cui andrò incontro.
Non succederà niente a meno che lui non si renda conto che sia stato io a scrivergli.
Ma dubito.
Sono stato fin troppo generico.
Ma era il minimo che potessi fare.
Per quanto voglia viverlo, allo stesso tempo ho paura di rovinare tutto.
Così ritorno verso l'aula con un peso sul petto e una gioia nel cuore.
Questo sarà il mio segreto inconfessabile che porterò con me fino a quando non mi sentirò pronto a vivere tutto quello che mi resta.
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My Art Mistake
Fanfiction"Non esiste amore senza passione. Non esiste passione senza amore." Un nuovo insegnante. Un alunno in conflitto con sè stesso. Una passione senza rivali. Timothè è un alunno diverso dagli altri; costantemente in conflitto con sé stesso, a causa del...