18. Migliorarmi

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"Ragazze siete state straodinarie ieri, fatevi un applauso" l'allenamento mattutino comincia con un discorso dell'allenatore.
"La prossima partita è tra tre giorni. Più avanti capiremo chi affronteremo. Per adesso concentriamoci per diminuire i nostri punti deboli, come la difesa, e valorizzare i punti forti. Su cominciate a riscaldarvi"
Cominciamo a correre, mi sento ancora su di giri per ieri. Guardo Mishimiya, mi sembra che stia meglio di ieri, ma voglio comunque parlarle più tardi.
"Per prima cosa miglioriamo la ricezione, farò delle battute e una alla volta ricevetele, chiaro?"
Ci posizioniamo e quando finalmente è il mio turno mi preparo. Arriva la palla, faccio dei passi avanti, ma poi mi rendo conto di essermi posizionata troppo avanti. Ricevo a fatica con un palleggio.
"Guarda bene la palla e stai leggermente più indietro. E' più facile fare passi avanti" mi sento un po' un'imbranata, mi rimetto in fondo alla coda
"Tranquilla la prossima la prendi di sicuro!" il libero mi incoraggia
"Grazie Haru, magari fossi brava come te a ricevere"
"E magari io fossi alta come te" ride
"E tu Mishi? Cosa vorresti migliorare?" Haru la include nel discorso.
Non l'ha fatto con cattiveria ovviamente, ma la domanda in questo momento è abbastanza scomoda, perchè Mishi non risponde e abbassa lo sguardo.

"Tutto apposto?" finito l'allenamento entriamo a scuola, il tragitto insieme è breve, però voglio comunque cercare di tirarle su il morale se posso.
"Tutto ok, anche se ammetto di avere ancora il pensiero di ieri" non mi guarda mai negli occhi "non so dirti di preciso cosa sia successo, ho vissuto di nuovo l'umiliazione dell'altra volta e mi sono bloccata. Poi ho visto la stessa cosa negli occhi di tutte"
"Ma poi ci siamo riprese e abbiamo vinto, avrai altre occasioni per riscattarti. Sei un ottimo capitano e non lo penso solo io" le sorrido sincera
"Come hai fatto?" finalmente si gira a guardarmi
"Come ho fatto cosa?"
"A non farti scoraggiare come tutte noi, hai detto quelle cose e ci hai aperto gli occhi"
Ragiono per un secondo. Avevamo perso un altro punto, mi ero girata a guardare le altre, le ho viste sconfitte e mi sono demoralizzata anche io, poi mi sono girata e ho guardato verso le tribune, senza rendermene conto lo cercavo...
"Perchè stai arrossendo?" mi guarda confusa
"Ehm, cosa, io? Oh guarda, siamo al primo piano, ci vediamo dopo" scappo nella mia classe in fondo al corridoio, lasciando Mishi con non poche domande.

Finito l'allenamento pomeridiano, come al solito incrocio i ragazzi.
Li saluto sorridendo e loro ricambiano, ormai li considero miei amici.
Tsukki come al solito è l'ultimo "Mei oggi niente allenamento, sono sempre stanco e sono un lombrico"
Mi fermo davanti a lui a guardarlo, aveva una voce strana... e soprattutto non muoveva la bocca.
"Suga, puoi smetterla di imitare la mia voce?" Tsukki si gira e dietro di lui spunta Suga che ride come un matto.
"Cavolo sei stato bravissimo, per un secondo mi hai confuso"
"Ma io non parlo mica così" mi guarda scocciato il biondo.
"Ma io non parlo mica così" lo scimmiotta Suga, ci passa accanto ridendo ancora.
"Oggi allenamento fuori"
"Ma non avevamo la palestra?" e poi non ho voglia di correre.
"I due idioti insistono tanto, poi la tua stamina fa ancora schifo" comincia a correre
"Anche la tua, sbruffone!"

Facciamo a corse lo stesso percorso dell'altra volta, fino al parchetto. Sono contenta del fatto che si, sono stanca ma meno della volta scorsa.
"Mi sembra di essere andata meglio questa volta, tu che di... Tsukki ma davvero sei così stanco?" quando mi giro a guardarlo scoppio a ridere, è seduto sulla panchina con il fiatone
"Non... una parola... dammi un attimo" mi siedo accanto a lui sempre ridendo.
Quando si riprende rimaniamo ancora seduti "Seriamente, come sono andata ieri?"
Ci pensa un attimo "Pensavo peggio" lo guardo un po' male, poi prosegue "Hai fermato una palla e ne hai toccate altre, devi migliorare un pochino il tempismo. Poi devi osservare meglio. Ma soprattutto, non avere quello sguardo da cerbiatto spaventato" abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Fammi capire" continua guardandomi "se non ci fossi stato io a darti una svegliata, e di conseguenza tu a svegliare le altre, avreste perso?"
"Mi dispiace" è l'unica cosa che riesco a dire, probabilmente sarebbe finita davvero così.
"Non posso esserci ogni volta, non puoi farti prendere dal panico" la sua voce si addolcisce un po' "però era la tua prima partita, quindi per questa volta ti giustifico. La prossima volta scendo personalmente a prenderti a calci" non me lo aspettavo e mi metto a ridere, ancora più inaspettato lui fa lo stesso.
"E' strano sentirti ridere, di solito sei sempre tutto serio" mi giro a guardarlo sorridendo, mi piace tanto quando sorride, aspetta che?
Rimaniamo a guardarci per un secondo, Tsukki è il primo a parlare "E' tardi dovremmo... andare"
"Ehm... si giusto" ho sentito una punta di imbarazzo nella sua voce, ma credo sia solo una mia impressione.

Cominciamo a camminare "Sai, prima per me era solo un club" comincia lui dal nulla "Mi impegnavo un po' ma nulla di più. Eravamo ad un ritiro insieme ad altre squadre un po' di settimane fa, tutti facevano allenamenti liberi. Hanno cominciato ad includermi membri di altre squadre, io accettavo ma non capivo comunque perchè facessero tutti questi sforzi" lo ascolto attenta, è la prima volta che parla per così tanto.
"Il mio pensiero ammetto che era già un po' cambiato lì, poi ti ho visto" si gira a guardarmi "Quel giorno in palestra, quando la battuta di Asahi stava per colpirti. Quel colpo era davvero potente ma tu hai avuto la reazione per girarti in tempo e bloccarla con le mani. Qualcuno avrebbe provato ad abbassarsi, o si sarebbe parato con le braccia, tu hai usato le mani, avevo capito subito fossi un centrale"
"Mi ricordo quel momento, non capivo come avessi azzeccato"
"All'amichevole poi ti ho visto all'azione, se posso essere onesto facevi proprio pena"
"Quando mai non sei onesto" ironizzo
"Però c'era talento, c'era potenziale, te lo dissi anche quel giorno. E quando ti guardavo pensavo che fosse frustrante vedere che avevi quel qualcosa, ma nessuno che ti aiutasse a tirarlo fuori. Così, non so come dirlo, so solo che dovevo fare qualcosa, perchè il pensiero era davvero snervante. Abbiamo poi iniziato, dopo che te hai fatto un po' la difficile" mi da un occhiata, alzo gli occhi al cielo "Non sei stato simpaticissimo"
"Dicevo, abbiamo iniziato e vedevo che piano piano riuscivi a tirare insieme qualcosa, non fraintendermi principessa, c'è ancora strada da fare, però vedere te che miglioravi mi ha fatto venire voglia di migliorarmi a mia volta. Forse è questo che sentono gli altri di loro stessi, ho cominciato a sentirlo anche io e adesso voglio impegnarmi. Senza rendertene conto mi hai dato la voglia di migliorare, e ti ringrazio"
Sono totalmente spiazzata, non mi aveva mai detto chiaramente il motivo di questi allenamenti, ora che lo so ho un misto di emozioni.
"Non me lo aspettavo, mi lusinga molto. Grazie a te Tsukki" gli sorrido, lui ricambia per un secondo.
"Non buttare tutto il lavoro alle ortiche però, continua a migliorare" mi dice più serio.
Sorrido ancora di più, ormai abituata a questi sbalzi d'umore "Ti prometto che lo farò, voglio diventare forte come te"
Ridacchia "Non puntare a cose impossibili, principessa. Sono ad un livello troppo alto"
"Ecco i tuoi momenti di superbia, quasi non ti riconoscevo più" arriviamo dove le nostre strade si dividono.
"A domani"
"A domani Tsukki" mi ha dato quell'orribile soprannome due volte di fila, ma non mi infastidisce quasi per nulla, mi sento troppo su di giri.

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora