I mesi successivi furono un'altalena emotiva per Giulia e Andrea. Nonostante i tentativi di Andrea di essere più presente e partecipe nella vita di Giulia, le ferite della fiducia tradita continuavano a sanguinare.
Le giornate iniziavano spesso con una parvenza di normalità. Andrea faceva piccoli gesti di affetto, preparava il caffè al mattino e cercava di coinvolgere Giulia nelle attività familiari. Ma bastava poco, un messaggio sul telefono, uno sguardo distratto e la rabbia di Giulia riaffiorava come un vulcano pronto a esplodere.
"Perché non riesco a lasciarmi tutto alle spalle?" si chiedeva Giulia spesso, parlando a se stessa mentre guardava fuori dalla finestra della cucina. "Perché ogni volta che cerco di fidarmi di nuovo, qualcosa dentro di me si spezza?"
Le notti erano ancora più difficili. Spesso, la casa si riempiva di urla soffocate e silenzi pesanti. Giulia parlava senza sosta, cercando di spiegare i suoi sentimenti, mentre Andrea si chiudeva in un mutismo difensivo.
"Non capisci, Andrea! Non riesco a dimenticare!" gridava Giulia una sera, mentre le lacrime le rigavano il viso.
"Non so cosa dirti, Giulia," rispondeva Andrea, il volto impassibile. "Parli, parli, ma non so come rispondere. Mi sento attaccato ogni volta."
La rabbia di Giulia si scontrava contro il muro di silenzio di Andrea, creando un circolo vizioso di incomprensioni e dolore. Eppure, tra una battaglia e l'altra, c'erano momenti di tregua. Brevi periodi in cui riuscivano a parlare con calma, a trovare un terreno comune su cui costruire una fragile pace.
"Ricordi quando ascoltavamo quella canzone di Elisa?" Giulia disse un giorno, cercando un legame nel loro passato. "Eppure sentire, quel pezzo che parlava di vulnerabilità... mi sento così adesso."
"Certo," rispose Andrea, guardandola con una certa malinconia. "Mi ricordo. Anche io mi sento vulnerabile. Ma non so come rimediare."
In quei momenti di tregua, Giulia si trovava spesso a riflettere. Seduta sul divano, osservava Andrea mentre guardava la TV o leggeva un libro. Vedeva la fragilità nascosta dietro la sua corazza di silenzio e si chiedeva se fosse possibile ricostruire qualcosa di solido dalle macerie del loro rapporto.
"Devo ascoltare il mio cuore," pensava Giulia. "Ma una parte di me non vuole. Ho sempre creduto che il mio uomo sarebbe stato l'unico a non tradire mai la mia fiducia. Ma ora, come posso perdonarlo fino in fondo?"
Le parole che Giulia scriveva nel suo diario erano l'unica valvola di sfogo per la sua anima tormentata. Annotava i suoi pensieri, cercando di dare un senso al caos che la circondava:
"Mi sento divisa a metà. Da un lato, il cuore mi spinge verso Andrea. Dall'altro, la ragione mi dice che non posso più fidarmi di lui. Ogni giorno è una battaglia tra ciò che sento e ciò che so. Da quando ero una ragazzina, ho sognato un uomo che mi avrebbe fatta sentire al centro del suo mondo. Andrea era quel sogno, ma ora è anche il mio incubo. Non posso accettare questa situazione, non riesco a perdonarlo del tutto. Ma allora, perché non riesco a lasciarlo andare?"
Il conflitto interno di Giulia continuava a lacerarla. Aveva momenti di lucidità in cui pensava di andarsene, di ricominciare da capo lontano da Andrea. Ma poi, una parola gentile, un gesto affettuoso, la riportavano indietro, la spingevano a provare ancora.
Una sera, durante uno di quei rari momenti di calma, Giulia decise di affrontare Andrea con un approccio diverso.
"Andrea, so che è difficile per te parlare," iniziò, cercando di mantenere la voce ferma. "Ma ho bisogno di capire, di sapere cosa provi davvero. Possiamo provare a parlare senza attaccarci?"
Andrea la guardò, sorpreso dal tono più pacato di Giulia. Annui e, per la prima volta dopo mesi, iniziò a parlare apertamente dei suoi sentimenti, delle sue paure e dei suoi errori.
"Giulia, so di averti ferita profondamente," disse Andrea, la voce tremante. "Non posso cambiare il passato, ma voglio fare del mio meglio per rimediare. Sei la cosa più importante per me, e non voglio perderti."
Quelle parole, sebbene semplici, toccarono qualcosa nel cuore di Giulia. Sapeva che il cammino per la guarigione sarebbe stato lungo e difficile, ma forse, solo forse, c'era ancora speranza.
Giulia chiuse il suo diario e si avvicinò a Andrea. Lo abbracciò, sentendo il calore del suo corpo e il battito del suo cuore. "Vedremo," pensò. "Domani è un altro giorno."
E con quella speranza, si addormentò, pronta ad affrontare un nuovo giorno con un po' più di fiducia e un po' meno dolore.
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Dimmi che è solo Amore
Lãng mạn"Dimmi che è solo Amore" segue la storia di Giulia, una donna che vede la sua vita sconvolta dal tradimento del suo compagno, Andrea. Questa crisi la costringe a confrontarsi con il dolore e a rivedere la sua esistenza. Mentre l'illusione di una vi...