La Fragilità di Andrea

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Quel lunedì, Giulia si sentiva nervosa. Al lavoro, i pensieri si accavallavano come nuvole tempestose, rendendola inquieta. Il suo ufficio, un tempo rifugio sicuro, ora le sembrava un luogo estraneo e inospitale. Mentre guardava fuori dalla finestra, il suo telefono squillò, facendola sobbalzare.

"Mamma, sei al lavoro?" La voce di suo figlio la colse di sorpresa.

"Cosa succede, amore? È successo qualcosa?" chiese, cercando di mantenere la calma.

"Mamma, non ti agitare, ma devi venire al pronto soccorso. Papà ha avuto un incidente. Nulla di grave, ma viene ricoverato. Stanno facendo degli accertamenti."

Giulia sentì il cuore accelerare. "Arrivo subito. Ci vediamo lì."

Chiuse l'ufficio in fretta e guidò come un'automa, la mente invasa dalle peggiori ipotesi. Arrivata al pronto soccorso, vide suo figlio già all'ingresso, il viso preoccupato.

"Tranquilla, mamma. È tutto a posto. Qualche frattura, ma sta bene."

"Ma come è successo? Posso vederlo?" chiese, ansiosa.

"Vai, mamma. Ti aspetta. Ha bisogno di te."

Giulia corse dentro e finalmente, in una piccola stanza, lo vide. Andrea, bendato e visibilmente provato, respirava con fatica. "Giulia, tutto ok. Una distrazione, e una macchina mi ha investito. Sono stato fortunato, poteva andare peggio."

Osservandolo, Giulia vide una fragilità in Andrea che non aveva mai notato prima. "Devono trattenermi qualche giorno, ma dovrebbe essere un ricovero breve."

Andrea le fece cenno di mettere una mascherina. "Se riesci, puoi prendermi una bottiglia d'acqua. Tra poco mi portano in reparto."

Frastornata, Giulia cercò una mascherina e andò alla macchinetta a prendere l'acqua. Tornò da Andrea e gli diede la bottiglia, promettendogli di tornare il giorno dopo con tutto il necessario. Andrea aveva il telefono e poteva chiamarla quando voleva.

Tornata a casa, si buttò esausta sul divano. I pensieri si affollavano, ma era troppo stanca anche solo per scrivere. Si addormentò, persa nella sua mente.

Il giorno seguente, Giulia si svegliò con un senso di inquietudine. La notte precedente le aveva portato solo un sonno agitato e pieno di incubi. Si preparò in fretta e andò al supermercato per comprare tutto ciò di cui Andrea avrebbe avuto bisogno.

Arrivata in ospedale, cercò il reparto dove Andrea era stato trasferito. Quando lo trovò, notò che sembrava più sereno. Anche se ancora dolorante, il suo spirito sembrava più leggero con Giulia al suo fianco.

"Come ti senti oggi?" chiese Giulia, cercando di mascherare la preoccupazione.

"Un po' meglio. I medici dicono che le fratture guariranno presto," rispose Andrea con un debole sorriso.

Giulia si sedette accanto a lui, prendendogli la mano. "Ma, Andrea, dobbiamo parlare. Non possiamo continuare a vivere con questo peso."

Andrea la guardò, vedendo la determinazione. "Lo so. Ma ora non è il momento. Dobbiamo concentrarci sulla mia guarigione. Poi, parleremo di tutto."

Giulia annuì, ma dentro di sé sentiva la frustrazione. Il bisogno di chiarezza era sempre presente.

Nei giorni successivi, Giulia visitava Andrea quotidianamente. Ogni volta cercava di essere forte e positiva, ma dentro lottava con i suoi demoni. La vista di Andrea così vulnerabile risvegliava in lei una protezione che contrastava con la rabbia.

Una sera, dopo aver lasciato l'ospedale, Giulia si ritrovò a camminare senza meta. Il freddo della sera la riportò ai suoi pensieri più intimi.

Giulia scrive nel suo diario:

"Mi sento persa, come se fossi su una barca in mezzo a una tempesta senza fine. Ogni giorno cerco di trovare un po' di serenità, ma i miei pensieri mi trascinano giù. Vedere Andrea così fragile mi ha fatto capire quanto sia importante per me. Eppure, non riesco a liberarmi dei dubbi, delle incertezze. Non so se riuscirò mai a perdonarlo completamente. Ma una cosa è certa: devo trovare la mia verità, la mia pace. E forse, solo allora, riuscirò a trovare una vera serenità con Andrea."

La vita continuava, tra alti e bassi. Giulia sapeva che il percorso per ritrovare la fiducia sarebbe stato lungo. Ma era determinata a percorrerlo, giorno dopo giorno.

E mentre il tempo passava, una nuova consapevolezza iniziava a farsi strada nel suo cuore: la forza di ricostruire, di perdonare e di trovare una nuova via, insieme o da sola.

Dimmi che è solo AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora