Il Silenzio e il Desiderio

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La mascherina le dava fastidio, un simbolo tangibile della distanza che si era creata tra loro. Era una regola ferrea dell'ospedale e Andrea la indossava anche lui, coprendo metà del volto e rendendo difficile decifrare le sue espressioni. Mentre sedeva accanto a lui, Giulia si accorse di un dettaglio: Andrea doveva inserire manualmente la password per sbloccare il telefono. Quasi per caso, il codice si rivelò chiaro davanti ai suoi occhi, come una risposta inaspettata, una verità temuta che non aveva cercato.

Il cuore le accelerò. Da mesi desiderava accedere a quel telefono, svelare i segreti celati dietro lo schermo. Mille dubbi e paure le si avventarono addosso, ma il codice era impresso nella sua mente, come una promessa inquietante. La tentazione si insinuò tra i suoi pensieri. "Ci penserò," si disse. "So che non si fa, ma potrebbe essere la mia prova, la mia unica via per conoscere la verità."

Cercò di mantenere la calma mentre correva a casa. Andrea sarebbe tornato domani, e quello era ciò che contava per il momento. Eppure, il pensiero del codice la tormentava, una spina persistente nei recessi della sua mente.

Il pomeriggio seguente, dopo il lavoro, Giulia varcò la soglia di casa. Il silenzio la accolse, un silenzio diverso, quasi palpabile, carico di un'energia che la metteva a disagio. Era come se le mura stesse fossero consapevoli di ciò che si stava preparando.

Si sedette alla scrivania e aprì il suo diario, l'unico luogo dove aveva sempre confidato i suoi pensieri più intimi:

"Ora siamo qui. C'è silenzio, troppo silenzio. Che fare? Accettare e andare avanti, rimanendo in piedi, per osare quel poco che sembra non adatto a me. Bisogna essere un po' folli per vivere meglio, senza farsi troppe domande. Mi cerco, ma non trovo niente. Ora faccio un salto e mi procuro il mio punto di forza. Osare, ma mai strafare. Mi chiedo spesso come attraversare questo ciclo di ragioni inette, senza sapere come affrontarle. Mi dispiace, ma non sono abbastanza sola da mandare al diavolo ciò che non mi appartiene più. Scendo un poco e mi avvicino al mio desiderio. In fondo, è solo uno straniero. Oggi sono un dio alle prese con un mondo che voglio; dopo, sono la regina del niente. Eppure, questo non mi soddisfa. Sono sola con l'unico punto di riferimento, e mi sento più giù. Che fare? Avere un piano d'azione o lasciare che tutto si sbrogli da sé? È inutile piangere sul latte versato. E poi, che altro c'è? Il mezzo migliore sarà padrone del mio esperimento fatto di se e di ma. Oggi sono solo sogni. Domani porterà via la malinconia. Domani sarà l'avventura unica dentro di me. Domani, e forse ci sarò anche io. Meglio che niente. Un cuore di traverso o la vita stessa. Domani, chissà."

Chiuse il diario con un sospiro profondo. Sentiva il peso delle decisioni e delle sue incertezze, ma sapeva che presto avrebbe dovuto affrontare quella verità, qualunque fosse.

Il giorno seguente, Andrea tornò a casa. Giulia lo accolse, il cuore diviso tra la speranza e il timore. Preparò una cena leggera e si sedettero insieme al tavolo. Il silenzio tra loro era denso, colmo di parole non dette e di domande sospese.

"Come ti senti?" chiese Giulia, cercando di rompere il ghiaccio e, allo stesso tempo, di capire quanto Andrea fosse presente, davvero, in quel momento.

"Un po' stanco, ma meglio. È bello essere a casa," rispose Andrea, un sorriso debole sul volto, l'ombra di quella luce che un tempo riempiva le sue parole.

Mentre cenavano, Giulia osservava ogni gesto, ogni movimento di Andrea. Il cuore le batteva forte, sapendo di avere il codice del telefono. Doveva solo aspettare il momento giusto, ma il peso di quella conoscenza la stava schiacciando.

Quella notte, quando Andrea si addormentò, Giulia si alzò dal letto con cautela. Il silenzio era totale, interrotto solo dal respiro regolare di Andrea. Prese il telefono, con il cuore che le rimbombava nelle orecchie. Inserì la password con mani tremanti. Lo schermo si illuminò, rivelando un mondo di messaggi e email che la aspettavano.

Scorrendo le conversazioni, si sentì divisa tra il desiderio di sapere e la paura di trovare qualcosa che l'avrebbe distrutta. Alcuni messaggi erano banali, altri sollevavano domande scomode. Speranza, rabbia e paura si mescolavano, facendola vacillare.

Giulia chiuse gli occhi e respirò profondamente. Doveva decidere cosa fare con le informazioni che aveva trovato. Il confronto con Andrea era inevitabile, ma doveva essere pronta, sapere cosa chiedere e come affrontare la verità.

La tentazione di continuare a leggere era forte. Ma il pensiero di trovare la conferma alle sue paure la bloccò.

Rimise il telefono al suo posto e tornò a letto. Domani sarebbe stato un nuovo giorno, un'altra opportunità per affrontare la verità e forse, solo forse, trovare la pace che tanto desiderava.

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