Giulia continua come se niente ...

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Seduta al tavolo della cucina, Giulia osserva il diario aperto, con il suo silenzio complice. La luce della lampada crea ombre danzanti sulle pagine, riflettendo l'inquietudine che scorre dentro di lei. Il silenzio della casa è denso, un vuoto che amplifica i suoi pensieri caotici. Le parole di Andrea le rimbombano ancora dentro, come un'eco sorda e lontana: "Non ti amo più."

Quella frase è un coltello nella memoria, fredda e tagliente. Tutto sembra improvvisamente senza senso, come un mosaico scomposto e incomprensibile, fatto di frammenti che non riescono a combaciare.

Prende la penna e, senza esitare, inizia a scrivere:

"Sono immersa in un mare di pensieri che galleggiano come pezzi alla deriva. Ogni angolo della casa è pieno di assenze che non so colmare. Andrea, che era la mia luce, ora è solo un'ombra sbiadita, un ricordo lontano di quello che eravamo. Le sue parole mi hanno lasciata senza un appiglio, come un naufrago in balia delle onde. Mi chiedo se il tempo potrà mai guarire questa ferita, o se ciò che resta sia solo un'illusione di normalità.

È come se fossi circondata da una nebbia che oscura ogni contorno, e tutto appare sfocato. La casa è vuota e silenziosa, e io mi perdo nei miei stessi pensieri. Cosa resta di noi? Solo il ricordo di giorni felici che sembrano irraggiungibili."

Si ferma per un istante, chiude gli occhi e immagina di parlare con Andrea, come se lui fosse lì, dall'altra parte del tavolo.

"Come siamo arrivati qui?" sussurra, rivolta all'ombra della sua mente.

"Non lo so, Giulia," risponde una voce immaginata, che riecheggia nella sua mente. "Forse eravamo destinati a perderci, forse non ho mai avuto le risposte che cercavi."

"Ma allora perché? Perché farci del male? Eravamo tutto l'uno per l'altro..."

La voce di Andrea si fa lontana. "Forse non avevo il coraggio di dirtelo prima. Forse non ho mai avuto il coraggio, nemmeno ora."

Le lacrime minacciano di affiorare, ma Giulia le ricaccia indietro. Non può permettersi di crollare adesso. Riporta lo sguardo sul diario, dove le parole fluiscono come un fiume in piena.

"C'è un vuoto qui dentro, che cresce e si espande come un'ombra, avvolgendomi in un abbraccio soffocante. Ogni angolo di questa casa è un promemoria di quello che abbiamo perso, di quel noi che non esiste più. Mi chiedo se riuscirò mai a trovare pace, se il tempo saprà trasformare questo dolore in qualcosa di più tenue, più sopportabile. Forse domani sarà diverso, o forse è solo una storia che non so ancora come raccontare."

Aggiunge un ultimo pensiero, come se fosse una poesia:

"L'amore si è disperso come sabbia nel vento,
lasciando solo tracce leggere, invisibili,
e io mi aggrappo a quei granelli,
come fossero ricordi di un domani mai nato."

Chiude il diario e si alza dal tavolo, avvolta nel silenzio della casa.

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