Paure

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Giulia si sentiva circondata da un'atmosfera familiare, ma tutto sembrava nuovo e, allo stesso tempo, vecchio. Un silenzio inquietante, come un mantello di nebbia, avvolgeva i suoi pensieri. Le sue paure erano come fantasmi che fluttuavano nell'aria, sempre presenti ma difficili da afferrare. Era come se la sua vita fosse un libro pieno di storie già lette, con pagine che non le appartenevano più. Cosa credeva di essere? Forse la regina del nulla, o solo una pedina in un gioco più grande di lei. Si guardò allo specchio e non vide il brutto anatroccolo, ma una figura stanca, appesantita da mille riflessioni che non portavano a nulla.

La mente di Giulia vagava senza una meta precisa. Le sue parole, le sue azioni sembravano privi di senso, come se non appartenessero più alla sua vita. Il caos che sentiva dentro di sé si rifletteva all'esterno, amplificato da una quotidianità che le stava sfuggendo dalle mani.

"Non ha senso," pensò Giulia, fissando il vuoto. "Perché continuo a cercare un ordine in questo disordine?"

Si rendeva conto che portava dentro di sé una storia fatta di frammenti, di attimi di solitudine, di vuoti che lei stessa non riusciva a colmare. Ogni tentativo di spiegare i suoi sentimenti si scontrava con un muro invisibile. Le parole si perdevano, incapaci di dare forma alla tempesta che si agitava nel suo cuore.

Provò a parlare, ma la sua voce sembrava priva di forza. Andrea non la ascoltava davvero, o forse non voleva ascoltare. Ogni tentativo di comunicare sembrava fallire prima ancora di cominciare.

"Andrea," disse con un filo di voce, "non ti riconosco più. Siamo sempre noi, ma è come se qualcosa di essenziale fosse sparito." Lo guardò, sperando in una risposta, in un segno che le desse conforto.

Lui la fissò per un attimo, poi tornò a guardare il suo telefono. "Sei solo stanca, Giulia," rispose, scrollando le spalle. "Non c'è nulla che non va."

Ma Giulia sapeva che non era così. Sentiva il vuoto crescere tra loro, come un abisso che si allargava ogni giorno di più. Ogni parola non detta, ogni gesto evitato, sembrava aggiungere un nuovo tassello alla distanza che li separava.

Diario di Giulia: "Mi sento sospesa, come se stessi camminando su una corda sottile che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro. La mia mente è piena di domande a cui non riesco a rispondere. Mi sono persa, e non so come ritrovarmi. Andrea è vicino a me, ma è come se fosse lontano anni luce. Ci sono parole che non riesco a dire, e quelle che riesco a pronunciare sembrano inutili. Mi manca il coraggio di affrontare questa solitudine, di ammettere a me stessa che forse ci siamo persi per sempre."

Con un sospiro, Giulia chiuse il diario e lo ripose nel cassetto. Era difficile per lei condividere questi pensieri con Andrea. Aveva paura di farsi del male, paura di non essere compresa. La paura più grande, però, era quella di scoprire che, in fondo, non c'era più nulla da salvare.

Giulia fissò il soffitto, cercando una risposta, ma trovò solo altre domande. Si sentiva prigioniera di una vita che non le apparteneva più, di un amore che sembrava essersi spento lentamente, senza che nessuno dei due se ne accorgesse. Eppure, c'era ancora una parte di lei che non voleva arrendersi, che cercava disperatamente un modo per tornare a essere felice, a essere completa.

"Domani parlerò con Andrea," si ripromise. "Devo capire se c'è ancora una speranza per noi, o se è arrivato il momento di lasciare andare."

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