21. Fastidio

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Iniziamo il secondo set, ci prepariamo alla battuta. Chissene frega della sette in campo, basta che vinciamo adesso e ci portiamo a casa la partita.
Riceviamo e tento una veloce, il libero la prende e io subito mi preparo per il muro. Il sette corre e non faccio in tempo a saltare che la palla ha già sorpassato la rete. L'attacco è stato così veloce e potente che la palla rimbalza quasi sugli spalti dietro di noi. Rimango raggelata, hanno tenuto la più forte in caso di necessità.
"Non importa! Andiamo avanti!" Watanabe ci incoraggia.
Quando ci troviamo sei a undici però, la mia paura comincia a salire. Come avevamo previsto il muro a lettura è inutile, saltiamo ad intuito e Haru fa del suo meglio. Delle volte va bene, altre no, andrebbe meglio se riuscissi a prenderla.
Però l'entusiasmo per adesso non è ancora calato, anzi abbiamo più voglia di combattere.
Un nuovo attacco e un nuovo muro. Prendo un bel respiro e salto, per pura fortuna la palla colpisce la mia mano. La potenza però è troppa, la palla passa dietro di me e vola via, Haru prova a inseguirla ma non arriva in tempo. Almeno l'ho colpita, però il dito comincia a formicolare. Smuovo un po' la mano.
"Tutto ok?" Watanabe mi nota.
"Si!" piego il dito, da un po' fastidio ma nulla di più.
Il set continua ma non riusciamo a recuperare, la numero sette è troppo forte, finiamo così venticinque a venti.

"Uno pari, continuate così. Haru stai migliorando la difesa. Mei, aspetta un secondo in più a saltare, le farai credere che ci sia un buco e poi spunterai tu a rallentare la palla"
seguirò sicuramente il consiglio di Watanabe, l'arbitro fischia e torniamo in campo. Prima però l'allenatore mi ferma
"Ho ignorato fino adesso il dito fasciato, perchè ero sicuro che in caso non fossi stata in grado di giocare me lo avresti detto subito. Alla prima smorfia di dolore che ti vedo fare ti sostituisco, chiaro?" mi guarda severo
"Stia tranquillo, se farà male glielo dirò subito" e vado in campo.
Comincio in prima linea, esattamente davanti all'avversario di oggi "E' frustrante non riuscire a capire le mie mosse vero?" mi guarda sfidandomi. Non mi innervosisco, ormai sono abituata a certi toni e risposte.
"Rimani così sicura di te fino alla fine, quando avrete perso e sarai in lacrime ti passerò un fazzoletto" lo dico con tono di voce piatto, il suo sorriso odioso si spegne.
"Ehi Mei" Mishi mi chiama, mi giro a guardarla, lei indica sorridendo le tribune dietro di noi.
"Non ci credo" mi giro a salutare con la mano. Hinata, Kageyama, Tsukki e un ragazzo biondo accanto a lui ricambiano il saluto.
"Hai proprio una tifoseria accanita" mi prende in giro Haru. Ma non c'è tempo di chiacchierare, dobbiamo vincere.
Si inizia con la nostra battuta, ricezione avversaria, alzata e... accidenti una finta! La palla viene verso di noi, allungo un braccio e miracolosamente la prendo. Passa però dall'altra parte regalando loro una palla facile.
Adesso avviene una vera alzata, mi posiziono. Il sette comincia a correre, ma il loro centrale è più veloce, seguo l'istinto e salto davanti a lei. Fortunatemente avevo ragione, schiaccia e riesco a murare la palla con la mano sinistra, la palla cade poi ai piedi del loro alzatore. Iniziamo bene, primo punto per noi.
"Sei grande Mei!" l'urlo di Hinata mi fa venire voglia di urlare a mia volta.
Il set continua, riusciamo a tenere il vantaggio anche se di poco, ci troviamo dodici a dieci. Il sette è ancora un problema, per fortuna Haru ha ormai capito i suoi movimenti, grazie anche a noi centrali che direzioniamo la palla.
Si prepara di nuovo ad attaccare, provo a seguire il consiglio di Watanabe sta volta.
"Mishi te lo dico io" è accanto a me pronta a saltare.
"Pronti e... vai!" saltiamo, la palla viene toccata dalla mano di Mishimiya, rallentandola notevolmente. Vedo lo sguardo del sette cambiare, da sicurezza che ha sempre manifestato a incertezza. Haru riceve senza difficoltà, la palla viene alzata e mi preparo per la veloce. Corro, salto e colpisco con tutta la forza che ho in corpo. La palla va lontana, era dentro? Guardo il guardalinee, aspetta un secondo e poi alza la bandierina in alto.
"Mi dispiace, farò meglio!" mi giro verso le mie compagne
"Va bene, va bene!" Mishi mi da una pacca sulla spalla.
Quando però mi preparo sento che non va bene, il dito dopo queste azioni comincia a fare male. Sono dentro al campo ormai da un po', è normale che cominci a perdere colpi, ma non posso cedere adesso.

La partita è un continuo testa a testa, in quello che mi sembra un secondo, ci troviamo ai vantaggi. Mi giro verso il tabellone, siamo ventinove pari.
Tutte in campo grondiamo di sudore, facciamo fatica a tenere un respiro regolare, ma nessuno qui vuole cedere.
Prendo la palla e mi preparo per la battuta. Muovo un po' la mano destra, ormai il dito da davvero fastidio. Cerco di non farmi distrarre, colpisco e la palla colpisce la rete.
"Maledizione!" urlo. Questa non ci voleva, un solo punto e per noi è finita.
Guardo il campo avversario, la sette passa in seconda linea. Dobbiamo assolutamente approfittarne.
La palla arriva, la ricevo in bugher, l'alzatore la prende e Mishi corre. L'attacco è potente ma non abbastanza, viene ricevuto e io corro avanti. Mi concentro il più possibile, a chi alzerà? Il centrale corre, salto davanti a lei, ma la palla viene passata all'opposto, completamente scoperta. La palla arriva e Haru non si fa ingannare, la prende anche se non in modo pulito. La palla prende la rete, la alzo in qualche modo e Mishi la lancia di là con un bugher lungo. Per quanto sia una palla complicata viene presa e ricevuta dall'alzatore. Il sette sorride, comincia a correre. Mi preparo, non riuscirai a fregarmi.
Mi posiziono con Mishi, con mia sorpresa l'alzatore si prepara accanto a me. La situazione è disperata, un muro a tre è quello che ci serve.
"Pronte, e... via!" saltiamo tutte e tre. Il sette non sorride più, ci guarda con rabbia. Lancia un urlo e colpisce nel modo più forte possibile, prende la mia mano destra e rimbalza dietro di me. Sento una fitta ma la ignoro, la palla vola lontana e devo concentrarmi solo su quella. Haru corre, si butta e la prende, Mishi che correva dietro di lei la prende, io corro a mia volta e la butto di là con un palleggio. Siamo fuori posizione, ci siamo allonatante e stiamo correndo più velocemente possibile verso la rete.
La numero sette ci guarda ridendo, salta verso la palla che sta attraversando la rete e schiaccia di primo tocco. Provo a buttarmi, lo stesso fa il nostro alzatore.
"Forza correte!" la voce dell'allenatore Watanabe è l'ultima cosa che sento, prima che la palla tocchi terra a pochi centimetri dalle mie dita.

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora