10. Arroganza

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"Come prego?" ed ecco di nuovo quel sorrisetto arrogante.
"Hai capito benissimo, accetti o no?" incrocio le braccia al petto.
"No in verità non ho capito bene, potresti ripetere?" si avvicina con una mano vicino all'orecchio, fingendo appunto di non sentire. Lo stronzo si sta divertendo.
"Ho detto allenami, togliti quello stupido sorrisetto" lo guardo male.
"Beh non puoi fare così, arrivare dicendo che vuoi essere allenata..." si ferma davanti a me mettendo le mani sui fianchi. Sta citando le mie parole.
"Si o no, non voglio stare a giochetti strani"
"Ci penserò su"
"Non era una tua idea? Perchè adesso fai finta che sia mia?" mi manda in confusione.
"Mi piace farmi desiderare, ti trovo qua fuori tanto" ed entra in palestra.
"Ma chi me l'ha fatto fare" dico a me stessa ormai rimasta sola.

Aspetto la fine dell'allenamento fuori dalla palestra, con il mio quadernino in mano, ho aggiunto nuove cose consigliate dall'allenatore.
Quando sento i ragazzi uscire mi alzo in piedi e mi avvicino all'ingresso, Tsukishima è appoggiato al muro.
"Allora?"
"Ci saranno delle condizioni" comincia lui serio, ok quindi ha accettato.
Aspetto in silenzio che continui.
"Fai quello che ti dico quando te lo dico" alza l'indice per iniziare l'elenco. Già comincio ad alzare gli occhi al cielo.
"E non fare mille domande come al tuo solito" alza a seguire il medio.
"Ok" rispondo.
"Bene" fa un passo dentro la palestra.
"Ma ho delle condizioni anche io" continuo.
Lui si gira a guardarmi "Ti ascolto" sempre quel sorrisetto.
"La prima cosa è che non devi prenderti gioco di me, non sono qui per questo. La seconda cosa è di toglierti quell'aria da misterioso egocentrico, ti farò eccome delle domande e esigo risposte, mi farebbe strano questo rapporto come tra comandante e soldatino"
"Del tipo?"
"Perchè vuoi allenarmi?" ci ho pensato ogni tanto in questi giorni, per non parlare poi del suo strano atteggiamento.
"Ti ho già risposto, hai potenziale. Ora cominciamo" entra in palestra "Voi due, fuori dai piedi"
Si rivolge a qualcuno all'interno, entro anche io.
"Da quando ti serve la palestra quattrocchi?" Kageyama lo incenerisce con lo sguardo.
"E da quando hai così tante energie Stanchi-shima?" continua Hinata.
"Davvero continuate ad allenarvi? Ma quanto vi piace la pallavolo?" sono sinceramente stupita della loro dedizione.
Appena mi vedono si bloccano in un istante.
"Davvero ti allenerai con questo individuo?" Kageyama indica il ragazzo biondo accanto a me, avevo accennato questa possibilità quindi ha fatto subito due più due.
"Eh già, voglio migliorare e mi tocca sopportarlo"
"Non so cosa te lo fa fare, Tsukki è davvero scorbutico"
"Io sono qui e vi sento. Come ho detto prima, fuori dai piedi"
"Mica ti serve tutta la palestra" protesta Hinata.
"Siete troppo rumorosi e mi irritate, ci altereneremo i giorni, ora fuori" non si smuove.
I ragazzi si guardano, poi escono passandoci accanto.
"Buona fortuna"
"Ti servirà" mi salutano.
"Finalmente silenzio, cominciamo"

"Ti ho detto mani in avanti!" mi urla dopo l'ennesimo muro che provo a fare davanti alla rete, mentre lui dall'altra parte tira dei palloni in palleggio. Questo esercizio mi serve per migliorare il più possibile il salto. E' molto più difficile di quello che credevo e, odio doverlo ammettere, la mia tecnica è abbastanza scarsa.
"Devo fare... una pausa" mi siedo a terra senza fiato.
"Non ho detto di fermarti" passa sotto la rete e me lo trovo davanti "Su alzati"
"E' il secondo... allenamento... oggi... non pensavo... volessi uccidermi" mi sdraio cercando di respirare
"Che palla al piede, almeno hai capito la tecnica?"
"Salto... in alto... dita rigide... braccia in avanti..." mi alzo in piedi con fatica.
"La resistenza è da migliorare, domani andremo a correre un po'"
"Perchè anche la tua di resistenza ha bisogno di miglioramenti, Stanchi-shima?" sorrido pensando al nomignolo che gli ha dato prima Hinata.
Mi guarda irritato "Quel nano domani lo uccido. Ok, per oggi basta così, mettiamo apposto"
Raccogliamo i palloni in giro e abbassiamo la rete.
"Non ti sta simpatico? Neanche Kageyama mi sembra" E mi sembra sia anche reciproco, ma questo me lo tengo per me.
"Beh, sono troppo su di giri. Ci mettono un impegno fin troppo eccessivo, capisco allenarsi ma non farei mai come loro"
"Eppure sei qua" rispondo. Ripenso alla sorpresa degli altri quando ho detto di questi allenamenti, forse non si è mai sforzato più di tanto. Cosa sarà cambiato?
"Si ma è per il tuo di allenamento" e così finisce la nostra chiacchierata. Sono contenta che mi abbia dato davvero una risposta e non una sua solita frecciatina, magari finirò pure per stargli simpatica.

Una coppia di centraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora