17. Combattere

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Il secondo set è sempre più difficile, ho intuito la loro strategia, ma rimaniamo sempre in lieve svantaggio. Abbiamo provato anche con dei time out per spezzare il ritmo, ma niente sembra fermarle.
Ci troviamo adesso venti a diciotto, se perdiamo possiamo dire addio alla nostra possibilità di continuare. Mishimiya e le altre ragazze del terzo anno lo sanno bene, lo vedo dai loro sguardi che sono sempre più agitate. Negli occhi delle altre mie compagne invece comincio a intravedere la rassegnazione.
Un altro punto perso, mi giro verso la mia squadra e gli sguardi sono bassi. Mi giro verso gli spalti e sono in difficoltà, non posso andare avanti con una squadra già arresa.
Guardo Hinata, Kageyama e Daichi, continuano a gridare di andare avanti e non arrenderci. Tsukki rimane fermo, come lo è sempre stato fino adesso. Il mio sguardo chiede aiuto, sono su una nave che affonda e sto affondando anche io, il mio spirito sta calando insieme alle altre. Ci credo ancora, ma sono l'unica qui.
Lo sguardo di Tsukki si fa carico di rabbia, mi guarda "Non provarci nemmeno" mima con le labbra.
Ha ragione, che mi prende? Che cosa ci prende a tutte?!
Mi giro verso la mia squadra "Non azzardatevi ad arrandervi!!" lo urlo con rabbia. Per la sorpresa la mia compagna con in mano la palla la lascia andare. Mi fissano tutte stupite.
"Volete finire qua?! Non provateci, su la testa e combattiamo!" continuano a guardarmi. Forse ho reagito troppo tardi...
"Combattiamo fino alla fine, maledizione!" lo sguardo di Mishimiya da sconfitto diventa sicuro.
"Combattiamo!" il resto della squadra le fa eco, l'energia sul campo è tornata più che mai.
Le nostre azioni diventano sicure, precise, nessuno ha intenzione di arrendersi. Sembra una squadra del tutto nuova, tutte sono più forti che mai. Le avversarie sono disorientate da questo cambiamento, non sono più sicure come prima. Questa debolezza risulta essere fatale per loro, perchè il set finisce venticinque a venti.
Urliamo a pieni polmoni, abbiamo un set! Dobbiamo assolutamente prenderci il terzo.

"Non so cosa sia successo di preciso, ma continuate così e andiamo a vincere!"
"Si!"
Di nuovo in campo, ho la fronte coperta di sudore e sento la stanchezza impossessarsi di me. Ma non posso cedere adesso, dobbiamo vincere.
L'altra squadra decide di cambiare formazione e due membri della squadra, è il loro turno di battere e io mi ritrovo a ricevere in seconda linea.
La ragazza batte, la palla però è strana. Non ruota in aria e si avvicina tremando, mi preparo alla recezione con un palleggio. La palla è vicinissima alle mie dita, ma all'ultimo sembra cambiare direzione e si alza. Tocca così la punta delle mie dita e finisce indietro.
La guardo, poi mi giro verso la nuova arrivata. Hanno tenuto le armi potenti alla fine, questa stronza fa le flottanti e anche molto efficaci.
Così efficaci da costarci ben sei punti di fila, nè io nè le altre sembriamo essere in grado di fermarla.
Watanabe chiama il time out "provo a spezzare il ritmo, fate un passo indietro e cercate in tutti i modi di fermarla"
Rientriamo in campo e proviamo di nuovo, il libero finalmente la riceve. Non possiamo sprecare questa opportunità, alziamo e schiacciamo. Il nostro opposto fa una parallela perfetta.
Finalmente abbiamo interrotto la serie, ci troviamo adesso sei a uno.

Combattiamo con le unghie e con i denti. Muro il più possibile, faccio da esca meglio che posso, qualsiasi cosa per aiutare la squadra.
Arriviamo ventitrè pari, siamo ormai stanche e sento che non posso resistere ancora a lungo. Sono gli ultimi momenti carichi di tensione, tutte qui vogliamo vincere.
"Ti prego no" il tempismo non è dei migliori, l'avversaria con la battuta inarrestabile si sta preparando. Un'altra serie come quella di prima e per noi è la fine.
Arriva la palla sempre in quel modo strano e scoordinato, provo a riceverla ma si rivela più bassa di quello che credevo. In qualche modo la prendo ma non arriva in modo preciso all'alzatore, tentiamo un attacco che viene prontamente murato. Match point avversario, un solo errore e ce ne andiamo tutte a casa.
Arriva la palla, si sta avvicinando ma sento troppo la paura. Le gambe non si muovono "Fuori!" la mia compagna urla, la palla mi arriva a sinistra a pochi centimetri dalla riga. Grazie al cielo ha fatto un errore, ora passiamo ai vantaggi.
Questo scontro sembra prolungarsi all'infinito, le forze mi stanno abbandonando. La schiacciata del nostro opposto non so in che modo ci fa ottenere un punto, a quanto pare la stanchezza non ha preso solo me.
"Ancora uno!" l'urlo di Hinata alle mie spalle mi fa sorridere. Si, ancora uno.
Battiamo, difendiamo, attacchiamo. Tutto per questo punto che sembra non arrivare mai.
Riesco a murare una schiacciata, ma viene prontamente salvata dal libero. La palla torna più forte ma riusciamo a prenderla in tempo.
Il nostro alzatore si prepara, comincio a correre pronta a fingere una veloce.
"Vai Mishi!" allora Mishimiya si alza in volo, io la vedo con la coda dell'occhio. Il suo salto è altissimo e colpisce la palla con una potenza e una rabbia che non le avevo mai visto. Il muro avversario tenta la difesa, ma la palla è troppo in alto. Oltrepassa le dita che cercano disperatamente di bloccarla e atterra dall'altra parte.
Era vicino alla riga? Proprio sopra? Nessuna è sicura. Fissiamo il guardalinee che, dopo un secondo infinito, abbassa la bandierina verso la riga. L'arbitro fischia tre volte. La partita è conclusa. Mi siedo a terra sfinita, ho le lacrime agli occhi. Abbiamo vinto.

Salutiamo le avversarie e il pubblico. I ragazzi sono più contenti che mai, Tsukki a suo solito non dice nulla, ma applaude e accenna in sorriso. Quel sorriso così orgoglioso, così bello e così raro mi riempie il cuore di gioia. Lo guardo sorridendo più che mai.
Quando usciamo dal campo abbraccio Mishimiya "Sei stata incredibile!" lei non mi risponde, non sembra euforica come me o le altre.
Entriamo nello spogliatoio "Ragazze" il capitano ci chiama, la guardiamo in silenzio.
"Sono stata un pessimo capitano, vi chiedo scusa. Mi stavo arrendendo e questo un capitano non deve mai farlo" si inchina davanti a noi
"Non essere stupida, sii contenta che ce l'abbiamo fatta" la incoraggiamo. Lei, non del tutto convinta, alza la testa e in silenzio esce dallo spogliatoio.
Faccio per seguirla "Dalle il suo tempo" mi dice il libero. Mi dispiace tanto e vorrei consolarla, ma loro la conoscono da più tempo e sanno qual'è la cosa giusta da fare.

Usciamo dal palazzetto, si è ormai fatta sera.
Siamo ormai in poche le squadre che aspettano il pulmino di ritorno, intravedo la Karasuno e decido di raggiungerli.
"Ciao ragazzi, grande partita complimenti"
"Fantastica anche la vostra! Il cuore stava per uscirmi dal petto" Hinata simula uno svenimento che mi fa scoppiare a ridere.
"A quanto pare i corvi sono tutti pronti a volare di nuovo, congratulazioni" Suga si avvicina e mi sorride, ricambio il sorriso.
"Già, è la nostra stagione e le vinceremo tutte" prosegue Kageyama
"Bella partita" mi giro e vedo Tsukki, sempre inespressivo e sempre di poche parole.
"Grazie, sei davvero un bravo centrale hai fatto cose pazzesche"
"Avevi dubbi? Senza di me la squadra sarebbe persa" si gira verso gli altri con un sorrisetto.
"Senza di te la squadra sarebbe più allegra" dopo un silenzio assordante, Hinata dice la sua.
"Che hai detto nanetto?"
"Ma grazie per essere venuti a vederci comunque" cerco come sempre di evitare il litigio "Tu, Hinata, Kageyama e..." cerco con lo sguardo Daichi, ma non lo vedo.
"E' con Mishi, non sembrava tanto contenta e gli ha chiesto di parlare un secondo in privato" mi risponde Suga.
"Capisco..."
"Ehi Stanchi-shima" Hinata torna all'attacco "Non pensi che Mei abbia giocato davvero bene?" gli fa il gomito.
Tsukki lo guarda, poi mi guarda "Eri ok ma c'è da migliorare, ti aiuterò ancora" mi dice piatto.
"Ti prego frena l'entusiasmo" Suga ride sonoramente. Io in verità mi sento felice, potrò vederlo ancora tutti i giorni, cioè potrò migliorare ancora. Si questo intendevo, migliorare.
"Grazie Tsukki, volentieri" gli sorrido, lui i guarda un attimo e accena un sorriso anche lui.
"Oh cielo un vero sorriso di Tsukki, attenti che viene la grandine" Kageyama lo prende in giro e fa ridere tutti, me compresa.
I pullman arrivano, mi avvicino alla mia squadra mentre i ragazzi cominciano a battibeccare. Penso di essere troppo emozionata per dormire, ma quando appoggio la testa sul sedile crollo sfinita in pochi minuti.

Spazio autrice
Mega capitolone da 1400 parole, non so descrivere bene le partite ma spero vi piaccia

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora