22. Sfogarsi

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Il tempo sembra congelarsi, tutto è immobile per un secondo infinito. In quel secondo, sdraiata in terra con il braccio allungato in avanti, chiudo gli occhi, prego qualsiasi divinità che il punto venga annullato per chissà quale motivo. Non può finire già adesso, ti scongiuro. I tre fischi dell'arbitro mi riportano alla realtà, seguono poi le grida di esultanza dall'altra parte del campo. Alzo lo sguardo, la sette mi guarda dall'alto in basso con un sorriso soddisfatto, vorrei alzarmi e strapparle la faccia.
"Mei dobbiamo alzarci" Mishi è davanti a me e mi tende la mano, la afferro.
"Testa alta ragazze" il capitano non si scompone mentre cammina sulla riga del campo. Le altre, alcune con le lacrime agli occhi, la seguono. Io indurisco lo sguardo e le raggiungo. Non ho la minima intenzione di arrabbiarmi o piangere, voglio solo guardare dritto e pensare al prossimo anno. Mi viene un groppo in gola pensando a Mishi e alle tre ragazze che, invece, un'altra possibilità con la Karasuno non ce l'hanno.
Ringraziamo, stringiamo la mano all'altra squadra. E adesso il momento più difficile: ringraziare il pubblico. E' sempre poca gente, spiccano in prima linea i miei amici e compagni di pallavolo. Applaudono, sento le voci di Kageyama e Hinata, non so se anche Tsukki stia applaudendo perchè non alzo lo sguardo. Ho troppa vergogna e se vedo la sua faccia delusa so che scoppierò in lacrime.

Entriamo in spogliatoio e chi è riuscita a trattenersi fin'ora non lo fa più, anche Mishi piange in un angolo senza farsi vedere. Io mi cambio in silenzio, sento il senso di colpa di aver fatto perdere la mia squadra. Se avessi fatto bene quella battuta, se avessi previsto in tempo le loro mosse, se mi fossi spostata più velocemente. La mia testa è piena di se, anche quando Watanabe, che ci aspetta fuori dallo spogliatoio, ci dice che ci parlerà un attimo una volta arrivati a scuola.
Usciamo dal palazzetto, ormai è tardi pomeriggio, quasi sera. I ragazzi sono a pochi passi dalla porta, mi chiamano. Mi avvicino a loro mentre le mie compagne si spostano ad aspettare il pulmino. Mi sforzo con tutta me stessa di farmi vedere tranquilla.
"Non mi aspettavo che veniste, grazie davvero" sforzo meglio che posso un sorriso
"Siamo arrivati tardi perchè qualcuno" Hinata trafigge con lo sguardo Kageyama "ha letto male l'orario sulla bacheca a scuola"
"Non ricominciate ancora per favore" il ragazzo biondo accanto a Tsukki li calma gentilmente, poi si gira verso di me "Mi chiamo Akiteru, sono il fratello maggiore di Tsukishima. Tu devi essere la famosa Mei, la santa ragazza che sopporta il suo pessimo carattere. Approposito, ti chiedo scusa io per lui" mi porge la mano che gli stringo subito. Ora che me l'ha detto noto una certa somiglianza tra i due, anche se di carattere sono completamente opposti.
"Piacere di conoscerti, Tsukki mi ha detto che giocavi a pallavolo anche tu. E comunque ha un pessimo carattere solo ogni tanto"
"Ha un pessimo carattere spesso" dice Hinata.
"Volevi dire sempre" continua Kageyama.
"Sono qui e vi sento, se non la smettete vi lascio a piedi" Tsukki li guarda male come sempre, almeno credo, non ho il coraggio di guardarlo.
"Nessuno lascia a piedi nessuno, la macchina è mia e vi riaccompagno tutti a casa. Solo... non passate tutto il tempo a litigare, ecco" Akiteru è sempre pacato.
La scena è davvero comica, fossi stata di tutt'altro umore starei ridendo come una matta, invece mi limito a guardarli sorridendo.
"Comunque siete state davvero brave, è un vero peccato" se ne esce Kageyama dopo un po'. Ecco la parte che volevo evitare il più possibile, era meglio quando litigavano.
"Già... un vero peccato" dico solo questo
"Il prossimo anno andrete alla grande! Già adesso avete fatto passi da gigante!" mi incoraggia Hinata, poi vedo il suo sguardo spostarsi verso il mio dito indice e il suo sorriso si spegne. Mi guarda poi con occhi colpevoli, io sorrido meglio che posso e metto la mano in tasca. Non voglio nemmeno per un attimo che si senta in colpa.
"Per quel che vale, hai davvero talento come centrale, continua così e arriverai molto in alto" continua Akiteru. Per mezzo secondo guardo Tsukki, non ha detto una parola e mi guarda in silenzio.
"Grazie a tutti davvero, ora torno dalle altre. Ci vediamo domani" non aspetto che mi rispondano e vado via. Mi sono sforzata più che potevo di essere positiva, spero non abbiano notato nulla di strano.

Sul pulmino Mishi mi invita a sedermi vicino a lei.
"Sarai il capitano del prossimo anno" dice dal nulla, sta piangendo in silenzio da quando siamo partite.
"Sei sicura? Non so se posso..."
"Tu hai fatto ripartire la squadra, hai creduto in noi dal primo momento, ci hai fatto volare di nuovo anche se per poco. Ti prego accetta questo ruolo, so che le porterai lontano. Farò il tifo per voi" le scappa un singhiozzo, la abbraccio.
"Farò del mio meglio te lo giuro, ma adesso non pensarci, sei ancora tu il nostro capitano" cerco di non piangere ancora, vederla così mi spezza il cuore.
Dopo poco il mio telefono vibra, un messaggio.
"Nessuno ti biasima se piangi" come fa a leggermi sempre nel pensiero? Non rispondo e chiudo gli occhi per un po'.

"Due parole prima di andare a casa" Watanabe ci fa sedere in cerchio sul pavimento della palestra "ho deciso che continuerò ad allenarvi anche i prossimi anni. La nostra battaglia quest anno è durata poco, ma voglio scommetere su di voi e prepararvi per l'anno prossimo. Riusciremo a organizzare nel mentre delle amichevoli, così da imparare nuove tecniche e... altre formazioni" esita, guarda per un secondo le ragazze del terzo anno "è tutto, ci vediamo domani"
Mishi si alza, le altre ragazze del terzo anno la seguono, si inchinano tutte e tre davanti allo sguardo sorpreso dell'allenatore.
"Grazie per aver creduto in noi! Per favore le faccia volare più in alto!" Mishi non piange più adesso, la sua voce è ferma.
"Promesso" sorride Watanabe.
Usciamo e cammino da sola verso casa, potrei sfogarmi adesso, ma non trovo il senso quindi non lo faccio. Devo solo guardare avanti.

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora