6. Soluzione

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"Ehm... si mi ha dato dei consigli su come murare meglio"
"Parliamo della stessa persona?" chiede Kageyama
"Alto?" continua Hinata
"Capelli biondi?"
"Occhiali?"
"Centrale?"
"Di questa squadra?"
"Si direi che parliamo proprio di lui, è così insolita come cosa?" interrompo questa alternanza di domande, loro continuano a fissarmi come se mi fosse cresciuta una seconda testa.
"Come ti ho detto prima di solito gli interessano poche cose... è molto strano questo. E vi siete allenati?"
"No, non so quanto ne valga la pena, la mia squadra non ha il minimo impegno, mi sembra una perdita di tempo"
"Vuoi scherzare?!" urlano all'unisono e io sobbalzo.
"Devi sempre prendere insegnamenti, non sono mai inutili, anche da uno stronzo come Tsukki" dice Kageyama.
Una voce femminile dietro di me mi chiama, sono arrivate le ragazze.
"Io... ci penserò credo"

Finisco l'allenamento continuando a pensare alla proposta di Tsukishima, forse è vero mi serve allenarmi, però è davvero insopportabile. Dovrei mettere da parte il mio orgoglio?
Esco dalla palestra, saluto le mie compagne di squadra e passo accanto ai ragazzi che stanno per entrare in palestra.
Tsukishima è l'ultimo del gruppo "Cambiato idea principessa? Sai sono pochi i fortunati che hanno ricevuto un'opportunità come la tua" mi parla sempre con que tono arrogante, si ferma accanto a me mentre gli altri entrano. Ha sempre quel sorrisetto come se si prendesse gioco di me, che nervi.
"Partiamo dal presupposto che ho un nome, e sicuramente non è principessa. Seconda cosa, preferisco allenarmi da sola piuttosto che sopportare il tuo caratteraccio"
"Senti senti, ci siamo svegliati di cattivo umore oggi? Le tue amichette hanno preso sottogamba l'allenamento anche oggi?"
Mi avvicino a lui e lo fulmino con lo sguardo, ridacchia ancora di più visto che deve abbassare ancora la testa. Come se fossi così bassa, sono un metro e settanta accidenti.
"Pensa ai tuoi di allenamenti, non sia mai che ti arrivi una pallonata dritta in faccia e ti spacchi quegli occhialetti che ti ritrovi"
"Uh-uh che paura" e se ne va in palestra sempre ridacchiando, il suo amichetto ridacchia insieme a lui.

Mi alleno fuori dalla palestra da sola per un po' di tempo, poi me ne torno a casa. Dopo cena cerco sul computer delle strategie su come murare meglio, come rafforzarmi, degli esercizi per esercitarmi al meglio. Scrivo tutto su un quadernino e, quando mi ritengo soddisfatta, me ne vado a letto.
Ma il sonno non accenna ad arrivare, ho troppi pensieri. Voglio diventare più forte, ma ho bisogno che anche la mia squadra la pensi così. Da quello che ho capito il problema è stato quando hanno perso il torneo, quindi non hanno più stimoli. Ma certo! Se andassimo nel competitivo, forse potrei convincerle ad allenarci e fare del nostro meglio!

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora