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Flashback

Non riusciva nemmeno a respirare...

Ed in un certo senso pensò che ci aveva indovinato quando aveva pensato che quell'esperienza gli avrebbe tirato via il fiato.

Ma aveva pensato che lo avrebbe fatto per la felicità,  per la soddisfazione,  per la certezza,  finalmente, di aver fatto la cosa giusta e che c'era una motivazione più che valida al perché non riuscisse a stare con una ragazza come Kyōka...

Perché doveva esserci una spiegazione valida no?

Kyōka era speciale eppure lui, e quella stupida cosa che gli penzolava tra le gambe, l'avevano rifiutata come se valesse meno di zero, come se non fosse niente

Ed ora Denki riusciva quasi a capire cosa aveva provato la ragazza quando, per la prima volta,  si erano presi del tempo per stare insieme e per rimanere da soli

Riuscì a capire la delusione cocente ed il senso di inadeguatezza che magari l'aveva avvolta, in quella stanza al secondo piano del dormitorio femminile,  e riuscì a capirne anche le lacrime dato che anche lui,  in quel momento,  stava piangendo.

Ma c'era anche qualcosa di profondamente diverso in quelle due immagini e Denki,  rannicchiato su un letto e talmente tanto stretto al cuscino da rischiare di romperlo, lo aveva capito troppo tardi.

Perché Kyōka magari aveva pianto e magari era stata fin troppo buona con lui tirando fuori una comprensione,  ed un amore, che non era certo di meritare..

Ma Eijirou?.

Eijirou era con gli occhi sbarrati e per la prima volta,  dacché ne avesse memoria,  Denki lo aveva visto seriamente terrorizzato da qualcosa

Che cosa aveva fatto?

Come gli era saltato in mente di chiedergli una cosa del genere?

Denki strinse ancora di più le gambe cercando disperatamente di diventare il più piccolo possibile desiderando, per la prima volta,  di sparire completamente...

Perché quando erano arrivati sul letto, il volto del rosso confuso e pieno di dolore, era stato tutto un susseguirsi di scelte sbagliate e di forzature in cui, mano mano,  il suo amico sembrava cadere a pezzi davanti a lui.

Il loro bacio era stato orribile...

Il fatto che non riuscissero a guardarsi negli occhi era stato orribile...

Le sue mani sul corpo, il suo respiro nell'orecchio,  il sentirlo tremare e vederlo piangere, quando lo aveva toccato,  era stato orribile...

Talmente tanto orribile che nonostante l'alcool gli annebbiasse  ancora la testa, rendendolo più stupido di quanto veniva dipinto quotidianamente,  anche Denki stesso aveva iniziato a ribellarsi ad ogni tocco nonostante fosse stato lui a chiederlo....

E si erano guardati ancora una volta mentre il dito di Eijirou era sceso in basso e Denki,  prima di provare il dolore peggiore della sua vita, ne aveva provato uno altrettanto forte ed altrettanto letale.

Il dolore di veder crollare il suo migliore amico...

Il dolore di vederlo accasciarsi sopra di lui, sfilando velocemente il dito dalla sua carne, ed il dolore di sentirlo singhiozzare chiedendogli scusa e chiedendogli perdono per non riuscire a dargli ciò che gli aveva chiesto...

E Denki si era sentito una merda..un mostro...

Si era sentito meno di niente perché anche in quel caso, ovviamente,  il suo membro non aveva minimamente reagito...come anche quello di Eijirou...

Erano entrambi nudi...

Erano entrambi esposti...

Erano entrambi feriti ed umiliati eppure in una parte di sé,  quella che lo avrebbe accompagnato per anni, Denki capì di aver appena perso una delle persone più importanti della sua vita oltre che alla ragazza che amava...

Ed aveva scelto di alzarsi in silenzio ed , in silenzio,  rivestirsi  mentre i singhiozzi di Eijirou risuonavano dietro alle sue spalle come piccoli coltelli che gli si piantavano nel cuore...uno ad uno...

Non lo aveva nemmeno salutato...

Non lo aveva nemmeno consolato...

Se n'era semplicemente andato via, correndo, e si era rintanato nella sua stanza prima di portare le braccia al cielo e sparare milioni di fulmini tutti insieme e ad una potenza inaudita

Per poi accasciarsi al suolo, svuotato da qualsiasi sentimento,  e stringersi le mani nei capelli rimanendo lì tutta la notte e rimanendo chiuso in camera anche il giorno dopo nonostante sentì perfettamente il suo cellulare squillare di continuo.

Era stato un vigliacco e, proprio come un vigliacco,  scelse di allontanarsi da tutti loro ferendoli con il silenzio dopo averli feriti con le parole...

Iniziando a pianificare la sua fuga,  non appena la grande guerra fosse finita, e rifiutandosi di parlarne persino con Kyōka...

Perché in quella storia l'unico ad essere sbagliato era lui e mai, mai, avrebbe di nuovo permesso a sé stesso di fare del male alle persone che gli stavano intorno...

Perché lui era fallato, un errore in mezzo a loro, e non li avrebbe più sporcati con la sua presenza


Questo capitolo avrebbe dovuto uscire ieri sera insieme all'altro.

Ma sarebbe stato un capitolo troppo lungo ed ho deciso di dividerlo in due pezzi in modo da farvi capire bene cos'è successo..

Ringrazio ancora una volta malu-27 per questo disegno ed aspetto, soprattutto qui, i vostri commenti...

Vi abbraccio forte forte

Nemesis 🤍

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